In una stanza, un armadio rimasto chiuso per duemila anni con tutto il suo corredo di stoviglie: piattini di vetro, ciotole di ceramica, vasi. In un'altra, un tavolino ancora apparecchiato con le sue suppellettili, un letto, una cassapanca. A Pompei si scava nel retro del "giardino incantato", lo stupefacente spazio dipinto con il grande larario che fu riportato alla luce nel 2018. E a sorpresa, là dove ci si aspettava una casa importante e fastosa, vengono fuori ambienti modesti ma pieni di dignità, dove non mancano oggetti raffinati e persino un fascio di documenti che il calco in gesso ha fatto incredibilmente riapparire. Ambienti che raccontano la vita del ceto medio basso della città, spiega il direttore del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel, "persone che tante volte vivevano in affitto e comunque ai margini delle classi più benestanti".
di Napoli Magazine
06/08/2024 - 14:30
In una stanza, un armadio rimasto chiuso per duemila anni con tutto il suo corredo di stoviglie: piattini di vetro, ciotole di ceramica, vasi. In un'altra, un tavolino ancora apparecchiato con le sue suppellettili, un letto, una cassapanca. A Pompei si scava nel retro del "giardino incantato", lo stupefacente spazio dipinto con il grande larario che fu riportato alla luce nel 2018. E a sorpresa, là dove ci si aspettava una casa importante e fastosa, vengono fuori ambienti modesti ma pieni di dignità, dove non mancano oggetti raffinati e persino un fascio di documenti che il calco in gesso ha fatto incredibilmente riapparire. Ambienti che raccontano la vita del ceto medio basso della città, spiega il direttore del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel, "persone che tante volte vivevano in affitto e comunque ai margini delle classi più benestanti".