Cultura & Gossip
INFO - Agenda settimanale degli spettacoli dal 17 al 23 marzo 2025 in Campania, programmati dal Circuito Teatro Pubblico Campano
21.03.2025 18:12 di Napoli Magazine

Teatro Magic Vision di Casalnuovo
Info 0818030270, 3292180679
Martedì 25 marzo, ore 20.45

Teatro La Provvidenza di Vallo della Lucania
Info 0974 717089
Mercoledì 26 marzo, ore 20.45

Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere
Info 0823799612
Giovedì 27 marzo, ore 21.00

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
info 0823444051 
Da venerdì 28 a domenica 30 marzo
(venerdì ore 20.45, sabato ore 19.00, domenica ore 18.00)

Ente Teatro Cronaca, Sgat Napoli/Teatro Augusteo
presentano

’Na Santarella
di Eduardo Scarpetta
adattamento e regia Claudio Di Palma

con Massimo De Matteo

e con 
Chiara Baffi, Marika De Chiara, Angela De Matteo, Carlo Di Maro, Luciano Giugliano, Valentina Martiniello, Peppe Miale, Sabrina Nastri, Domenico Palmiero, Federico Siano

scene Luigi Ferrigno
costumi Annamaria Morelli
musiche Paolo Coletta
aiuto regia Manuel Di Martino

Due pronunciamenti testuali così contrastanti sulle virtù e i vizi di un’unica persona ci dicono, fra le altre cose, che Scarpetta ha inteso eleggere questa sua Santarella a simbolo di un emblematico dualismo comportamentale. 
Una donna dalla doppia personalità, insomma: timida e timorata di Dio, ma anche, intimamente, estrosa, ribelle e volitiva. Ma le pulsioni latenti di questa femmena, che è “angelo e diavula”, per Scarpetta sono anche l’occasione per svelare bipolarismi caratteriali assai più diffusi.

In questo senso, emblema e cardine di infingimenti e contraddizioni varie, è, naturalmente e soprattutto, il Felice “di turno”, per l’occasione in abiti di musicista compositore. Intorno ai due, l’autore costruisce una rete di umanissimi, ancorché anomali, figuri tutti alle prese con dissonanze interiori mal risolte, con vizi, ipocrisie ed ambizioni nascoste a malapena. Tutti con indosso vesti di convenienza che mistificano le identità e tutti, allo stesso tempo, capaci di trovare soluzioni alle proprie nevrosi negli stessi equivoci prodotti. Per questo non nasce dramma. Mai. Neppure di fronte a spiazzanti fratture psichiche. No, nessun dramma. 

Il teatro di Scarpetta, implicitamente sensibile agli sdoppiamenti che il Novecento insinuerà anche negli uomini semplici, si occupa piuttosto proprio del ribaltamento categorico del dramma, ossia, la comicità. In questo senso la costruzione è perfetta e, nella nostra lettura, trova collocazione più opportuna proprio nel teatro. 

Il teatro inteso come spazio dell’azione in cui i desideri, le vanità o certe perniciosità umorali, possono immaginare plausibili e creative realizzazioni o terapeutiche risolutive elaborazioni.

Nella nostra scena, dunque, c’è solo il teatro, che sia quello da parrocchia o quello più ufficiale addirittura d’opera. Il teatro, solo: nudo e solenne. Un teatro che, anche fra le quinte, riservi sorprese esilaranti, sappia nascondere o rivelare trucchi ed ambiguità, possa concedere epiloghi inattesi. 

Un teatro, inoltre, che ripari le ipocrisie e i disturbi dissociativi dei suoi protagonisti nell’irresistibile e cinica drammaturgia che Scarpetta tipizza con impareggiabile e consapevole ironia.

Claudio Di Palma


Cinema Teatro Italia di Eboli
Info 0828365333 
Martedì 25 marzo, ore 20.45

Teatro Gloria di Pomigliano d’Arco
Info 0818843409
Mercoledì 26 marzo, ore 20.45

Compagnia Nest e Diana OR.IS
presentano

Premiata Pasticceria Bellavista
una commedia di Vincenzo Salemme

con Francesco Di Leva, Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino

e con Stefano Miglio, Viviana Cangiano, Federica Carruba Toscano, Dolores Gianoli, Alessandra Mantice

regia Giuseppe Miale Di Mauro

scene Luigi Ferrigno, costumi Chiara Aversano
disegno Luci Paco Summonte, sound designer Italo Buonsenso
coreografie Chiara Alborino

aiuto regia Marcello Manzella, assistente regia Matteo D’antò
grafica e foto di scena Carmine Luino, realizzazione scene Alovisi Attrezzerie
 
Note dell’autore

Erano gli inizi degli anni ‘90 e ricordo che si discuteva molto della legge sulla donazione degli organi e uscirono nelle pagine di cronaca diversi episodi che suscitavano molta paura. Episodi che raccontavano di persone date per morte e poi miracolosamente risvegliatesi. 

“Ve lo immaginate se vi espiantassero gli organi credendovi morti mentre invece non lo siete affatto?”. Fu così che nacque l’idea di Premiata Pasticceria Bellavista. Proprio immaginando una cosa del genere. 

Non che io sia contrario alla donazione, anzi. Ma raccontare le paure più recondite dell’animo umano mi ha sempre affascinato. Senza la pretesa di trovare risposte. Anche perché sono paure contro le quali non possiamo fare granché se non parlarne, trovare una via di uscita dal buio della ragione nel rapporto aperto e fiducioso con il resto del mondo. Io provo a farlo sempre in maniera spiritosa, non per mancanza di rispetto nel trattare argomenti così delicati ma perché ridere e sentir ridere mi aiuta ad affrontare meglio le mie fragilità. 

Con affetto e stima per chi decide di venire a teatro a “guardare” le mie storie. E sono felice che, per la prima volta nella mia carriera di autore, non sarò io a raccontare una mia storia ma un gruppo di giovani artisti con una storia già prestigiosa alle spalle e con un futuro pieno di passione ancora da scrivere.
Vincenzo Salemme


Note di regia

“Ciechi, siete poveri ciechi” (Vincenzo Salemme)

Ci bastano gli occhi per guardare la vita? Premiata Pasticceria Bellavista racconta la differenza tra guardare e vedere. Una storia di cecità, di uomini e donne incapaci di osservare la vita e il mondo che li circonda. 

Il racconto di una condizione sociale e culturale in cui ogni personaggio della commedia è incapace di affrontare il percorso che la vita gli ha messo di fronte e agisce fingendo di non vedere. 

Non a caso arriverà proprio un cieco ad aprire gli occhi di tutti e metterli al cospetto della verità che nessuno di loro ha il coraggio di dire e dirsi. Paradosso Kafkiano che Salemme dipana lungo tutta la commedia con la sua penna ispirata fatta di battute fulminanti e tirate esistenziali che mettono in risalto un mondo ipocrita e vigliacco, guidato da una voce che viene dall’alto, la voce di una madre, figura creatrice come quella di Dio. 

Una commedia in cui si ride a crepapelle anche se non ci sarebbe molto da ridere. Questa è spesso la forza della scrittura di Salemme: riuscire a raccontare le crepe dell’essere umano attraverso la risata, quella risata che ancora non ci ha seppellito e chissà se mai lo farà. 

E proprio come faceva Eduardo De Filippo, Salemme riesce a raccontare attraverso le vicende di una famiglia il mondo intero, un’umanità che cammina con i paraocchi, che ha difficoltà nelle relazioni, che mira solo al profitto personale, che mente spudoratamente e non guarda mai in faccia la realtà. 

Una storia amara ambientata nel regno del dolce: un laboratorio di pasticceria. E proprio una torta alla fine risolverà tutti i loro problemi e addolcirà quelle vite insipide, liberandole dal fardello di chi le aveva messe al mondo e condizionava ogni loro scelta. 

Anche se, forse, di chi ci ha creati così come siamo, non ci libereremo mai. Per la Compagnia Nest continua il percorso nel mondo dei classici, dopo Shakespeare, Pirandello, Eduardo, Age e Scarpelli, abbiamo deciso di confrontarci con questo testo che consideriamo a tutti gli effetti un classico contemporaneo.
 
Trama

Ermanno e Giuditta Bellavista sono i proprietari di una pasticceria annessa alla loro casa. Con loro vive la madre, sofferente di diabete e pressione alta. Ermanno ha una relazione in segreto con Romina, la quale è stanca di dover parlare con lui di nascosto e vuole che si decida a parlarne con la famiglia. Anche Giuditta ha una relazione segreta con Aldo, pasticcere alle dipendenze dei Bellavista, che però non ama la non bella Giuditta ma mira alla sua ricchezza. Intanto si scopre che Ermanno tre mesi prima, ha subito un intervento di trapianto agli occhi, questi vennero prelevati da Carmine, un senzatetto che dopo un incidente automobilistico entra in coma. Creduto però morto, venne deciso di prelevargli gli occhi e trapiantarli ad Ermanno. Così, una volta svegliato dal coma, Carmine si ritrova cieco. Carmine riesce a raggiungere la pasticceria di Ermanno, rivelandogli che sono 3 mesi che non possiede più gli occhi, e che il prof. Rubelli, che ha eseguito l’intervento, è implicato nel gioco azzardo e nel traffico illecito di organi. Carmine decide di rimanere nella pasticceria di Ermanno, dicendo che ora egli dovrà guardare la vita per lui. Intanto nascono due problemi: la mamma di Ermanno e Giuditta, convinta che i figli la vogliano far morire per impossessarsi dell’eredità, vuole tagliarli fuori dal testamento. Di conseguenza, Aldo non è più tanto sicuro di sposare Giuditta, sapendo che ella forse non potrà più ereditare. Carmine coglie l’occasione per ideare un piano con il quale potranno essere risolti i problemi di Ermanno, Giuditta e anche i suoi. 

Teatro Nuovo di Napoli
Info 0814976267 
Martedì 25 marzo, ore 19.00

nell’ambito della rassegna “Napoli Fermata Mistero”
Il crime a teatro, a cura di Ciro Sabatino

Diana Spencer
Morte, mito e misteri

All’apice della popolarità e del carisma, Diana è più scomoda che mai nella sua ultima estate: la relazione con Dodi Fayed fa rabbrividire l’Establishment, l’arcivescovo di Canterbury sostiene che non incoronerebbe un re divorziato e risposato e i potenti del mondo temono la sua battaglia contro le mine.

Intanto si delineano già le sue prossime battaglie, tra i campi profughi. “I willname the names”, annuncia. “Farò i nomi”: di chi produce le mine e di chi le vende.

Ma il dossier a cui stava lavorando sparisce con lei il 31 agosto 1997.

Teatro Metropolitan di S. Anastasia
Info 0815305696
Mercoledì 26 e giovedì 27 marzo, ore 20.45

Teatro Umberto di Nola
info 0815127683, 0818231622
Sabato 29 marzo, ore 20.45

Ag Produzioni Teatrali
presenta

Paolo Caiazzo in

Quella visita inaspettata
 commedia in due atti scritta e diretta da Paolo Caiazzo 
 
con (in ordine di apparizione)
Carlo Caracciolo, Daniele Ciniglio, Cinzia Cordella, Francesca Morgante 
e la partecipazione di Maria Bolignano 

scenografia Francesco Felaco, costumi Federica Calabrese, 
disegno luci Luigi Della Monaca, aiuto regia Sofia Ardito 
foto e grafica Francesco Fiengo Studios   

La linea di confine che divide un comportamento etico da uno immorale non ha sempre un andamento lineare ed è funzione di opportunità e situazioni. Il protagonista Ferruccio, imprenditore del Sud, è orgoglioso della sua moralità. 
Una sola pecca si riconosce: la passione per Diabolik, che in fondo era un ladro. Una moglie arrivista, una sorella vittima di un shock post traumatico infantile, un figlio bamboccione e un commercialista fin troppo amico completano il quadro della vicenda. 

Gli equilibri familiari, anche se precari e monotoni, sembrano reggere, ma una visita inaspettata mette in discussione la loro integrità facendo affiorare vecchi scheletri nell’armadio: l’imprenditore deve rispondere di alcuni fondi sospetti transitati, a sua insaputa, su un conto corrente bancario. 

Incapace di reggere il peso delle accuse e spinto dalla disperazione di chi non ha più nulla da perdere, Ferruccio andrà oltre le aspettative decidendo di fare una follia e liberare il suo lato oscuro. 

Questo suo nuovo aspetto spregiudicato, ispirato comicamente a film e serie “crime” che invadono tv e streaming, conquista gli abitanti della casa, inconsapevoli vittime del “Fascino del male”. 

Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Da giovedì 27 a domenica 30 marzo
(giovedì, venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 18.00)

Compagnia Moliere 
in coproduzione con Teatro Stabile di Verona
presentano 

Emilio Solfrizzi, Carlotta Natoli 
in 

L’anatra all’arancia 
di W. D. Home e M. G. Sauvajon 

con
Ruben Rigillo, Beatrice Schiaffino 

e con Antonella Piccolo 

regia Claudio Greg Gregori 

scene Fabiana Di Marco 
costumi Alessandra Benaduce 
disegno luci Massimo Gresia

“L’Anatra all’Arancia” è un classico feuilleton dove i personaggi si muovono algidi ed eleganti su una scacchiera irta di trabocchetti. Ogni mossa dei protagonisti, però, ne rivela le emozioni, le mette a nudo a poco a poco e il cinismo lascia il passo ai timori, all’acredine, alla rivalità, alla gelosia; in una parola all’Amore, poiché è di questo che si parla. 

“L’Anatra all’Arancia” è una commedia che ti afferra immediatamente e ti trascina nel suo vortice di battute sagaci, solo apparentemente casuali, perché tutto è architettato come una partita a scacchi. 

La trasformazione dei personaggi avviene morbida, grazie a una regia che la modella con cromatismi e movimenti talvolta sinuosi, talvolta repentini, ma sempre nel rispetto di un racconto sofisticato in cui le meschinità dell’animo umano ci servano a sorridere, ma anche a suggerirci il modo di sbarazzarsene.

 

Teatro Nuovo di Napoli
Info 0814976267 
Da giovedì 27 a domenica 30 marzo
(giovedì ore 21.00, venerdì e domenica ore 18.30, sabato ore 19.00)

Cranpi, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Putéca Celidònia
in collaborazione con La Corte Ospitale – Forever Young 2022
presentano

Felicissima jurnata
uno spettacolo di Putéca Celidònia
drammaturgia e regia Emanuele D’Errico

con Antonella Morea e Dario Rea

e con le voci delle donne e degli uomini del Rione Sanità

scene Rosita Vallefuoco, musiche originali Tommy Grieco
suono Hubert Westkemper, luci Desideria Angeloni
costumi Rosario Martone
aiuto regia Clara Bocchino
realizzazione scene Mauro Rea
foto di scena Laila Pozzo

con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo e 
di C.RE.A.RE Campania Centro di residenze della Regione Campania

Felicissima jurnata cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della solitudine il basso napoletano e i protagonisti di Giorni Felici di Samuel Beckett.

Un lavoro che nasce da un’esperienza ben precisa, vissuta attivamente da Pute´ca Celido`nia a partire dal 2018 all’interno del Rione Sanita` di Napoli, dove il collettivo cura diversi progetti teatrali. 

Dopo aver preso confidenza con il quartiere ed essere entrati all’interno di alcuni “bassi” – la tipica abitazione al piano terra con ingresso su strada – il collettivo ha iniziato a intervistare le donne e gli uomini che abitano nel quartiere.
Delle loro storie si compone Felicissima jurnata, che pone l’accento sulla paralisi emotiva e fisica che queste persone si impongono per mancanza di mezzi. Molti di loro non sono mai usciti dalla loro citta` – nel migliore dei casi – e nel peggiore non sono mai usciti dal proprio quartiere e chissa` da quanto tempo dalla propria casa. Non e` prigionia questa?

E` una prigionia consapevole o inconsapevole?

Teatro Barone di Melito di Napoli
Info 0813418905, 3278654469
Venerdì 28 e sabato 29 marzo, ore 20.45

Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrento
info 0818786165, 3385003816
Domenica 30 marzo, ore 18.30

Peppe Iodice
in

Ho visto Maradona!
di Peppe Iodice 
scritto con Francesco Burzo, Marco Critelli

regia Francesco Mastandrea

Cosa accadrebbe se si potesse morire per un giorno soltanto? Se si potessero trascorrere 24 ore insieme ai grandi di ogni tempo e soprattutto insieme a LUI… che comanda tutto? Probabilmente al nostro ritorno nulla sarebbe più come prima.

È questo l’incipit del nuovo spettacolo di Peppe Iodice

Un espediente narrativo che permette al comico napoletano di essere ancora più libero, sincero ed autentico, affrontando i temi caldi della nostra vita visti da un’angolazione totalmente inedita.
Intorno a lui gli amici di sempre, ma anche ospiti indesiderati che renderanno questo spettacolo unico in ogni replica, portando gli spettatori a divertirsi ALDILÀ di ogni ragionevole dubbio. In pratica a vedere tutte le sere “la morte con gli occhi.”

Un gioco narrativo che permette al comico napoletano di essere ancora più libero, sincero, autentico, un meccanismo che innesca il talento di Iodice con una visione del mondo priva di ogni freno e convenzione.

Auditorium Teatro S. Alfonso Maria de Liguori di Pagani
Info 0815158061
Sabato 29 marzo, ore 20.45

A.G. Spettacoli 
presenta

Voce ‘e notte
uno spettacolo di e con Lina Sastri

al pianoforte Adriano Pennino

Questo spettacolo vuole essere la testimonianza di un lungo lavoro di ricerca musicale e teatrale realizzato in questi anni, dove parola, musica e danza di intrecciano in armonia. Un genere di teatro-canzone creato da Lina Sastri anni fa anche di titolo in titolo. Da “Lina rossa” a “Cuore mio”. Da “Corpo celeste” a “Mese mariano”. Da “Per la strada” a “Linapolina”. 

Da “Appunti di viaggio” a “Pensieri all’improvviso” … fino a “Eduardo mio”. Ha esplorato il mondo musicale drammaturgico e poetico napoletano, mescolandolo alla musica del mondo e muovendosi sul filo rosso del racconto personale, teatrale, classico e di innovazione, toccando anche classici come “Medea” riproposta in una sua chiave di lettura. O il racconto della “Casa di Ninetta” da cui è stato tratto il film omonimo, sempre con la musica compagna di viaggio.

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di Napoli Magazine

21/03/2025 - 18:12

Teatro Magic Vision di Casalnuovo
Info 0818030270, 3292180679
Martedì 25 marzo, ore 20.45

Teatro La Provvidenza di Vallo della Lucania
Info 0974 717089
Mercoledì 26 marzo, ore 20.45

Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere
Info 0823799612
Giovedì 27 marzo, ore 21.00

Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
info 0823444051 
Da venerdì 28 a domenica 30 marzo
(venerdì ore 20.45, sabato ore 19.00, domenica ore 18.00)

Ente Teatro Cronaca, Sgat Napoli/Teatro Augusteo
presentano

’Na Santarella
di Eduardo Scarpetta
adattamento e regia Claudio Di Palma

con Massimo De Matteo

e con 
Chiara Baffi, Marika De Chiara, Angela De Matteo, Carlo Di Maro, Luciano Giugliano, Valentina Martiniello, Peppe Miale, Sabrina Nastri, Domenico Palmiero, Federico Siano

scene Luigi Ferrigno
costumi Annamaria Morelli
musiche Paolo Coletta
aiuto regia Manuel Di Martino

Due pronunciamenti testuali così contrastanti sulle virtù e i vizi di un’unica persona ci dicono, fra le altre cose, che Scarpetta ha inteso eleggere questa sua Santarella a simbolo di un emblematico dualismo comportamentale. 
Una donna dalla doppia personalità, insomma: timida e timorata di Dio, ma anche, intimamente, estrosa, ribelle e volitiva. Ma le pulsioni latenti di questa femmena, che è “angelo e diavula”, per Scarpetta sono anche l’occasione per svelare bipolarismi caratteriali assai più diffusi.

In questo senso, emblema e cardine di infingimenti e contraddizioni varie, è, naturalmente e soprattutto, il Felice “di turno”, per l’occasione in abiti di musicista compositore. Intorno ai due, l’autore costruisce una rete di umanissimi, ancorché anomali, figuri tutti alle prese con dissonanze interiori mal risolte, con vizi, ipocrisie ed ambizioni nascoste a malapena. Tutti con indosso vesti di convenienza che mistificano le identità e tutti, allo stesso tempo, capaci di trovare soluzioni alle proprie nevrosi negli stessi equivoci prodotti. Per questo non nasce dramma. Mai. Neppure di fronte a spiazzanti fratture psichiche. No, nessun dramma. 

Il teatro di Scarpetta, implicitamente sensibile agli sdoppiamenti che il Novecento insinuerà anche negli uomini semplici, si occupa piuttosto proprio del ribaltamento categorico del dramma, ossia, la comicità. In questo senso la costruzione è perfetta e, nella nostra lettura, trova collocazione più opportuna proprio nel teatro. 

Il teatro inteso come spazio dell’azione in cui i desideri, le vanità o certe perniciosità umorali, possono immaginare plausibili e creative realizzazioni o terapeutiche risolutive elaborazioni.

Nella nostra scena, dunque, c’è solo il teatro, che sia quello da parrocchia o quello più ufficiale addirittura d’opera. Il teatro, solo: nudo e solenne. Un teatro che, anche fra le quinte, riservi sorprese esilaranti, sappia nascondere o rivelare trucchi ed ambiguità, possa concedere epiloghi inattesi. 

Un teatro, inoltre, che ripari le ipocrisie e i disturbi dissociativi dei suoi protagonisti nell’irresistibile e cinica drammaturgia che Scarpetta tipizza con impareggiabile e consapevole ironia.

Claudio Di Palma


Cinema Teatro Italia di Eboli
Info 0828365333 
Martedì 25 marzo, ore 20.45

Teatro Gloria di Pomigliano d’Arco
Info 0818843409
Mercoledì 26 marzo, ore 20.45

Compagnia Nest e Diana OR.IS
presentano

Premiata Pasticceria Bellavista
una commedia di Vincenzo Salemme

con Francesco Di Leva, Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino

e con Stefano Miglio, Viviana Cangiano, Federica Carruba Toscano, Dolores Gianoli, Alessandra Mantice

regia Giuseppe Miale Di Mauro

scene Luigi Ferrigno, costumi Chiara Aversano
disegno Luci Paco Summonte, sound designer Italo Buonsenso
coreografie Chiara Alborino

aiuto regia Marcello Manzella, assistente regia Matteo D’antò
grafica e foto di scena Carmine Luino, realizzazione scene Alovisi Attrezzerie
 
Note dell’autore

Erano gli inizi degli anni ‘90 e ricordo che si discuteva molto della legge sulla donazione degli organi e uscirono nelle pagine di cronaca diversi episodi che suscitavano molta paura. Episodi che raccontavano di persone date per morte e poi miracolosamente risvegliatesi. 

“Ve lo immaginate se vi espiantassero gli organi credendovi morti mentre invece non lo siete affatto?”. Fu così che nacque l’idea di Premiata Pasticceria Bellavista. Proprio immaginando una cosa del genere. 

Non che io sia contrario alla donazione, anzi. Ma raccontare le paure più recondite dell’animo umano mi ha sempre affascinato. Senza la pretesa di trovare risposte. Anche perché sono paure contro le quali non possiamo fare granché se non parlarne, trovare una via di uscita dal buio della ragione nel rapporto aperto e fiducioso con il resto del mondo. Io provo a farlo sempre in maniera spiritosa, non per mancanza di rispetto nel trattare argomenti così delicati ma perché ridere e sentir ridere mi aiuta ad affrontare meglio le mie fragilità. 

Con affetto e stima per chi decide di venire a teatro a “guardare” le mie storie. E sono felice che, per la prima volta nella mia carriera di autore, non sarò io a raccontare una mia storia ma un gruppo di giovani artisti con una storia già prestigiosa alle spalle e con un futuro pieno di passione ancora da scrivere.
Vincenzo Salemme


Note di regia

“Ciechi, siete poveri ciechi” (Vincenzo Salemme)

Ci bastano gli occhi per guardare la vita? Premiata Pasticceria Bellavista racconta la differenza tra guardare e vedere. Una storia di cecità, di uomini e donne incapaci di osservare la vita e il mondo che li circonda. 

Il racconto di una condizione sociale e culturale in cui ogni personaggio della commedia è incapace di affrontare il percorso che la vita gli ha messo di fronte e agisce fingendo di non vedere. 

Non a caso arriverà proprio un cieco ad aprire gli occhi di tutti e metterli al cospetto della verità che nessuno di loro ha il coraggio di dire e dirsi. Paradosso Kafkiano che Salemme dipana lungo tutta la commedia con la sua penna ispirata fatta di battute fulminanti e tirate esistenziali che mettono in risalto un mondo ipocrita e vigliacco, guidato da una voce che viene dall’alto, la voce di una madre, figura creatrice come quella di Dio. 

Una commedia in cui si ride a crepapelle anche se non ci sarebbe molto da ridere. Questa è spesso la forza della scrittura di Salemme: riuscire a raccontare le crepe dell’essere umano attraverso la risata, quella risata che ancora non ci ha seppellito e chissà se mai lo farà. 

E proprio come faceva Eduardo De Filippo, Salemme riesce a raccontare attraverso le vicende di una famiglia il mondo intero, un’umanità che cammina con i paraocchi, che ha difficoltà nelle relazioni, che mira solo al profitto personale, che mente spudoratamente e non guarda mai in faccia la realtà. 

Una storia amara ambientata nel regno del dolce: un laboratorio di pasticceria. E proprio una torta alla fine risolverà tutti i loro problemi e addolcirà quelle vite insipide, liberandole dal fardello di chi le aveva messe al mondo e condizionava ogni loro scelta. 

Anche se, forse, di chi ci ha creati così come siamo, non ci libereremo mai. Per la Compagnia Nest continua il percorso nel mondo dei classici, dopo Shakespeare, Pirandello, Eduardo, Age e Scarpelli, abbiamo deciso di confrontarci con questo testo che consideriamo a tutti gli effetti un classico contemporaneo.
 
Trama

Ermanno e Giuditta Bellavista sono i proprietari di una pasticceria annessa alla loro casa. Con loro vive la madre, sofferente di diabete e pressione alta. Ermanno ha una relazione in segreto con Romina, la quale è stanca di dover parlare con lui di nascosto e vuole che si decida a parlarne con la famiglia. Anche Giuditta ha una relazione segreta con Aldo, pasticcere alle dipendenze dei Bellavista, che però non ama la non bella Giuditta ma mira alla sua ricchezza. Intanto si scopre che Ermanno tre mesi prima, ha subito un intervento di trapianto agli occhi, questi vennero prelevati da Carmine, un senzatetto che dopo un incidente automobilistico entra in coma. Creduto però morto, venne deciso di prelevargli gli occhi e trapiantarli ad Ermanno. Così, una volta svegliato dal coma, Carmine si ritrova cieco. Carmine riesce a raggiungere la pasticceria di Ermanno, rivelandogli che sono 3 mesi che non possiede più gli occhi, e che il prof. Rubelli, che ha eseguito l’intervento, è implicato nel gioco azzardo e nel traffico illecito di organi. Carmine decide di rimanere nella pasticceria di Ermanno, dicendo che ora egli dovrà guardare la vita per lui. Intanto nascono due problemi: la mamma di Ermanno e Giuditta, convinta che i figli la vogliano far morire per impossessarsi dell’eredità, vuole tagliarli fuori dal testamento. Di conseguenza, Aldo non è più tanto sicuro di sposare Giuditta, sapendo che ella forse non potrà più ereditare. Carmine coglie l’occasione per ideare un piano con il quale potranno essere risolti i problemi di Ermanno, Giuditta e anche i suoi. 

Teatro Nuovo di Napoli
Info 0814976267 
Martedì 25 marzo, ore 19.00

nell’ambito della rassegna “Napoli Fermata Mistero”
Il crime a teatro, a cura di Ciro Sabatino

Diana Spencer
Morte, mito e misteri

All’apice della popolarità e del carisma, Diana è più scomoda che mai nella sua ultima estate: la relazione con Dodi Fayed fa rabbrividire l’Establishment, l’arcivescovo di Canterbury sostiene che non incoronerebbe un re divorziato e risposato e i potenti del mondo temono la sua battaglia contro le mine.

Intanto si delineano già le sue prossime battaglie, tra i campi profughi. “I willname the names”, annuncia. “Farò i nomi”: di chi produce le mine e di chi le vende.

Ma il dossier a cui stava lavorando sparisce con lei il 31 agosto 1997.

Teatro Metropolitan di S. Anastasia
Info 0815305696
Mercoledì 26 e giovedì 27 marzo, ore 20.45

Teatro Umberto di Nola
info 0815127683, 0818231622
Sabato 29 marzo, ore 20.45

Ag Produzioni Teatrali
presenta

Paolo Caiazzo in

Quella visita inaspettata
 commedia in due atti scritta e diretta da Paolo Caiazzo 
 
con (in ordine di apparizione)
Carlo Caracciolo, Daniele Ciniglio, Cinzia Cordella, Francesca Morgante 
e la partecipazione di Maria Bolignano 

scenografia Francesco Felaco, costumi Federica Calabrese, 
disegno luci Luigi Della Monaca, aiuto regia Sofia Ardito 
foto e grafica Francesco Fiengo Studios   

La linea di confine che divide un comportamento etico da uno immorale non ha sempre un andamento lineare ed è funzione di opportunità e situazioni. Il protagonista Ferruccio, imprenditore del Sud, è orgoglioso della sua moralità. 
Una sola pecca si riconosce: la passione per Diabolik, che in fondo era un ladro. Una moglie arrivista, una sorella vittima di un shock post traumatico infantile, un figlio bamboccione e un commercialista fin troppo amico completano il quadro della vicenda. 

Gli equilibri familiari, anche se precari e monotoni, sembrano reggere, ma una visita inaspettata mette in discussione la loro integrità facendo affiorare vecchi scheletri nell’armadio: l’imprenditore deve rispondere di alcuni fondi sospetti transitati, a sua insaputa, su un conto corrente bancario. 

Incapace di reggere il peso delle accuse e spinto dalla disperazione di chi non ha più nulla da perdere, Ferruccio andrà oltre le aspettative decidendo di fare una follia e liberare il suo lato oscuro. 

Questo suo nuovo aspetto spregiudicato, ispirato comicamente a film e serie “crime” che invadono tv e streaming, conquista gli abitanti della casa, inconsapevoli vittime del “Fascino del male”. 

Teatro Verdi di Salerno
info 089662141
Da giovedì 27 a domenica 30 marzo
(giovedì, venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 18.00)

Compagnia Moliere 
in coproduzione con Teatro Stabile di Verona
presentano 

Emilio Solfrizzi, Carlotta Natoli 
in 

L’anatra all’arancia 
di W. D. Home e M. G. Sauvajon 

con
Ruben Rigillo, Beatrice Schiaffino 

e con Antonella Piccolo 

regia Claudio Greg Gregori 

scene Fabiana Di Marco 
costumi Alessandra Benaduce 
disegno luci Massimo Gresia

“L’Anatra all’Arancia” è un classico feuilleton dove i personaggi si muovono algidi ed eleganti su una scacchiera irta di trabocchetti. Ogni mossa dei protagonisti, però, ne rivela le emozioni, le mette a nudo a poco a poco e il cinismo lascia il passo ai timori, all’acredine, alla rivalità, alla gelosia; in una parola all’Amore, poiché è di questo che si parla. 

“L’Anatra all’Arancia” è una commedia che ti afferra immediatamente e ti trascina nel suo vortice di battute sagaci, solo apparentemente casuali, perché tutto è architettato come una partita a scacchi. 

La trasformazione dei personaggi avviene morbida, grazie a una regia che la modella con cromatismi e movimenti talvolta sinuosi, talvolta repentini, ma sempre nel rispetto di un racconto sofisticato in cui le meschinità dell’animo umano ci servano a sorridere, ma anche a suggerirci il modo di sbarazzarsene.

 

Teatro Nuovo di Napoli
Info 0814976267 
Da giovedì 27 a domenica 30 marzo
(giovedì ore 21.00, venerdì e domenica ore 18.30, sabato ore 19.00)

Cranpi, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Putéca Celidònia
in collaborazione con La Corte Ospitale – Forever Young 2022
presentano

Felicissima jurnata
uno spettacolo di Putéca Celidònia
drammaturgia e regia Emanuele D’Errico

con Antonella Morea e Dario Rea

e con le voci delle donne e degli uomini del Rione Sanità

scene Rosita Vallefuoco, musiche originali Tommy Grieco
suono Hubert Westkemper, luci Desideria Angeloni
costumi Rosario Martone
aiuto regia Clara Bocchino
realizzazione scene Mauro Rea
foto di scena Laila Pozzo

con il sostegno di Teatro Biblioteca Quarticciolo e 
di C.RE.A.RE Campania Centro di residenze della Regione Campania

Felicissima jurnata cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della solitudine il basso napoletano e i protagonisti di Giorni Felici di Samuel Beckett.

Un lavoro che nasce da un’esperienza ben precisa, vissuta attivamente da Pute´ca Celido`nia a partire dal 2018 all’interno del Rione Sanita` di Napoli, dove il collettivo cura diversi progetti teatrali. 

Dopo aver preso confidenza con il quartiere ed essere entrati all’interno di alcuni “bassi” – la tipica abitazione al piano terra con ingresso su strada – il collettivo ha iniziato a intervistare le donne e gli uomini che abitano nel quartiere.
Delle loro storie si compone Felicissima jurnata, che pone l’accento sulla paralisi emotiva e fisica che queste persone si impongono per mancanza di mezzi. Molti di loro non sono mai usciti dalla loro citta` – nel migliore dei casi – e nel peggiore non sono mai usciti dal proprio quartiere e chissa` da quanto tempo dalla propria casa. Non e` prigionia questa?

E` una prigionia consapevole o inconsapevole?

Teatro Barone di Melito di Napoli
Info 0813418905, 3278654469
Venerdì 28 e sabato 29 marzo, ore 20.45

Teatro Delle Rose, Piano Di Sorrento
info 0818786165, 3385003816
Domenica 30 marzo, ore 18.30

Peppe Iodice
in

Ho visto Maradona!
di Peppe Iodice 
scritto con Francesco Burzo, Marco Critelli

regia Francesco Mastandrea

Cosa accadrebbe se si potesse morire per un giorno soltanto? Se si potessero trascorrere 24 ore insieme ai grandi di ogni tempo e soprattutto insieme a LUI… che comanda tutto? Probabilmente al nostro ritorno nulla sarebbe più come prima.

È questo l’incipit del nuovo spettacolo di Peppe Iodice

Un espediente narrativo che permette al comico napoletano di essere ancora più libero, sincero ed autentico, affrontando i temi caldi della nostra vita visti da un’angolazione totalmente inedita.
Intorno a lui gli amici di sempre, ma anche ospiti indesiderati che renderanno questo spettacolo unico in ogni replica, portando gli spettatori a divertirsi ALDILÀ di ogni ragionevole dubbio. In pratica a vedere tutte le sere “la morte con gli occhi.”

Un gioco narrativo che permette al comico napoletano di essere ancora più libero, sincero, autentico, un meccanismo che innesca il talento di Iodice con una visione del mondo priva di ogni freno e convenzione.

Auditorium Teatro S. Alfonso Maria de Liguori di Pagani
Info 0815158061
Sabato 29 marzo, ore 20.45

A.G. Spettacoli 
presenta

Voce ‘e notte
uno spettacolo di e con Lina Sastri

al pianoforte Adriano Pennino

Questo spettacolo vuole essere la testimonianza di un lungo lavoro di ricerca musicale e teatrale realizzato in questi anni, dove parola, musica e danza di intrecciano in armonia. Un genere di teatro-canzone creato da Lina Sastri anni fa anche di titolo in titolo. Da “Lina rossa” a “Cuore mio”. Da “Corpo celeste” a “Mese mariano”. Da “Per la strada” a “Linapolina”. 

Da “Appunti di viaggio” a “Pensieri all’improvviso” … fino a “Eduardo mio”. Ha esplorato il mondo musicale drammaturgico e poetico napoletano, mescolandolo alla musica del mondo e muovendosi sul filo rosso del racconto personale, teatrale, classico e di innovazione, toccando anche classici come “Medea” riproposta in una sua chiave di lettura. O il racconto della “Casa di Ninetta” da cui è stato tratto il film omonimo, sempre con la musica compagna di viaggio.