Cultura & Gossip
L'INTERVISTA - C'è Luigi Bruno, campano doc, dietro il successo del Circo di Moira Orfei a Napoli
19.01.2018 22:11 di Napoli Magazine

Dietro il grande successo del Circo Moira Orfei a Napoli fino al 4 Febbraio (Mostra d’Oltremare) c’è anche lo zampino dello Stilista campano Luigi Bruno, nato a Casoria nel 1961 e figlio di Adriana Uggiano e Domenico Bruno. Luigi che ha disegnato, creato e realizzato gli abiti indossati dalla nuova stella del Circo Internazionale, la meravigliosa Brigitta Boccoli sta attraversando un periodo davvero d’oro, grazie a creazioni incredibili e di grande fattura apprezzate in ogni parte del globo.

 

Nell’ultimo anno tante le soddisfazioni, ed ora anche un felice approdo al costume da spettacolo, molto lontano da ciò che fino ad oggi ti ha fatto diventare internazionale.

Si, indubbiamente si. Le clienti mi conoscono per gli abiti da cerimonia e per le molteplici linee d’alta moda che esporto ormai da tanti anni sempre con grande successo ma di avvicinarmi al mondo del Teatro e del Circo a maggior ragione non mi era mai capitato.

 

Cosa hai studiato di così innovativo a riguardo?

La portabilità. Brigitta Boccoli è meravigliosa, il sogno segreto di ogni stilista, una donna fantastica con delle misure perfette da modella. Volevo si stupire ma senza esagerare, qui il pubblico appena la vede in pista rimane a bocca aperta tanto è perfetta e bravissima nei tanti ruoli che ricopre, dunque non volevo appesantire un immagine vincente. E debbo aver lavorato bene se Brigitta poi ha scelto per lo speciale di Natale di Domenica In su Rai Uno di indossare un mio abito rosso che utilizza anche per la parata finale dello show. Vuol dire che la creazione non ha solo una dimensione da spettacolo ma anche la possibilità di integrarsi e bene con l’armonia di avvenimenti prestigiosi come quello appena andato in onda in Rai. Cristina Parodi la conduttrice è rimasta molto colpita dall’abito di Brigitta complimentandosi in diretta ed io sono stato sommerso di richieste per farne almeno altri dieci uguali, cosa che ho dovuto declinare perché questo vestito nasce come mio personale omaggio a Brigitta, una donna affascinante, un imprenditrice all’avanguardia, una mamma affettuosa e premurosa.

 

Ma come nasce la tua passione per il mondo della moda?

In parte da ciò che seguivo in televisione da bambino nei  film americani, dove sfoggiavano abiti da sogno e in parte da quello che apprendevo giorno dopo giorno, nell’aiutare mia madre  in un negozio di abbigliamento. Lei non aveva una vera sartoria ma si serviva di varie sarte che collaboravano con lei. Poi preso dalla frenesia di una vena creativa incontrollabile iniziai a ritagliare i modelli che avevo nella testa, utilizzando le mie sorelle come cavie, fornivo loro un guardaroba illimitato di originalità e carta crespa, perché era di questo materiale che da bambino mi servivo.

 

Quando hai capito che la tua passione per la moda poteva trasformarsi in una professione?

È  successo più per esigenza che per scelta, i miei progetti per il mio futuro erano rivolti verso il mondo della medicina ma  purtroppo all'età di 17 anni, terzo di sette figli, rimasi orfano di padre  e con i grandi sforzi economici di mia madre, riuscii a diplomarmi  e mi iscrissi a medicina. Il percorso era lungo e costoso, quindi scelsi di guadagnare contribuendo  alle esigenze familiari, anche se sapevo che per mia madre era un dolore,  in quanto sorella di un professore in medicina sapeva bene a cosa stavo rinunciando.

 

Quali ricordi conservi della tua gavetta?

Tanti da poter scrivere un libro, è stato un percorso molto duro e faticoso,  vivendo al sud non avevi tutto a portata di mano come a Roma o Milano. Erano anni diversi. Ma senza mai arrendermi ho seguito  il mio percorso, non camminando ma correndo perché il tempo non era mai abbastanza.

 

Oggi a chi senti di dover dire grazie per quello che sei riuscito a diventare?

Principalmente a mia madre (Si commuove, Ndr) E’ stata la prima  a credere in me, ha investito quei pochi  soldi che possedeva, nonostante la grande responsabilità della famiglia, per farmi realizzare il sogno di aprire un negozio di abbigliamento. Di sicuro posso affermare che tutto ciò che successivamente ho ottenuto è stato con grande caparbietà e sudore, in questo mondo nessuno regala niente.

 

Un tuo sogno.

Contaminare il lavoro che faccio anche con altre esperienze che possano essere utili ai tanti giovani che hanno il desiderio di poter diventare stilisti. In ognuno che inizia, rivedo me stesso e se ne percepisco l’entusiasmo, allora cerco davvero di essere anche un buon insegnante. Posso dire di essere l’unico stilista a dare ascolto e se possibile a fornire aiuto ed indicazioni, se viene richiesto con cognizione di causa e cortesia? Con onestà ed educazione ovviamente.

 

Quali consigli daresti a chi si affaccia in questo momento nel mondo del lavoro, nel tuo stesso settore, in un periodo così complicato?

Consigliare di essere umili e trovarsi di fronte persone spavalde che si costringono umili, è mortificante. Bisogna avere un diverso approccio al lavoro, fatto di silenzi di fronte a professionisti di comprovata esperienza, di rispetto e di sacrifici, dunque nessuna limitazione o impedimento e quando si affronta una nuova strada, massima disponibilità, sempre. 

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L'INTERVISTA - C'è Luigi Bruno, campano doc, dietro il successo del Circo di Moira Orfei a Napoli

di Napoli Magazine

19/01/2024 - 22:11

Dietro il grande successo del Circo Moira Orfei a Napoli fino al 4 Febbraio (Mostra d’Oltremare) c’è anche lo zampino dello Stilista campano Luigi Bruno, nato a Casoria nel 1961 e figlio di Adriana Uggiano e Domenico Bruno. Luigi che ha disegnato, creato e realizzato gli abiti indossati dalla nuova stella del Circo Internazionale, la meravigliosa Brigitta Boccoli sta attraversando un periodo davvero d’oro, grazie a creazioni incredibili e di grande fattura apprezzate in ogni parte del globo.

 

Nell’ultimo anno tante le soddisfazioni, ed ora anche un felice approdo al costume da spettacolo, molto lontano da ciò che fino ad oggi ti ha fatto diventare internazionale.

Si, indubbiamente si. Le clienti mi conoscono per gli abiti da cerimonia e per le molteplici linee d’alta moda che esporto ormai da tanti anni sempre con grande successo ma di avvicinarmi al mondo del Teatro e del Circo a maggior ragione non mi era mai capitato.

 

Cosa hai studiato di così innovativo a riguardo?

La portabilità. Brigitta Boccoli è meravigliosa, il sogno segreto di ogni stilista, una donna fantastica con delle misure perfette da modella. Volevo si stupire ma senza esagerare, qui il pubblico appena la vede in pista rimane a bocca aperta tanto è perfetta e bravissima nei tanti ruoli che ricopre, dunque non volevo appesantire un immagine vincente. E debbo aver lavorato bene se Brigitta poi ha scelto per lo speciale di Natale di Domenica In su Rai Uno di indossare un mio abito rosso che utilizza anche per la parata finale dello show. Vuol dire che la creazione non ha solo una dimensione da spettacolo ma anche la possibilità di integrarsi e bene con l’armonia di avvenimenti prestigiosi come quello appena andato in onda in Rai. Cristina Parodi la conduttrice è rimasta molto colpita dall’abito di Brigitta complimentandosi in diretta ed io sono stato sommerso di richieste per farne almeno altri dieci uguali, cosa che ho dovuto declinare perché questo vestito nasce come mio personale omaggio a Brigitta, una donna affascinante, un imprenditrice all’avanguardia, una mamma affettuosa e premurosa.

 

Ma come nasce la tua passione per il mondo della moda?

In parte da ciò che seguivo in televisione da bambino nei  film americani, dove sfoggiavano abiti da sogno e in parte da quello che apprendevo giorno dopo giorno, nell’aiutare mia madre  in un negozio di abbigliamento. Lei non aveva una vera sartoria ma si serviva di varie sarte che collaboravano con lei. Poi preso dalla frenesia di una vena creativa incontrollabile iniziai a ritagliare i modelli che avevo nella testa, utilizzando le mie sorelle come cavie, fornivo loro un guardaroba illimitato di originalità e carta crespa, perché era di questo materiale che da bambino mi servivo.

 

Quando hai capito che la tua passione per la moda poteva trasformarsi in una professione?

È  successo più per esigenza che per scelta, i miei progetti per il mio futuro erano rivolti verso il mondo della medicina ma  purtroppo all'età di 17 anni, terzo di sette figli, rimasi orfano di padre  e con i grandi sforzi economici di mia madre, riuscii a diplomarmi  e mi iscrissi a medicina. Il percorso era lungo e costoso, quindi scelsi di guadagnare contribuendo  alle esigenze familiari, anche se sapevo che per mia madre era un dolore,  in quanto sorella di un professore in medicina sapeva bene a cosa stavo rinunciando.

 

Quali ricordi conservi della tua gavetta?

Tanti da poter scrivere un libro, è stato un percorso molto duro e faticoso,  vivendo al sud non avevi tutto a portata di mano come a Roma o Milano. Erano anni diversi. Ma senza mai arrendermi ho seguito  il mio percorso, non camminando ma correndo perché il tempo non era mai abbastanza.

 

Oggi a chi senti di dover dire grazie per quello che sei riuscito a diventare?

Principalmente a mia madre (Si commuove, Ndr) E’ stata la prima  a credere in me, ha investito quei pochi  soldi che possedeva, nonostante la grande responsabilità della famiglia, per farmi realizzare il sogno di aprire un negozio di abbigliamento. Di sicuro posso affermare che tutto ciò che successivamente ho ottenuto è stato con grande caparbietà e sudore, in questo mondo nessuno regala niente.

 

Un tuo sogno.

Contaminare il lavoro che faccio anche con altre esperienze che possano essere utili ai tanti giovani che hanno il desiderio di poter diventare stilisti. In ognuno che inizia, rivedo me stesso e se ne percepisco l’entusiasmo, allora cerco davvero di essere anche un buon insegnante. Posso dire di essere l’unico stilista a dare ascolto e se possibile a fornire aiuto ed indicazioni, se viene richiesto con cognizione di causa e cortesia? Con onestà ed educazione ovviamente.

 

Quali consigli daresti a chi si affaccia in questo momento nel mondo del lavoro, nel tuo stesso settore, in un periodo così complicato?

Consigliare di essere umili e trovarsi di fronte persone spavalde che si costringono umili, è mortificante. Bisogna avere un diverso approccio al lavoro, fatto di silenzi di fronte a professionisti di comprovata esperienza, di rispetto e di sacrifici, dunque nessuna limitazione o impedimento e quando si affronta una nuova strada, massima disponibilità, sempre.