Cultura & Gossip
LIBRI - Incontro con il Maestro Michele Campanella alla Feltrinelli a Napoli
16.09.2019 10:18 di Napoli Magazine

la Feltrinelli, piazza dei Martiri

martedì 17 settembre ore 18:00 

 

Incontro con il Maestro

MICHELE CAMPANELLA

in occasione della presentazione del suo libro

SUONO

Pensieri e divagazioni di un musicista fuori dal coro

(Castelvecchi)

 

Con l’autore intervengono

Marialaura Massa

Antonio Rostagno

 

E’ da poco uscito un libro che – non dico i pianisti, cui pure farebbe bene – ma qualsiasi appassionato di musica classica, in particolare se amante della musica per pianoforte, dovrebbe leggere. Un libro ricolmo di passioni, di emozioni, di sorprese di cui noi “ascoltatori non musicisti” siamo istintivamente ghiotti perché amplificano la capacità e il piacere dell’ascolto senza pretendere conoscenze tecniche e studi musicali, soprattutto senza la pretesa di istruirci.

“Suono, pensieri e divagazioni di un musicista fuori dal coro” (edito da Castelvecchi) è la terza fatica letteraria di Michele Campanella - uno dei più importanti pianisti italiani che inspiegabilmente, a giudicare dalle presenze degli ultimi tempi, sembrerebbe poco amato dalla nostra città ma sappiamo essere invece amatissimo in ogni altro angolo del mondo - dopo “Il mio Liszt, considerazioni di un interprete”, Bompiani 2011) e dopo “Quisquilie e pinzillacchere, storia di un musicista napoletano raccontata a un amico” a cura di Riccardo Risaliti - l’amico, appunto - (Castelvecchi 2017). Tre volumi in cui Campanella racconta se stesso, il suo intenso e radicale rapporto con il pianoforte, la sua visione del mondo attraverso la musica.

Il mio Liszt riassume l’immensa esperienza che l’autore ha accumulato in cinquant’anni di professione dedicata in grandissima parte al compositore ungherese, fino a creare una sorta di immedesimazione fra compositore e interprete; Quisquilie e pinzillacchere è l’intervista con un altro grande pianista e maestro di pianoforte per scoprire insieme le pieghe più intime di quel difficile mestiere. Suono è invece la raccolta di scritti - programmi di sala, conferenze, articoli, saggi - con i quali Campanella ha accompagnato il suo lavoro di indagine e di approfondimento della musica per pianoforte da lui amata e frequentata, la sola che chiama “classica” e che -come scrive - va da Bach fino al tramonto della tonalità.

 

Da Haydn, Mozart e Beethoven, considerati i pilastri su cui regge l’intera storia del pianoforte, da Chopin, Liszt e Schumann, i coetanei protagonisti della grande rivoluzione romantica, fino a Brahms, Debussy-Ravel e Musorgskij-Cajkovskij, padri rispettivamente delle scuole tedesca, francese e russa, il libro indaga i caratteri degli autori e delle opere facendole discendere una dall’altra con una quantità di osservazioni, vicende, relazioni, frutto di infinite letture e di approfondimenti sullo strumento che oltre sorprenderanno felicemente il lettore e l’amante della musica che quegli autori e quelle opere già conosce ma sarà aiutato a capire più intimamente.

 

Un lungo capitolo del libro (36 pagine delle 170 da cui è composto), costituito dalle note di sala dei concerti tenuti fra il 1998 e il 2000 a Napoli e a Roma, ripercorre la lunga storia della Forma-Sonata, da Haydn a Prokof’ev, e ce la mostra da una prospettiva del tutto nuova, come luogo dell’anima e dell’intelligenza che per oltre due secoli, mutando nel tempo da un compositore all’altro ma anche nel corso della vita di uno stesso compositore, è servito da struttura portante e da trama psicologica per costruire tutta la musica.  Ma anche le Variazioni Goldberg di Bach e la Petite messe solennelle di Rossini, così come Saint-Saëns, Rachmaninov, Poulenc, Busoni, hanno loro capitoli, essenziali per esplorare situazioni e mondi diversi, comunque riconducibili alla grande storia del pianoforte.

 

Un discorso a parte riguarda l’insegnamento dello strumento, raccontato in modo vivido ed accattivante nel capitolo dedicato al maestro della sua vita, il grande Vincenzo Vitale, ed al complesso ed interessante rapporto del maestro napoletano con il maestro bresciano Arturo Benedetti Michelangeli (che non sapevo fosse chiamato Ciro dagli amici); quante cose si capiscono del mestiere di pianista scandagliando quelle vite e i loro metodi di insegnamento...

 

Ma l’argomento più affascinante nel libro di Campanella è proprio quello indicato nel titolo, vale a dire “il suono”, quell’oscuro oggetto del desiderio vagheggiato ed inseguito da ogni pianista, la cui magìa fa la differenza fra i grandi maestri e la folla di coloro che non riescono a farci sognare. Il suono, vero protagonista di questo libro, ci fa capire che cosa cerchiamo quando entriamo in sala da concerto e che cosa ammiriamo di più nei pianisti che diventano i nostri beniamini, e questo musicista che – come dice lui – canta fuori dal coro, riesce a farci godere più intensamente e con maggiore consapevolezza quando ci applichiamo al difficile, sofisticato e impegnativo piacere dell’ascolto.

 

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LIBRI - Incontro con il Maestro Michele Campanella alla Feltrinelli a Napoli

di Napoli Magazine

16/09/2024 - 10:18

la Feltrinelli, piazza dei Martiri

martedì 17 settembre ore 18:00 

 

Incontro con il Maestro

MICHELE CAMPANELLA

in occasione della presentazione del suo libro

SUONO

Pensieri e divagazioni di un musicista fuori dal coro

(Castelvecchi)

 

Con l’autore intervengono

Marialaura Massa

Antonio Rostagno

 

E’ da poco uscito un libro che – non dico i pianisti, cui pure farebbe bene – ma qualsiasi appassionato di musica classica, in particolare se amante della musica per pianoforte, dovrebbe leggere. Un libro ricolmo di passioni, di emozioni, di sorprese di cui noi “ascoltatori non musicisti” siamo istintivamente ghiotti perché amplificano la capacità e il piacere dell’ascolto senza pretendere conoscenze tecniche e studi musicali, soprattutto senza la pretesa di istruirci.

“Suono, pensieri e divagazioni di un musicista fuori dal coro” (edito da Castelvecchi) è la terza fatica letteraria di Michele Campanella - uno dei più importanti pianisti italiani che inspiegabilmente, a giudicare dalle presenze degli ultimi tempi, sembrerebbe poco amato dalla nostra città ma sappiamo essere invece amatissimo in ogni altro angolo del mondo - dopo “Il mio Liszt, considerazioni di un interprete”, Bompiani 2011) e dopo “Quisquilie e pinzillacchere, storia di un musicista napoletano raccontata a un amico” a cura di Riccardo Risaliti - l’amico, appunto - (Castelvecchi 2017). Tre volumi in cui Campanella racconta se stesso, il suo intenso e radicale rapporto con il pianoforte, la sua visione del mondo attraverso la musica.

Il mio Liszt riassume l’immensa esperienza che l’autore ha accumulato in cinquant’anni di professione dedicata in grandissima parte al compositore ungherese, fino a creare una sorta di immedesimazione fra compositore e interprete; Quisquilie e pinzillacchere è l’intervista con un altro grande pianista e maestro di pianoforte per scoprire insieme le pieghe più intime di quel difficile mestiere. Suono è invece la raccolta di scritti - programmi di sala, conferenze, articoli, saggi - con i quali Campanella ha accompagnato il suo lavoro di indagine e di approfondimento della musica per pianoforte da lui amata e frequentata, la sola che chiama “classica” e che -come scrive - va da Bach fino al tramonto della tonalità.

 

Da Haydn, Mozart e Beethoven, considerati i pilastri su cui regge l’intera storia del pianoforte, da Chopin, Liszt e Schumann, i coetanei protagonisti della grande rivoluzione romantica, fino a Brahms, Debussy-Ravel e Musorgskij-Cajkovskij, padri rispettivamente delle scuole tedesca, francese e russa, il libro indaga i caratteri degli autori e delle opere facendole discendere una dall’altra con una quantità di osservazioni, vicende, relazioni, frutto di infinite letture e di approfondimenti sullo strumento che oltre sorprenderanno felicemente il lettore e l’amante della musica che quegli autori e quelle opere già conosce ma sarà aiutato a capire più intimamente.

 

Un lungo capitolo del libro (36 pagine delle 170 da cui è composto), costituito dalle note di sala dei concerti tenuti fra il 1998 e il 2000 a Napoli e a Roma, ripercorre la lunga storia della Forma-Sonata, da Haydn a Prokof’ev, e ce la mostra da una prospettiva del tutto nuova, come luogo dell’anima e dell’intelligenza che per oltre due secoli, mutando nel tempo da un compositore all’altro ma anche nel corso della vita di uno stesso compositore, è servito da struttura portante e da trama psicologica per costruire tutta la musica.  Ma anche le Variazioni Goldberg di Bach e la Petite messe solennelle di Rossini, così come Saint-Saëns, Rachmaninov, Poulenc, Busoni, hanno loro capitoli, essenziali per esplorare situazioni e mondi diversi, comunque riconducibili alla grande storia del pianoforte.

 

Un discorso a parte riguarda l’insegnamento dello strumento, raccontato in modo vivido ed accattivante nel capitolo dedicato al maestro della sua vita, il grande Vincenzo Vitale, ed al complesso ed interessante rapporto del maestro napoletano con il maestro bresciano Arturo Benedetti Michelangeli (che non sapevo fosse chiamato Ciro dagli amici); quante cose si capiscono del mestiere di pianista scandagliando quelle vite e i loro metodi di insegnamento...

 

Ma l’argomento più affascinante nel libro di Campanella è proprio quello indicato nel titolo, vale a dire “il suono”, quell’oscuro oggetto del desiderio vagheggiato ed inseguito da ogni pianista, la cui magìa fa la differenza fra i grandi maestri e la folla di coloro che non riescono a farci sognare. Il suono, vero protagonista di questo libro, ci fa capire che cosa cerchiamo quando entriamo in sala da concerto e che cosa ammiriamo di più nei pianisti che diventano i nostri beniamini, e questo musicista che – come dice lui – canta fuori dal coro, riesce a farci godere più intensamente e con maggiore consapevolezza quando ci applichiamo al difficile, sofisticato e impegnativo piacere dell’ascolto.