"Quel ragazzo della Curva B - Nino D'Angelo movie"
di Fabio Izzo e Gordiano Lupi
Edizioni IL FOGLIO
Nino D'Angelo, celebre cantautore e attore, rappresenta una delle figure più iconiche e versatili della cultura napoletana contemporanea. Dalla periferia di San Pietro a Patierno al successo internazionale, la sua carriera è un viaggio affascinante che ha attraversato la musica, il cinema e il teatro, segnando profondamente la tradizione culturale partenopea. Oggi, Nino D'Angelo è riconosciuto non solo come innovatore musicale, ma anche come attore cinematografico capace di conquistare un pubblico vasto e trasversale, rendendolo uno dei più influenti artisti italiani degli ultimi decenni. La sua carriera ha inizio negli anni '70, quando un giovane ragazzo nato nei quartieri popolari di Napoli riesce, grazie al suo talento innato, a far breccia nel cuore del pubblico con il suo primo grande successo, Nu jeans e 'na maglietta (1983). In quel momento, la musica napoletana stava attraversando un periodo di trasformazione, e D'Angelo è stato il pioniere di una fusione perfetta tra la tradizione della canzone partenopea e le esigenze di un pubblico in evoluzione. Con il suo caratteristico "caschetto biondo" e la voce calda, è riuscito a rendere la canzone napoletana un fenomeno popolare non solo in Italia, ma anche all’estero, portando l’anima di Napoli nelle case di milioni di persone. Le sue canzoni, cariche di romanticismo e realismo, riflettono un mondo semplice ma profondamente emotivo. D’Angelo ha saputo narrare l’amore, le difficoltà della vita quotidiana e l’identità di Napoli attraverso testi poetici, ricchi di passione e sentimenti genuini. È riuscito a creare un linguaggio musicale universale, raccontando storie capaci di coinvolgere il grande pubblico. Anche dopo aver abbandonato l'immagine iconica del “ragazzo del caschetto biondo”, D'Angelo ha continuato a esplorare nuovi territori musicali, dimostrando un'evoluzione artistica matura e profondamente legata alle radici culturali di Napoli.
Ma Nino D'Angelo non è stato solo un rivoluzionario della musica. Negli anni ’80, ha esteso il suo talento al cinema, dove ha conquistato una nuova dimensione di popolarità grazie a una serie di film di successo. Il debutto al cinema arriva con Celebrità (1981), diretto da Ninì Grassia, che segna l’inizio della sua carriera come attore e lo consacra come idolo delle masse. Seguono altre pellicole importanti come L'Ave Maria (1982) e Lo studente (1982), che confermano il suo talento anche davanti alla macchina da presa. Uno dei momenti più alti della sua carriera cinematografica arriva nel 1983 con Un jeans e una maglietta, diretto da Mariano Laurenti, che diventa un vero e proprio fenomeno culturale. Il film, che narra una storia semplice ma ricca di emozioni e ambientata nei quartieri popolari di Napoli, è uno dei maggiori incassi della stagione e diventa un simbolo di un'epoca. Nino D'Angelo, grazie al suo volto angelico e alla sua genuinità, diventa l’eroe delle classi popolari, capace di incarnare i sogni e le speranze di chi vive nei margini della società. Sebbene le critiche fossero spesso spietate, accusandolo di conformismo e superficialità, il pubblico lo ha sempre amato e sostenuto. Negli anni successivi, Nino D'Angelo ha consolidato il suo legame con il cinema, partecipando a una trentina di pellicole che spaziano dai film musicali alle sceneggiate napoletane, come Giuramento e Tradimento (1982) dirette da Alfonso Brescia. Pur avendo iniziato come cantante, D’Angelo ha dimostrato una sorprendente versatilità, recitando in ruoli drammatici e romantici con una naturalezza e una sensibilità che pochi avrebbero immaginato. Il suo cinema, spesso trascurato dalla critica ufficiale, è oggi rivalutato per la sua autenticità e per aver catturato lo spirito del popolo napoletano in un momento storico particolare. Gli anni ’90 rappresentano una svolta per Nino D'Angelo, che abbandona l’immagine del ragazzo di periferia per esplorare temi più profondi e universali. Album come Inseparabili (1991) e E la vita continua (1992) segnano una maturazione artistica significativa, che lo porta a essere considerato non solo un cantante popolare, ma un autore capace di affrontare temi di grande complessità. La sua evoluzione musicale non passa inosservata e nel 1997 partecipa al Festival di Sanremo con il brano "Senza giacca e cravatta", un omaggio struggente alla tradizione napoletana che sancisce il suo ritorno alle radici, pur mostrando una crescita artistica e umana. Negli anni 2000 la sua evoluzione musicale raggiunge il culmine con l'album "Terra Nera" ed in particolare con il brano "Jesce sole". Nino D'Angelo ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua musica e per le sue colonne sonore cinematografiche. La sua collaborazione con Roberta Torre per Tano da morire (1997) gli vale il Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro per la miglior musica, e la colonna sonora di Gomorra (2008), diretto da Matteo Garrone, lo consacra definitivamente come uno dei più grandi compositori italiani. Inoltre, ha dimostrato le sue capacità attoriali in televisione, partecipando al film Ama il tuo nemico (1999) e collaborando con grandi registi come Pupi Avati in Il cuore altrove (2003) e Toni D'Angelo in Una notte (2007). L'influenza di Nino D'Angelo sulla musica e sul cinema napoletano è innegabile. Artisti contemporanei come Luchè, Geolier, Clementino e Coez riconoscono il suo impatto nelle loro opere, vedendo in lui un pioniere capace di raccontare la vita di strada con autenticità e passione. Attraverso le sue canzoni, D'Angelo ha dato voce a chi spesso non ne ha, offrendo un ritratto crudo ma poetico della realtà napoletana. Oggi, la sua eredità vive nelle nuove generazioni di artisti che, come lui, riescono a fondere tradizione e innovazione, mantenendo viva la cultura partenopea.
Come sottolineano nelle loro prefazioni Alessandra Del Prete (Il Mattino) e Carlo Tortarolo Il Giornale), “Nino D’Angelo ha aperto la strada a molti, dimostrando che la musica può essere popolare e profonda, locale e universale”. La sua capacità di raccontare emozioni profonde e di mescolare il realismo con il romanticismo lo ha reso non solo un grande artista, ma una figura emblematica del panorama culturale italiano. Con più di 40 anni di carriera alle spalle, Nino D’Angelo è la testimonianza vivente di come l’arte possa abbattere barriere e unire le generazioni.
di Napoli Magazine
02/10/2024 - 16:28
"Quel ragazzo della Curva B - Nino D'Angelo movie"
di Fabio Izzo e Gordiano Lupi
Edizioni IL FOGLIO
Nino D'Angelo, celebre cantautore e attore, rappresenta una delle figure più iconiche e versatili della cultura napoletana contemporanea. Dalla periferia di San Pietro a Patierno al successo internazionale, la sua carriera è un viaggio affascinante che ha attraversato la musica, il cinema e il teatro, segnando profondamente la tradizione culturale partenopea. Oggi, Nino D'Angelo è riconosciuto non solo come innovatore musicale, ma anche come attore cinematografico capace di conquistare un pubblico vasto e trasversale, rendendolo uno dei più influenti artisti italiani degli ultimi decenni. La sua carriera ha inizio negli anni '70, quando un giovane ragazzo nato nei quartieri popolari di Napoli riesce, grazie al suo talento innato, a far breccia nel cuore del pubblico con il suo primo grande successo, Nu jeans e 'na maglietta (1983). In quel momento, la musica napoletana stava attraversando un periodo di trasformazione, e D'Angelo è stato il pioniere di una fusione perfetta tra la tradizione della canzone partenopea e le esigenze di un pubblico in evoluzione. Con il suo caratteristico "caschetto biondo" e la voce calda, è riuscito a rendere la canzone napoletana un fenomeno popolare non solo in Italia, ma anche all’estero, portando l’anima di Napoli nelle case di milioni di persone. Le sue canzoni, cariche di romanticismo e realismo, riflettono un mondo semplice ma profondamente emotivo. D’Angelo ha saputo narrare l’amore, le difficoltà della vita quotidiana e l’identità di Napoli attraverso testi poetici, ricchi di passione e sentimenti genuini. È riuscito a creare un linguaggio musicale universale, raccontando storie capaci di coinvolgere il grande pubblico. Anche dopo aver abbandonato l'immagine iconica del “ragazzo del caschetto biondo”, D'Angelo ha continuato a esplorare nuovi territori musicali, dimostrando un'evoluzione artistica matura e profondamente legata alle radici culturali di Napoli.
Ma Nino D'Angelo non è stato solo un rivoluzionario della musica. Negli anni ’80, ha esteso il suo talento al cinema, dove ha conquistato una nuova dimensione di popolarità grazie a una serie di film di successo. Il debutto al cinema arriva con Celebrità (1981), diretto da Ninì Grassia, che segna l’inizio della sua carriera come attore e lo consacra come idolo delle masse. Seguono altre pellicole importanti come L'Ave Maria (1982) e Lo studente (1982), che confermano il suo talento anche davanti alla macchina da presa. Uno dei momenti più alti della sua carriera cinematografica arriva nel 1983 con Un jeans e una maglietta, diretto da Mariano Laurenti, che diventa un vero e proprio fenomeno culturale. Il film, che narra una storia semplice ma ricca di emozioni e ambientata nei quartieri popolari di Napoli, è uno dei maggiori incassi della stagione e diventa un simbolo di un'epoca. Nino D'Angelo, grazie al suo volto angelico e alla sua genuinità, diventa l’eroe delle classi popolari, capace di incarnare i sogni e le speranze di chi vive nei margini della società. Sebbene le critiche fossero spesso spietate, accusandolo di conformismo e superficialità, il pubblico lo ha sempre amato e sostenuto. Negli anni successivi, Nino D'Angelo ha consolidato il suo legame con il cinema, partecipando a una trentina di pellicole che spaziano dai film musicali alle sceneggiate napoletane, come Giuramento e Tradimento (1982) dirette da Alfonso Brescia. Pur avendo iniziato come cantante, D’Angelo ha dimostrato una sorprendente versatilità, recitando in ruoli drammatici e romantici con una naturalezza e una sensibilità che pochi avrebbero immaginato. Il suo cinema, spesso trascurato dalla critica ufficiale, è oggi rivalutato per la sua autenticità e per aver catturato lo spirito del popolo napoletano in un momento storico particolare. Gli anni ’90 rappresentano una svolta per Nino D'Angelo, che abbandona l’immagine del ragazzo di periferia per esplorare temi più profondi e universali. Album come Inseparabili (1991) e E la vita continua (1992) segnano una maturazione artistica significativa, che lo porta a essere considerato non solo un cantante popolare, ma un autore capace di affrontare temi di grande complessità. La sua evoluzione musicale non passa inosservata e nel 1997 partecipa al Festival di Sanremo con il brano "Senza giacca e cravatta", un omaggio struggente alla tradizione napoletana che sancisce il suo ritorno alle radici, pur mostrando una crescita artistica e umana. Negli anni 2000 la sua evoluzione musicale raggiunge il culmine con l'album "Terra Nera" ed in particolare con il brano "Jesce sole". Nino D'Angelo ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua musica e per le sue colonne sonore cinematografiche. La sua collaborazione con Roberta Torre per Tano da morire (1997) gli vale il Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro per la miglior musica, e la colonna sonora di Gomorra (2008), diretto da Matteo Garrone, lo consacra definitivamente come uno dei più grandi compositori italiani. Inoltre, ha dimostrato le sue capacità attoriali in televisione, partecipando al film Ama il tuo nemico (1999) e collaborando con grandi registi come Pupi Avati in Il cuore altrove (2003) e Toni D'Angelo in Una notte (2007). L'influenza di Nino D'Angelo sulla musica e sul cinema napoletano è innegabile. Artisti contemporanei come Luchè, Geolier, Clementino e Coez riconoscono il suo impatto nelle loro opere, vedendo in lui un pioniere capace di raccontare la vita di strada con autenticità e passione. Attraverso le sue canzoni, D'Angelo ha dato voce a chi spesso non ne ha, offrendo un ritratto crudo ma poetico della realtà napoletana. Oggi, la sua eredità vive nelle nuove generazioni di artisti che, come lui, riescono a fondere tradizione e innovazione, mantenendo viva la cultura partenopea.
Come sottolineano nelle loro prefazioni Alessandra Del Prete (Il Mattino) e Carlo Tortarolo Il Giornale), “Nino D’Angelo ha aperto la strada a molti, dimostrando che la musica può essere popolare e profonda, locale e universale”. La sua capacità di raccontare emozioni profonde e di mescolare il realismo con il romanticismo lo ha reso non solo un grande artista, ma una figura emblematica del panorama culturale italiano. Con più di 40 anni di carriera alle spalle, Nino D’Angelo è la testimonianza vivente di come l’arte possa abbattere barriere e unire le generazioni.