Focus Azzurro
FOCUS AZZURRO - Cammaroto a "NM": "Napoli, è stato il miglior mercato dell'era De Laurentiis: voto 9 con Koulibaly, Bakayoko e Osimhen!"
11.10.2020 21:03 di Napoli Magazine

NAPOLI - Al crepuscolo delle polemiche da Tso sul caso Juve-Napoli, si torna a parlare di calcio e la squadra di Gattuso si prepara alla sfida con l'Atalanta per riprendere la corsa in un campionato, che a dispetto delle chiacchiere di giuristi da bar, scettici e sciacalli pone ora gli azzurri, a pieno titolo, tra le pretendenti allo scudetto. L'impossibilità di giocare a Torino era un dato di fatto ma nei giorni della pandemia è stato montato un pandemonio da follia collettiva. Non ci sarà 3-0 e neanche penalizzazione, e se mai per caso non dovesse essere così De Laurentiis e i suoi legali stravincerebbero poi in tribunale. Tutto il resto è noia. 

 
 
Il caos sul nulla ha spostato semmai l'attenzione dal finale di mercato col botto di un Napoli che in sordina ha fatto una sessione di trattative da capolavoro, da 9 che sarebbe stato 10 se fossero andati via anche gli epurati Milik e Llorente. Lo diciamo senza facili trionfalismi e anche con orgoglio, avendo anticipato tutte le mosse di mercato del club azzurro. Avevamo accostato già l'8 marzo scorso Bakayoko, lo davano per impossibile al Napoli, Gattuso lo ha convinto e Giuntoli ha piazzato il colpo allo sprint. Allan ha dato tanto ma Bakayoko è un top che aggiunge peso e kg a metà campo che mancavano da tempo immemore. Avevamo detto che Osimhen, al netto delle furbate del suo entourage, non aveva proposte dal Manchester United o il Liverpool e la strategia attendista del Napoli ha pagato. Boga e Veretout erano piste vere ma troppo costose e lo avevamo detto che in particolare il Sassuolo non avrebbe fatto sconti al Napoli neanche sotto tortura. Ma soprattutto abbiamo detto e scritto in tutte le lingue, sin dal 13 maggio scorso, forse unici in Italia, che Koulibaly sarebbe rimasto al Napoli: le probabilità di permanenza erano alte e il giocatore aveva dato disponibilità a restare e non c'erano le offerte faraoniche del City. Aerei, valigie, traslochi, la casa a Parigi, i viaggi di Ramadani e il cartello "svendesi" di Adl: gli oracoli del mercato, da eroi del "Cavani non torna" sono diventati speaker dell'addio scontato a Koulibaly, hanno montato una scenografia da fantascienza calcistica. Volti funerei hanno accolto nell'Italia calcistica la notizia della conferma di Koulibaly al Napoli, dopo aver sperato sino all'ultima ora che andasse via e indebolisse gli azzurri. Se aggiungiamo Sokratis a Capodichino, Petagna via per Lasagna, la firma di Karbownik, e Zinchenko accostato al Napoli ormai da una ventina di sessioni di mercato, e' stata una sinfonia trionfale della fantasia.  
 
 
Invece e' un'altra storia e menomale. Stavolta Aurelio De Laurentiis merita applausi senza se e senza ma, non ha badato ai conti altrimenti ci sarebbero state altre cessioni dopo Allan. Lo attaccano perché temono questo Napoli e chi mastica un minimo di pallone sa che la società ha costruito con poche mosse il Napoli più forte dell'era Adl e che ha tutto per essere il migliore del dopo Maradona. Nell'anno dello scudetto trafugato al Var Sarri aveva 13-14 giocatori, Gattuso oggi ha un organico lungo e di qualità. Una squadra che ha confermato Koulibaly (e accanto a lui Manolas), con l'aggiunta di Bakayoko in mezzo e di Osimhen in attacco, ha la forza fisica e la caratura tecnica per lottare fino in fondo con Inter e Juventus. Solo l'incertezza di un'annata ancora condizionata dal Covid e con le partite senza pubblico, sono fattori che rendono più incerta la stagione ma questo Napoli c'è e Gattuso farà il resto.
 
 

 

Emanuele Cammaroto

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

11/10/2024 - 21:03

NAPOLI - Al crepuscolo delle polemiche da Tso sul caso Juve-Napoli, si torna a parlare di calcio e la squadra di Gattuso si prepara alla sfida con l'Atalanta per riprendere la corsa in un campionato, che a dispetto delle chiacchiere di giuristi da bar, scettici e sciacalli pone ora gli azzurri, a pieno titolo, tra le pretendenti allo scudetto. L'impossibilità di giocare a Torino era un dato di fatto ma nei giorni della pandemia è stato montato un pandemonio da follia collettiva. Non ci sarà 3-0 e neanche penalizzazione, e se mai per caso non dovesse essere così De Laurentiis e i suoi legali stravincerebbero poi in tribunale. Tutto il resto è noia. 

 
 
Il caos sul nulla ha spostato semmai l'attenzione dal finale di mercato col botto di un Napoli che in sordina ha fatto una sessione di trattative da capolavoro, da 9 che sarebbe stato 10 se fossero andati via anche gli epurati Milik e Llorente. Lo diciamo senza facili trionfalismi e anche con orgoglio, avendo anticipato tutte le mosse di mercato del club azzurro. Avevamo accostato già l'8 marzo scorso Bakayoko, lo davano per impossibile al Napoli, Gattuso lo ha convinto e Giuntoli ha piazzato il colpo allo sprint. Allan ha dato tanto ma Bakayoko è un top che aggiunge peso e kg a metà campo che mancavano da tempo immemore. Avevamo detto che Osimhen, al netto delle furbate del suo entourage, non aveva proposte dal Manchester United o il Liverpool e la strategia attendista del Napoli ha pagato. Boga e Veretout erano piste vere ma troppo costose e lo avevamo detto che in particolare il Sassuolo non avrebbe fatto sconti al Napoli neanche sotto tortura. Ma soprattutto abbiamo detto e scritto in tutte le lingue, sin dal 13 maggio scorso, forse unici in Italia, che Koulibaly sarebbe rimasto al Napoli: le probabilità di permanenza erano alte e il giocatore aveva dato disponibilità a restare e non c'erano le offerte faraoniche del City. Aerei, valigie, traslochi, la casa a Parigi, i viaggi di Ramadani e il cartello "svendesi" di Adl: gli oracoli del mercato, da eroi del "Cavani non torna" sono diventati speaker dell'addio scontato a Koulibaly, hanno montato una scenografia da fantascienza calcistica. Volti funerei hanno accolto nell'Italia calcistica la notizia della conferma di Koulibaly al Napoli, dopo aver sperato sino all'ultima ora che andasse via e indebolisse gli azzurri. Se aggiungiamo Sokratis a Capodichino, Petagna via per Lasagna, la firma di Karbownik, e Zinchenko accostato al Napoli ormai da una ventina di sessioni di mercato, e' stata una sinfonia trionfale della fantasia.  
 
 
Invece e' un'altra storia e menomale. Stavolta Aurelio De Laurentiis merita applausi senza se e senza ma, non ha badato ai conti altrimenti ci sarebbero state altre cessioni dopo Allan. Lo attaccano perché temono questo Napoli e chi mastica un minimo di pallone sa che la società ha costruito con poche mosse il Napoli più forte dell'era Adl e che ha tutto per essere il migliore del dopo Maradona. Nell'anno dello scudetto trafugato al Var Sarri aveva 13-14 giocatori, Gattuso oggi ha un organico lungo e di qualità. Una squadra che ha confermato Koulibaly (e accanto a lui Manolas), con l'aggiunta di Bakayoko in mezzo e di Osimhen in attacco, ha la forza fisica e la caratura tecnica per lottare fino in fondo con Inter e Juventus. Solo l'incertezza di un'annata ancora condizionata dal Covid e con le partite senza pubblico, sono fattori che rendono più incerta la stagione ma questo Napoli c'è e Gattuso farà il resto.
 
 

 

Emanuele Cammaroto

 

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