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FOCUS AZZURRO - Cammaroto su "NM": "Napoli, comincia l'era Gattuso, a gennaio due o tre mosse in entrata, andranno via Younes e Tonelli, e almeno uno tra Mertens e Callejon, si aspetta di capire come finirà la vicenda Ibra"
11.12.2019 17:03 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il dado è tratto, nella notte europea che porta il Napoli agli ottavi di Champions League è accaduto quello che doveva accadere. Aurelio De Laurentiis ha fatto una scelta per alcuni versi controcorrente ma necessaria. Lo si critica spesso su varie situazioni ma stavolta il presidente ha fatto la mossa giusta, perchè Ancelotti non poteva più rimanere sulla panchina del Napoli e perchè serviva l'uomo della scossa e del cambio di passo, come potrà essere certamente Rino Gattuso. Devo dire che stamattina ho ritenuto corretto complimentarmi con lui.

 

La verità è che nulla cambia che ieri sera il Napoli abbia vinto 4-0 e bisogna essere onesti intellettualmente nel non essere "vedove" di circostanza e riconoscere che il livello dell'avversario era modesto e in alcuni tratti abbiamo visto le solite amnesie rivelatesi fatali in campionato. Ancelotti merita rispetto e nessuno gli toglierà mai i successi che ha ottenuto altrove ma i fatti qui sono più ostinati di qualsiasi teorema e la conclusione di tutto è che Ancelotti a Napoli ha fallito. L'era Ancelotti finisce dopo un secondo posto a distanza siderale dalla prima e una semifinale di Europa League persa in malomodo, e dopo una seconda stagione che sin qui è stata la peggiore dell'era De Laurentiis, tra le più anonime e deprimenti di sempre nella storia di questo club. Napoli è una piazza dove serve carattere, capacità di gestire lo spogliatoio e di entrare in simbiosi con l'ambiente mentre Ancelotti è stato l'uomo sbagliato nel posto sbagliato. Da due anni c'è uno stadio vuoto, non per il luogo comune delle solite schermaglie contro la società ma perchè la squadra non divertiva e non appassionava più la gente, non si è mai vista un'identità e un'anima. Indubbie le colpe anche dei calciatori ma in questi casi la storia insegna che se non c'è feeling tra il gruppo e il tecnico è quest'ultimo che poi paga il conto. La reazione in campo contro il Genk non era una prestazione a difesa di Ancelotti ma il sentimento di un gruppo che si è sentito liberato e sapeva dell'esonero sancito di un allenatore con il quale almeno la metà dei calciatori non si trovava bene.

 

Adesso comincia l'era Gattuso, un uomo del profondo Sud che merita considerazione e fiducia perché non avrà curriculum in panchina ma da giocatore ha vinto tutto in Italia e nel mondo e soprattutto ha il carisma ideale per la piazza di Napoli. Sono convinto che la scossa nell'ambiente, in campo e fuori, ci sarà. Nessuno può dire dove potrà arrivare il Napoli di Gattuso ma rivedremo una squadra con il coltello tra i denti. I valori tecnici di questo Napoli non possono essere da 21 punti in classifica, ci sono dei problemi ma la squadra se messa nella giuste condizioni è superiore di gran lunga alla Lazio e alle altre che sono sotto a Juve e Inter. Gattuso non chiederà rivoluzioni copernicane a gennaio, due o tre mosse in entrata verranno fatte ma è fondamentale che prima qualcuno esca. Andranno via Younes e Tonelli, e almeno uno tra Mertens e Callejon. E aspettiamo di capire come finirà la vicenda Ibrahimovic, che ha ritardato la sua decisione perchè ha sempre avuto in testa Napoli come prima scelta assoluta e che sin qui non si è ancora rassegnato ai desideri milanesi della moglie e a dover "ripiegare" sul non avvicente trasferimento al modesto Milan attuale. Se Gattuso chiama Ibra risponde, altrimenti sarà un peccato e lo svedese andrà altrove.

 

 

Emanuele Cammaroto

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

 
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di Napoli Magazine

11/12/2024 - 17:03

NAPOLI - Il dado è tratto, nella notte europea che porta il Napoli agli ottavi di Champions League è accaduto quello che doveva accadere. Aurelio De Laurentiis ha fatto una scelta per alcuni versi controcorrente ma necessaria. Lo si critica spesso su varie situazioni ma stavolta il presidente ha fatto la mossa giusta, perchè Ancelotti non poteva più rimanere sulla panchina del Napoli e perchè serviva l'uomo della scossa e del cambio di passo, come potrà essere certamente Rino Gattuso. Devo dire che stamattina ho ritenuto corretto complimentarmi con lui.

 

La verità è che nulla cambia che ieri sera il Napoli abbia vinto 4-0 e bisogna essere onesti intellettualmente nel non essere "vedove" di circostanza e riconoscere che il livello dell'avversario era modesto e in alcuni tratti abbiamo visto le solite amnesie rivelatesi fatali in campionato. Ancelotti merita rispetto e nessuno gli toglierà mai i successi che ha ottenuto altrove ma i fatti qui sono più ostinati di qualsiasi teorema e la conclusione di tutto è che Ancelotti a Napoli ha fallito. L'era Ancelotti finisce dopo un secondo posto a distanza siderale dalla prima e una semifinale di Europa League persa in malomodo, e dopo una seconda stagione che sin qui è stata la peggiore dell'era De Laurentiis, tra le più anonime e deprimenti di sempre nella storia di questo club. Napoli è una piazza dove serve carattere, capacità di gestire lo spogliatoio e di entrare in simbiosi con l'ambiente mentre Ancelotti è stato l'uomo sbagliato nel posto sbagliato. Da due anni c'è uno stadio vuoto, non per il luogo comune delle solite schermaglie contro la società ma perchè la squadra non divertiva e non appassionava più la gente, non si è mai vista un'identità e un'anima. Indubbie le colpe anche dei calciatori ma in questi casi la storia insegna che se non c'è feeling tra il gruppo e il tecnico è quest'ultimo che poi paga il conto. La reazione in campo contro il Genk non era una prestazione a difesa di Ancelotti ma il sentimento di un gruppo che si è sentito liberato e sapeva dell'esonero sancito di un allenatore con il quale almeno la metà dei calciatori non si trovava bene.

 

Adesso comincia l'era Gattuso, un uomo del profondo Sud che merita considerazione e fiducia perché non avrà curriculum in panchina ma da giocatore ha vinto tutto in Italia e nel mondo e soprattutto ha il carisma ideale per la piazza di Napoli. Sono convinto che la scossa nell'ambiente, in campo e fuori, ci sarà. Nessuno può dire dove potrà arrivare il Napoli di Gattuso ma rivedremo una squadra con il coltello tra i denti. I valori tecnici di questo Napoli non possono essere da 21 punti in classifica, ci sono dei problemi ma la squadra se messa nella giuste condizioni è superiore di gran lunga alla Lazio e alle altre che sono sotto a Juve e Inter. Gattuso non chiederà rivoluzioni copernicane a gennaio, due o tre mosse in entrata verranno fatte ma è fondamentale che prima qualcuno esca. Andranno via Younes e Tonelli, e almeno uno tra Mertens e Callejon. E aspettiamo di capire come finirà la vicenda Ibrahimovic, che ha ritardato la sua decisione perchè ha sempre avuto in testa Napoli come prima scelta assoluta e che sin qui non si è ancora rassegnato ai desideri milanesi della moglie e a dover "ripiegare" sul non avvicente trasferimento al modesto Milan attuale. Se Gattuso chiama Ibra risponde, altrimenti sarà un peccato e lo svedese andrà altrove.

 

 

Emanuele Cammaroto

 

Napoli Magazine

 

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