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G-FACTOR - G. Lucariello su "NM": "Gattuso i suoi miracoli li ha già fatti"
27.12.2020 23:38 di Napoli Magazine

NAPOLI - Franchezza e rispetto, innanzitutto. C‘è modo e modo per manifestare amarezze, delusioni e malumori, sensazioni e stati d’animo ripetutamente espressi per la marcia nient’affatto brillante della squadra del cuore nell’ultimissimo periodo, soprattutto attraverso i social, una straordinaria finestra per la libera opinione. Ma nel groviglio dei pareri, delle critiche e delle osservazioni del tutto comprensibili e fondate, emergono però punti di vista che poco hanno a che fare con la napoletanità che compone l’anima straordinaria della gente della città in riva al Golfo. Saranno stati gli effetti delle due ultime sconfitte, probabilmente a produrre eccessi manifestati principalmente attraverso i social e che hanno poco a che fare con i veri sentimenti di un popolo passionale, generoso e altruista, allegro e triste e di grandi slanci, come quello nostro. Fatto sta nel mirino c’è finito in gran parte Rino Gattuso, bersagliato da attacchi pesantissimi che sono andati al di là di qualsiasi immaginazione e che hanno posto il tecnico calabrese sullo scanno degli imputati, reo principale della pessima prestazione e del pareggio col Torino. Ancora oggi se ne leggono di tutti i colori e c’è chi è perfino arrivato a chiedere la testa dell’allenatore, auspicando addirittura il ritorno di Sarri, a suo tempo massacrato per il grande tradimento da lui orchestrato per lasciare Napoli e il Napoli e che il club di Castel Volturno avrebbe ricontattato, assurdo. Ecco gli eccessi che hanno dell’incredibile, e ciò senza nulla togliere ai punti di vista e ai pareri di chicchessia e senza voler entrare nei panni dei censori assoluti, ci mancherebbe. Ma c’è modo e modo. E quel che è troppo diventa insopportabile. Gattuso i suoi miracoli alla guida della squadra li ha già fatti, rimettendo in piede un team distrutto nel fisico e nel morale e portandolo alla conquista della Coppa Italia, meriti indiscutibili, ma che ora come ora si trova difronte ad un Napoli senza testa, svagato, distratto, superficiale e da quello che si vede senza voglia e soprattutto senza identità. Tra i suoi addebiti c’è quello di aver creato, abbozzandola, un’altra giostra volante, come quella di Ancelotti, il quale per accontentare tutti i giocatori, attuò un giro di rotazioni che scontentarono l’intera rosa, provocando irritazioni e forti risentimenti. Sul tavolo di lavoro di Gattuso tra l’altro c’è il lungo elenco degli infortunati, cosa che ha diminuito sensibilmente l’efficacia della squadra che ha perso riferimenti importanti nella composizione della sua identità, al momento del tutto da costruire ancora, per quello che ha fatto vedere soprattutto nella partita col Torino. Per riavere il miglior Napoli – quello che ha anche provocato emozioni facendo vibrare i cuori all’inizio di questa stagione – ci vorrebbe il miglior Gattuso e non quello colpito dalla miastenia e che orgogliosamente è rimasto al suo posto malconcio e fortemente sofferente a causa della malattia che lo ha messo in ginocchio. Ritornerà al posto di comando al meglio possibile delle sue condizioni e di certo non per l’opportunità di rinnovare il contratto, ma per rispondere sul campo del suo impegno. Ringhio – persona tutta d’un pezzo – è caratterialmente simile ad un grande azzurro che ha onorato da napoletano la sua maglia e che nelle sue stagioni di lavoro successive a quelle sul terreno di gioco ha cercato di costruire un Grande Napoli, portando nel club prima Rudy Krol e poi Diego Armando Maradona: Antonio Iuliano, una bandiera, tra l’altro l’unico calciatore napoletano ad aver partecipato a ben tre campionati del mondo. Di Totonno che ieri ha festeggiato gli anni, amorevolmente lo ha ricordato il sito azzurro “Un giorno all’improvviso”, rendendo gli onori al Grande Capitano.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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G-FACTOR - G. Lucariello su "NM": "Gattuso i suoi miracoli li ha già fatti"

di Napoli Magazine

27/12/2024 - 23:38

NAPOLI - Franchezza e rispetto, innanzitutto. C‘è modo e modo per manifestare amarezze, delusioni e malumori, sensazioni e stati d’animo ripetutamente espressi per la marcia nient’affatto brillante della squadra del cuore nell’ultimissimo periodo, soprattutto attraverso i social, una straordinaria finestra per la libera opinione. Ma nel groviglio dei pareri, delle critiche e delle osservazioni del tutto comprensibili e fondate, emergono però punti di vista che poco hanno a che fare con la napoletanità che compone l’anima straordinaria della gente della città in riva al Golfo. Saranno stati gli effetti delle due ultime sconfitte, probabilmente a produrre eccessi manifestati principalmente attraverso i social e che hanno poco a che fare con i veri sentimenti di un popolo passionale, generoso e altruista, allegro e triste e di grandi slanci, come quello nostro. Fatto sta nel mirino c’è finito in gran parte Rino Gattuso, bersagliato da attacchi pesantissimi che sono andati al di là di qualsiasi immaginazione e che hanno posto il tecnico calabrese sullo scanno degli imputati, reo principale della pessima prestazione e del pareggio col Torino. Ancora oggi se ne leggono di tutti i colori e c’è chi è perfino arrivato a chiedere la testa dell’allenatore, auspicando addirittura il ritorno di Sarri, a suo tempo massacrato per il grande tradimento da lui orchestrato per lasciare Napoli e il Napoli e che il club di Castel Volturno avrebbe ricontattato, assurdo. Ecco gli eccessi che hanno dell’incredibile, e ciò senza nulla togliere ai punti di vista e ai pareri di chicchessia e senza voler entrare nei panni dei censori assoluti, ci mancherebbe. Ma c’è modo e modo. E quel che è troppo diventa insopportabile. Gattuso i suoi miracoli alla guida della squadra li ha già fatti, rimettendo in piede un team distrutto nel fisico e nel morale e portandolo alla conquista della Coppa Italia, meriti indiscutibili, ma che ora come ora si trova difronte ad un Napoli senza testa, svagato, distratto, superficiale e da quello che si vede senza voglia e soprattutto senza identità. Tra i suoi addebiti c’è quello di aver creato, abbozzandola, un’altra giostra volante, come quella di Ancelotti, il quale per accontentare tutti i giocatori, attuò un giro di rotazioni che scontentarono l’intera rosa, provocando irritazioni e forti risentimenti. Sul tavolo di lavoro di Gattuso tra l’altro c’è il lungo elenco degli infortunati, cosa che ha diminuito sensibilmente l’efficacia della squadra che ha perso riferimenti importanti nella composizione della sua identità, al momento del tutto da costruire ancora, per quello che ha fatto vedere soprattutto nella partita col Torino. Per riavere il miglior Napoli – quello che ha anche provocato emozioni facendo vibrare i cuori all’inizio di questa stagione – ci vorrebbe il miglior Gattuso e non quello colpito dalla miastenia e che orgogliosamente è rimasto al suo posto malconcio e fortemente sofferente a causa della malattia che lo ha messo in ginocchio. Ritornerà al posto di comando al meglio possibile delle sue condizioni e di certo non per l’opportunità di rinnovare il contratto, ma per rispondere sul campo del suo impegno. Ringhio – persona tutta d’un pezzo – è caratterialmente simile ad un grande azzurro che ha onorato da napoletano la sua maglia e che nelle sue stagioni di lavoro successive a quelle sul terreno di gioco ha cercato di costruire un Grande Napoli, portando nel club prima Rudy Krol e poi Diego Armando Maradona: Antonio Iuliano, una bandiera, tra l’altro l’unico calciatore napoletano ad aver partecipato a ben tre campionati del mondo. Di Totonno che ieri ha festeggiato gli anni, amorevolmente lo ha ricordato il sito azzurro “Un giorno all’improvviso”, rendendo gli onori al Grande Capitano.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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