NAPOLI - Calma. Ora come ora c’è bisogno di molta calma e nello stesso tempo bisogna tornare un po’ coi piedi per terra per ritrovare umiltà e serenità di giudizio. Certo è che la sconfitta di San Siro è stato davvero un brutto colpo, qualcosa che ha mandato in frantumi il progetto Coppa Italia creando delusione, rabbia e amarezze profonde. Messo da parte il campionato come bersaglio numero uno – e cioè lo scudetto – a causa dello strapotere juventino, quì a Napoli erano stati fissati altri due traguardi e cioè Coppa Italia ed Europa League. Di coppe ne è rimasta adesso una soltanto, un obiettivo in cui bisogna calarsi interamente ma senza tralasciare però il campionato nel senso che la distanza con le altre c’è ed è pure sostanziosa, ma guai ad allentare la corsa lassù in vetta, non si sa mai, la zona Champions non si tocca. Già, San Siro. E chi dimenticherà mai la partita di martedì sera. E’ bene che non la dimentichi soprattutto la squadra guardando però al presente e all’intera stagione che resta tutta da giocare, cominciando dalla prossima partita con la Sampdoria del nostro caro Fabio Quagliarella, che ha lasciato una montagna di rimpianti e che lui stesso sicuramente si porta sempre dentro a causa del suo forzato addio dalla maglia azzurra. Attenzione a lui, naturalmente, soprattutto adesso che con il gol è diventato un record-man. Mettendo però da parte per un momento la Sampdoria e il suo bomber, il tema che va approfondito riguarda l’enorme inconcepibile frattura che si è creata nella tifoseria della squadra del cuore. L’impressione è che qualcuno o più di uno, stia facendo l’impossibile per acuire una dannosa pericolosa divisione che invece non ha nessun reale motivo di esistere. Già, parliamo dei due schieramenti tra coloro che inutilmente rimpiangono Sarri e chi invece ha girato la pagina su di un presente in cui c’è Ancelotti sul ponte di comando. Ebbene, è il momento di dire basta, è il caso di chiudere con il passato, naturalmente riconoscendo i meriti del precedente navigatore. Ma non si può ancora e sempre vivere di nostalgie che finiscono per avere uno strano sapore, e cioè appaiono perfino pretestuose visto che in base alle circostanze ecco che scatta la contrapposizione tra il penultimo allenatore del Napoli e quello attuale, niente di più sballato e sbagliato. Eventuali accostamenti ai fini statistici bisognerà farli magari a fine stagione, numeri alla mano. Ma adesso è ora di finirla con questa storiella che ha assunto i toni di una dannosa guerra in famiglia. E va detto pure che dopo San Siro i sarriani si sono scatenati. Siamo stufi, sinceramente. Questione di poco però, giacchè a gettare acqua sul fuoco è arrivata la sconfitta del Chelsea con un 4-0 in trasferta. Non sarebbe più utile nel complesso dedicarsi soltanto al Napoli, anziché guardare in casa d’altri dove tra l’altro il tecnico tosco-napoletano viene vivacemente criticato?, e ce ne dispiace. Non è una consolazione, ma una semplice considerazione, s’intende, però alla serataccia del Napoli a Milano corrispondono comunque la sconfitta dell’”Invincibile” Juve a Bergamo e quella disastrosa della Roma a Firenze. Ciò non toglie che a Napoli Carletto Ancelotti ha molto da lavorare, innanzitutto nel capire e sanare gli attuali mali oscuri della squadra del cuore ed eventuali mal di pancia, limitando anche al massimo la girandola tecnico-tattica degli azzurri che adesso hanno bisogno di maggiore certezze e stabilità per conferire al Napoli una spiccata identità. La giostra volante non si confà.
Gianfranco Lucariello
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
01/02/2024 - 19:04
NAPOLI - Calma. Ora come ora c’è bisogno di molta calma e nello stesso tempo bisogna tornare un po’ coi piedi per terra per ritrovare umiltà e serenità di giudizio. Certo è che la sconfitta di San Siro è stato davvero un brutto colpo, qualcosa che ha mandato in frantumi il progetto Coppa Italia creando delusione, rabbia e amarezze profonde. Messo da parte il campionato come bersaglio numero uno – e cioè lo scudetto – a causa dello strapotere juventino, quì a Napoli erano stati fissati altri due traguardi e cioè Coppa Italia ed Europa League. Di coppe ne è rimasta adesso una soltanto, un obiettivo in cui bisogna calarsi interamente ma senza tralasciare però il campionato nel senso che la distanza con le altre c’è ed è pure sostanziosa, ma guai ad allentare la corsa lassù in vetta, non si sa mai, la zona Champions non si tocca. Già, San Siro. E chi dimenticherà mai la partita di martedì sera. E’ bene che non la dimentichi soprattutto la squadra guardando però al presente e all’intera stagione che resta tutta da giocare, cominciando dalla prossima partita con la Sampdoria del nostro caro Fabio Quagliarella, che ha lasciato una montagna di rimpianti e che lui stesso sicuramente si porta sempre dentro a causa del suo forzato addio dalla maglia azzurra. Attenzione a lui, naturalmente, soprattutto adesso che con il gol è diventato un record-man. Mettendo però da parte per un momento la Sampdoria e il suo bomber, il tema che va approfondito riguarda l’enorme inconcepibile frattura che si è creata nella tifoseria della squadra del cuore. L’impressione è che qualcuno o più di uno, stia facendo l’impossibile per acuire una dannosa pericolosa divisione che invece non ha nessun reale motivo di esistere. Già, parliamo dei due schieramenti tra coloro che inutilmente rimpiangono Sarri e chi invece ha girato la pagina su di un presente in cui c’è Ancelotti sul ponte di comando. Ebbene, è il momento di dire basta, è il caso di chiudere con il passato, naturalmente riconoscendo i meriti del precedente navigatore. Ma non si può ancora e sempre vivere di nostalgie che finiscono per avere uno strano sapore, e cioè appaiono perfino pretestuose visto che in base alle circostanze ecco che scatta la contrapposizione tra il penultimo allenatore del Napoli e quello attuale, niente di più sballato e sbagliato. Eventuali accostamenti ai fini statistici bisognerà farli magari a fine stagione, numeri alla mano. Ma adesso è ora di finirla con questa storiella che ha assunto i toni di una dannosa guerra in famiglia. E va detto pure che dopo San Siro i sarriani si sono scatenati. Siamo stufi, sinceramente. Questione di poco però, giacchè a gettare acqua sul fuoco è arrivata la sconfitta del Chelsea con un 4-0 in trasferta. Non sarebbe più utile nel complesso dedicarsi soltanto al Napoli, anziché guardare in casa d’altri dove tra l’altro il tecnico tosco-napoletano viene vivacemente criticato?, e ce ne dispiace. Non è una consolazione, ma una semplice considerazione, s’intende, però alla serataccia del Napoli a Milano corrispondono comunque la sconfitta dell’”Invincibile” Juve a Bergamo e quella disastrosa della Roma a Firenze. Ciò non toglie che a Napoli Carletto Ancelotti ha molto da lavorare, innanzitutto nel capire e sanare gli attuali mali oscuri della squadra del cuore ed eventuali mal di pancia, limitando anche al massimo la girandola tecnico-tattica degli azzurri che adesso hanno bisogno di maggiore certezze e stabilità per conferire al Napoli una spiccata identità. La giostra volante non si confà.
Gianfranco Lucariello
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