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G-FACTOR - Gianfranco Lucariello scrive su "NM": "Urge una calmata generale, ora testa al Torino!"
04.10.2019 18:33 di Napoli Magazine

NAPOLI - Un caos, c’è l’inferno intorno alla squadra più forte d’Italia. Mettiamoci bene in testa che nonostante tutto in via prioritaria quella azzurra in quanto alla rosa, alle capacità professionali e alle possibilità dovrebbe fare a pezzi tutti gli avversari, ma non è così, pur se quando gioca il Napoli gioca il calcio più bello della serie A, non è un paradosso, l'abbiamo visto dal vivo. Nella diversa realtà alcune prestazioni ed alcuni risultati hanno scatenato un pandemonio, soprattutto il pareggio di ieri in Champions a Genk. Ed è un peccato. Sul web e nelle discussioni è finito sotto accusa soprattutto l’allenatore che si è comunque posto a difesa dei suoi giocatori ed è anche giusto che sia così, come è giusto ed anche normale che all’esterno del club si stia discutendo sulle innegabili problematiche che d’altronde sono sotto gli occhi di tutti con in primissimo piano il caso Insigne nonché le situazioni che riguardano Lozano e Milik. Sarrebbe però più giusto e saggio smorzare i toni e riporci su di una direttrice di marcia meno velenosa e priva di rabbia distruttiva. Ciò senza venire meno ai doveri di critica a tutti i livelli, quella degli addetti ai lavori, opinionisti compresi, e quella della gente di fede azzurra. Degli altri non ci interessa. Certo, sono diverse le cose che in campo non convincono, cominciando da questo turnover esasperato che ti fa capire che il Napoli non è ancora giunto ad una identità precisa del suo collettivo disorientato dai continui cambi di giocatori, di ruoli e di posizioni. Possibile che Ancelotti non abbia ancora idee chiare su tutto ciò che purtroppo genera molta confusione, confermata d’altronde sul terreno di gioco: il Napoli mostra talvolta di non avere né testa né coda e dispiace doverlo osservare, giacchè si tratta di calciatori di primissimo piano e di primissima qualità che farebbero comodo a qualsiasi club di grandi aspirazioni. Il turnover così come viene effettuato ha denominatori di una immaginaria giostra volante che un po’ scriteriatamente svolazza nell’aria. Non è possibile ad esempio che Fabian Ruiz giochi oggi da regista, domani da esterno destro e dopodomani da trequartista. Cosi’ anche gli altri secondo un discutibile principio di duttilità che può andare anche bene se misurato e senza esagerazioni che sconvolgono la squadra, che capovolgono i riferimenti tecnico-tattici e i giocatori nelle loro specifiche caratteristiche. Non possiamo ritenere che Ancelotti da grande allenatore qual è possa aver maturato e fatte sue concezioni che francamente con il calcio non sono tanto tanto conciliabili. C’è di vero che il turnover incide probabilmente anche sugli attaccanti, tra quelli maggiormente colpiti dal girotondo ed ai quali la critica e anche l’allenatore imputa la mancanza di spietatezza sotto rete. Eppure le occasioni-gol sono anche tantissime. Eppure si tratta della squadra che ha fatto più gol in serie A fino a questo momento. All’ordine del giorno c’è tuttavia il caso Insigne, il capitano finito in tribuna perché accusato dal tecnico di non aver brillato in allenamento. E poi ecco altre due problematiche, Lozano costato una cifra blù mai spesa prima è disorientato e fuori posizione, Milik invece continua a sbagliare gol impossibili da sbagliare. Da un’analisi complessiva viene tuttavia da chiedersi se non sia stata la meravigliosa vittoria sul Liverpool a determinare questo scombino. Forse urge una calmata generale ed ora come ora va di pensare soprattutto al Torino. Guai a non battere il Toro o ad andare via dallo stadio del “Grande Torino” con un risultato peggiore: il Napoli sarebbe già fuori o quasi dallo lotta per lo scudetto. Non osiamo nemmeno immaginarlo.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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di Napoli Magazine

04/10/2024 - 18:33

NAPOLI - Un caos, c’è l’inferno intorno alla squadra più forte d’Italia. Mettiamoci bene in testa che nonostante tutto in via prioritaria quella azzurra in quanto alla rosa, alle capacità professionali e alle possibilità dovrebbe fare a pezzi tutti gli avversari, ma non è così, pur se quando gioca il Napoli gioca il calcio più bello della serie A, non è un paradosso, l'abbiamo visto dal vivo. Nella diversa realtà alcune prestazioni ed alcuni risultati hanno scatenato un pandemonio, soprattutto il pareggio di ieri in Champions a Genk. Ed è un peccato. Sul web e nelle discussioni è finito sotto accusa soprattutto l’allenatore che si è comunque posto a difesa dei suoi giocatori ed è anche giusto che sia così, come è giusto ed anche normale che all’esterno del club si stia discutendo sulle innegabili problematiche che d’altronde sono sotto gli occhi di tutti con in primissimo piano il caso Insigne nonché le situazioni che riguardano Lozano e Milik. Sarrebbe però più giusto e saggio smorzare i toni e riporci su di una direttrice di marcia meno velenosa e priva di rabbia distruttiva. Ciò senza venire meno ai doveri di critica a tutti i livelli, quella degli addetti ai lavori, opinionisti compresi, e quella della gente di fede azzurra. Degli altri non ci interessa. Certo, sono diverse le cose che in campo non convincono, cominciando da questo turnover esasperato che ti fa capire che il Napoli non è ancora giunto ad una identità precisa del suo collettivo disorientato dai continui cambi di giocatori, di ruoli e di posizioni. Possibile che Ancelotti non abbia ancora idee chiare su tutto ciò che purtroppo genera molta confusione, confermata d’altronde sul terreno di gioco: il Napoli mostra talvolta di non avere né testa né coda e dispiace doverlo osservare, giacchè si tratta di calciatori di primissimo piano e di primissima qualità che farebbero comodo a qualsiasi club di grandi aspirazioni. Il turnover così come viene effettuato ha denominatori di una immaginaria giostra volante che un po’ scriteriatamente svolazza nell’aria. Non è possibile ad esempio che Fabian Ruiz giochi oggi da regista, domani da esterno destro e dopodomani da trequartista. Cosi’ anche gli altri secondo un discutibile principio di duttilità che può andare anche bene se misurato e senza esagerazioni che sconvolgono la squadra, che capovolgono i riferimenti tecnico-tattici e i giocatori nelle loro specifiche caratteristiche. Non possiamo ritenere che Ancelotti da grande allenatore qual è possa aver maturato e fatte sue concezioni che francamente con il calcio non sono tanto tanto conciliabili. C’è di vero che il turnover incide probabilmente anche sugli attaccanti, tra quelli maggiormente colpiti dal girotondo ed ai quali la critica e anche l’allenatore imputa la mancanza di spietatezza sotto rete. Eppure le occasioni-gol sono anche tantissime. Eppure si tratta della squadra che ha fatto più gol in serie A fino a questo momento. All’ordine del giorno c’è tuttavia il caso Insigne, il capitano finito in tribuna perché accusato dal tecnico di non aver brillato in allenamento. E poi ecco altre due problematiche, Lozano costato una cifra blù mai spesa prima è disorientato e fuori posizione, Milik invece continua a sbagliare gol impossibili da sbagliare. Da un’analisi complessiva viene tuttavia da chiedersi se non sia stata la meravigliosa vittoria sul Liverpool a determinare questo scombino. Forse urge una calmata generale ed ora come ora va di pensare soprattutto al Torino. Guai a non battere il Toro o ad andare via dallo stadio del “Grande Torino” con un risultato peggiore: il Napoli sarebbe già fuori o quasi dallo lotta per lo scudetto. Non osiamo nemmeno immaginarlo.

 

 

Gianfranco Lucariello

 

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