NAPOLI - Un altro romanzone a puntate, un'altra sceneggiata, stavolta più simile ad una tarantella, un balletto all'infinito danzato in coppia da don Aurelio e il Pipita. Tanto per non cambiare si può sintetizzare questa nuova guerra riaccesa da Higuain, con l'indice puntato su Adl, con una considerazione a cui era saggiamente giunto Diego Armando Maradona al suo tempo in azzurro: "Qui a Napoli siamo seduti su di un vulcano", quasi ogni giorno una bufera. Aveva capito tutto il Fenomeno da grande protagonista della storia azzurra, in tutti i sensi. Ed è la storia che si rinnova con un nuovo capitolo, Higuain-De Laurentiis. L'alone di mistero su di un trasferimento doloroso per i tifosi è stato finora un'etichetta infamante per l'argentino. Su di lui tutto il veleno possibile tirato fuori da una Torcida ferita a morte nei sentimenti e che con il suo accompagnamento sonoro su ogni tocco di palla ha fatto rombare la testa di Giudain, ogni tocco un colpo di cannone, nel primo atto di Napoli-Juve. La seconda sfida si è aperta con Higuain all'attacco, col dito puntato su Adl: "La colpa è tua...", un'accusa pubblica che lascia aperto il campo a mille ipotesi sul trasferimento dell'argentino alla Juve. Come mai - ci si chiede - non fu prolungato il contratto di Higuain discusso tra Nicolas, suo padre e don Aurelio in un incontro di circa due anni fa? La gente azzurra merita il massimo rispetto per i soldi che porta al club e per l'amore che dedica alla squadra e ai giocatori: per quanto riguarda quello che è successo tra Adl e Higuain le parole stanno venendo fuori, anche perchè come si dice nella città in riva al Golfo "se so' rotte e giarretelle".

Gianfranco Lucariello

Napoli Magazine

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