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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Gattuso cerca di inculcare nei suoi ragazzi un verbo in particolare: sorprendere"
28.10.2020 07:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - E allora, si va verso il revival dei tempi di Maradona e Gullit? E' ancora presto per dirlo, ma comunque, in sede di pronostico, avevo reso possibile, e plausibile, un film del genere. Uno scudetto a quattro, avendo dato poco credito all'Atalanta - sempre piacevole da guardare - e alla Lazio, bella e impossibile. Il mio poker per il titolo è sempre lo stesso: il Milan di Ibra e non solo, il Napoli di tutti, l'Inter - che ha forse la rosa più completa - e la Juve ancora in rodaggio di Pirlo, ma noblesse oblige. Gli azzurri di Ringhio che hanno una partita in meno - e che per quella partita non giocata si sono visti comminare un punto di penalizzazione - starebbero ora ad un punto della squadra di Pioli. Questi sono i fatti, anzi le cifre. Che mettono in risalto uno score di quattordici gol fatti e di appena due subìti. Numeri da capolista, o quasi. Gennarino Gattuso sta cercando di inculcare nei suoi ragazzi un verbo in particolare: sorprendere. Che significa approcciare ogni match con un volto imprevedibile. Da qui i frequenti cambi di formazione ed i cambi in corso d'opera. A Benevento se n'è avuta l'ennesima conferma, una chicca l'idea del doppio centravanti nella seconda parte della gara: Osimhen più Petagna con gol della vittoria del Lukaku bianco. Se proprio devo trovare un difetto - è un mio parere in tutta modestia - è quell'insistere, troppe volte, per linee orizzontali con scarse imbucate verticali. Provare a triangolare in velocità ai limiti dell'area avversaria, proprio come fa magistralmente il Sassuolo, prossimo avversario, è nelle corde della squadra e credo che Ringhio questo pretenda quando vede palla a te, palla a me e fine della giostra, e perciò sbuffa come una vaporiera. Intanto, non posso trascurare un vivo disappunto per la mancanza di coordinamento evidente tra arbitro e var. L'ultimo turno, a mio modesto avviso, ha fatto registrare due topiche: i rigori non assegnati alla Juve (Bernandeschi affondato di spalla) e quello ancor più solare al Napoli per fallo su Lozano. La giornata, infine, s'è conclusa con il festival di Giacomelli mai richiamato dal var in Milan-Roma. Forse gli arbitri davanti ai monitor erano indecisi se comunicare: vai a rivedere oppure vatti a rivedere! Chi ha la pazienza di seguirmi sa bene che non li critico per partito preso, rendendomi conto della difficoltà dei "fischietti" non di certo aiutati in un compito già di per sé difficile dal comportamento di molti calciatori. A proposito, mi fanno cadere le braccia quando intervengono trattenendo, scalciando, tiirando di gomiti e al fischio dell'arbitro allargano le braccia e mostrano sguardi di meraviglia, professando un'innocenza che è da considerare un puro sfottò. Ah! un altro appunto, ma è un consiglio, per certi atteggiamenti di nervosismo sempre più frequenti in Osimhen. Capisco che vorrebbe spaccare il mondo, ma va disciplinato, calmato come un cavallo di razza imbizzarrito e credo che anche questo Gennarino abbia notato e stia provvedendo. Ed ora, spazio agli auguri: per il Napoli che è chiamato all'impresa in terra basca per continuare l'avventura in Europa League. E per Diego che compirà gli anni il 30 ottobre. Feliz cumple per i tuoi primi sessant'anni, eterno ragazzo di Villa Fiorito.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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28/10/2024 - 07:00

NAPOLI - E allora, si va verso il revival dei tempi di Maradona e Gullit? E' ancora presto per dirlo, ma comunque, in sede di pronostico, avevo reso possibile, e plausibile, un film del genere. Uno scudetto a quattro, avendo dato poco credito all'Atalanta - sempre piacevole da guardare - e alla Lazio, bella e impossibile. Il mio poker per il titolo è sempre lo stesso: il Milan di Ibra e non solo, il Napoli di tutti, l'Inter - che ha forse la rosa più completa - e la Juve ancora in rodaggio di Pirlo, ma noblesse oblige. Gli azzurri di Ringhio che hanno una partita in meno - e che per quella partita non giocata si sono visti comminare un punto di penalizzazione - starebbero ora ad un punto della squadra di Pioli. Questi sono i fatti, anzi le cifre. Che mettono in risalto uno score di quattordici gol fatti e di appena due subìti. Numeri da capolista, o quasi. Gennarino Gattuso sta cercando di inculcare nei suoi ragazzi un verbo in particolare: sorprendere. Che significa approcciare ogni match con un volto imprevedibile. Da qui i frequenti cambi di formazione ed i cambi in corso d'opera. A Benevento se n'è avuta l'ennesima conferma, una chicca l'idea del doppio centravanti nella seconda parte della gara: Osimhen più Petagna con gol della vittoria del Lukaku bianco. Se proprio devo trovare un difetto - è un mio parere in tutta modestia - è quell'insistere, troppe volte, per linee orizzontali con scarse imbucate verticali. Provare a triangolare in velocità ai limiti dell'area avversaria, proprio come fa magistralmente il Sassuolo, prossimo avversario, è nelle corde della squadra e credo che Ringhio questo pretenda quando vede palla a te, palla a me e fine della giostra, e perciò sbuffa come una vaporiera. Intanto, non posso trascurare un vivo disappunto per la mancanza di coordinamento evidente tra arbitro e var. L'ultimo turno, a mio modesto avviso, ha fatto registrare due topiche: i rigori non assegnati alla Juve (Bernandeschi affondato di spalla) e quello ancor più solare al Napoli per fallo su Lozano. La giornata, infine, s'è conclusa con il festival di Giacomelli mai richiamato dal var in Milan-Roma. Forse gli arbitri davanti ai monitor erano indecisi se comunicare: vai a rivedere oppure vatti a rivedere! Chi ha la pazienza di seguirmi sa bene che non li critico per partito preso, rendendomi conto della difficoltà dei "fischietti" non di certo aiutati in un compito già di per sé difficile dal comportamento di molti calciatori. A proposito, mi fanno cadere le braccia quando intervengono trattenendo, scalciando, tiirando di gomiti e al fischio dell'arbitro allargano le braccia e mostrano sguardi di meraviglia, professando un'innocenza che è da considerare un puro sfottò. Ah! un altro appunto, ma è un consiglio, per certi atteggiamenti di nervosismo sempre più frequenti in Osimhen. Capisco che vorrebbe spaccare il mondo, ma va disciplinato, calmato come un cavallo di razza imbizzarrito e credo che anche questo Gennarino abbia notato e stia provvedendo. Ed ora, spazio agli auguri: per il Napoli che è chiamato all'impresa in terra basca per continuare l'avventura in Europa League. E per Diego che compirà gli anni il 30 ottobre. Feliz cumple per i tuoi primi sessant'anni, eterno ragazzo di Villa Fiorito.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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