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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Lucianone non è un 'chiagnazzaro'!"
27.10.2021 13:35 di Napoli Magazine

NAPOLI - Contro il Bologna, inviperito per la sconfitta casalinga con il Milan, Spalletti non potrà stare in panchina, vabbè nell'area tecnica, visto e considerato che segue i suoi in piedi, guardandoseli spesso. Non mi va di approfondire il discorso sul gesto apparentemente innocuo nei confronti di Massa, ma posso affermare con certezza che Lucianone non è di quei tecnici che mi piace definire chiagnazzari. Come Simone Inzaghi: non gli ho mai sentito dire dopo una sconfitta spendere un complimento, seppur farisaico, nei confronti degli avversari. Come Mourinho che dà sempre l'impressione di volere e saper condizionare gli arbitri, in virtù della sua spiccata personalità. Come Gasperini che vede il marcio dovunque, comunque è bravo. Quattro allenatori appiedati dal giudice a conferma dell'irascibilità che circonda il mondo del pallone in Italia, dove sospetti e veleni sono all'ordine del giorno. Tutti i protagonisti di un tale pallone - che sta per scoppiare - dovrebbero darsi una regolata: tecnici, giocatori, panchinari, dirigenti. E non è chiedere troppo. Il turno appena trascorso ha decretato l'aggancio in vetta da parte del MIlan che, insieme con gli azzurri, gioca il calcio migliore. Non dico bello perché l'estetica in una partita è tutta da codificare e sa tanto di ragionamenti aleatori. Personalmente, ritengo bello anche il calcio di rimessa purché sia condotto in velocità e da protagonisti tecnicamente validi. Il Napoli s'è fermato a Roma, la nona resta soltanto quella di Beethoven. Ma sia il Ciuccio e sia la Lupa hanno fornito una prestazione di alta intensità, di buona tecnica, di temperamento. Insomma, la classica bella partita che rinnega lo squallore con il quale sono conditi i cosiddetti risultati in bianco. Mi ha ricordato un altro zero a zero di valore, quello tra Bologna e Napoli ai tempi Altafini. Per la prima volta, dopo trentaquattro partite consecutive, il Napoli non ha segnato. Un caso, leggi i legni colpiti da Osimhen. Restano soltanto tre i gol incassati, primato assoluto tra tutti i maggiori campionati del continente. Il Napoli di Spalletti c'è, è vivo, arioso, pratico e sa gestire con esperienza e capacità le fasi di pericolo di un match. Perché, lo ricordo a tutti, in campo c'è anche l'avversario. Lo dico in risposta a quanti, di persona e sui social, mi hanno chiesto il perché di questo mezzo passo falso (capite?), delle prestazioni così così di Insigne e, soprattutto, di Zielinski. Anche l'altra partitissima della giornata - quella Tra Inter e Juve - è finita in parità ma è stata di un tasso tecnico vicino al deprimente. Non mi schiodo dal pensiero che Inzaghi junior sia un perdente di successo e che il Max sia tornato al lavoro più difensivista del solito. Quel Kulusevski, un attaccante, sacrificato su Brozovic e Chiesa in panchina sono decisioni eloquenti. Da segnalare le magnifiche reti, un poker, messe a segno dal cholito Simeone che ha distrutto la Lazio del Comandante che non vede Luis Alberto. Roba da pazzi. Un'ultima nota sulla bellezza nel calcio: la rete al volo di Insigne al Legia Varsavia. Un capolavoro. Figuriamoci se fosse in forma!

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Lucianone non è un 'chiagnazzaro'!"

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27/10/2024 - 13:35

NAPOLI - Contro il Bologna, inviperito per la sconfitta casalinga con il Milan, Spalletti non potrà stare in panchina, vabbè nell'area tecnica, visto e considerato che segue i suoi in piedi, guardandoseli spesso. Non mi va di approfondire il discorso sul gesto apparentemente innocuo nei confronti di Massa, ma posso affermare con certezza che Lucianone non è di quei tecnici che mi piace definire chiagnazzari. Come Simone Inzaghi: non gli ho mai sentito dire dopo una sconfitta spendere un complimento, seppur farisaico, nei confronti degli avversari. Come Mourinho che dà sempre l'impressione di volere e saper condizionare gli arbitri, in virtù della sua spiccata personalità. Come Gasperini che vede il marcio dovunque, comunque è bravo. Quattro allenatori appiedati dal giudice a conferma dell'irascibilità che circonda il mondo del pallone in Italia, dove sospetti e veleni sono all'ordine del giorno. Tutti i protagonisti di un tale pallone - che sta per scoppiare - dovrebbero darsi una regolata: tecnici, giocatori, panchinari, dirigenti. E non è chiedere troppo. Il turno appena trascorso ha decretato l'aggancio in vetta da parte del MIlan che, insieme con gli azzurri, gioca il calcio migliore. Non dico bello perché l'estetica in una partita è tutta da codificare e sa tanto di ragionamenti aleatori. Personalmente, ritengo bello anche il calcio di rimessa purché sia condotto in velocità e da protagonisti tecnicamente validi. Il Napoli s'è fermato a Roma, la nona resta soltanto quella di Beethoven. Ma sia il Ciuccio e sia la Lupa hanno fornito una prestazione di alta intensità, di buona tecnica, di temperamento. Insomma, la classica bella partita che rinnega lo squallore con il quale sono conditi i cosiddetti risultati in bianco. Mi ha ricordato un altro zero a zero di valore, quello tra Bologna e Napoli ai tempi Altafini. Per la prima volta, dopo trentaquattro partite consecutive, il Napoli non ha segnato. Un caso, leggi i legni colpiti da Osimhen. Restano soltanto tre i gol incassati, primato assoluto tra tutti i maggiori campionati del continente. Il Napoli di Spalletti c'è, è vivo, arioso, pratico e sa gestire con esperienza e capacità le fasi di pericolo di un match. Perché, lo ricordo a tutti, in campo c'è anche l'avversario. Lo dico in risposta a quanti, di persona e sui social, mi hanno chiesto il perché di questo mezzo passo falso (capite?), delle prestazioni così così di Insigne e, soprattutto, di Zielinski. Anche l'altra partitissima della giornata - quella Tra Inter e Juve - è finita in parità ma è stata di un tasso tecnico vicino al deprimente. Non mi schiodo dal pensiero che Inzaghi junior sia un perdente di successo e che il Max sia tornato al lavoro più difensivista del solito. Quel Kulusevski, un attaccante, sacrificato su Brozovic e Chiesa in panchina sono decisioni eloquenti. Da segnalare le magnifiche reti, un poker, messe a segno dal cholito Simeone che ha distrutto la Lazio del Comandante che non vede Luis Alberto. Roba da pazzi. Un'ultima nota sulla bellezza nel calcio: la rete al volo di Insigne al Legia Varsavia. Un capolavoro. Figuriamoci se fosse in forma!

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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