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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su “NM”: “Napoli, con Conte spesso si vince, ma gli azzurri dovranno sudare!”
07.06.2024 13:58 di Napoli Magazine

NAPOLI - E alla fine, arrivò il martello pneumatico di cui aveva bisogno la sgangherata officina azzurra del post-scudetto. Benvenuto, Antonio. Garanzia di serietà, impegno maniacale, passione per il proprio lavoro. Aurelio Primo s'è assicurato uno dei migliori tecnici del panorama internazionale, consapevole degli errori di valutazione a catena commessi nel recente passato. L'assunzione di Conte - che ha carisma da vendere - la leggo come un mea culpa presidenziale, la volontà di fare un passo indietro e non considerarsi più il factotum, il padrone-allenatore-centravanti, l'unico intenditore di calcio. Conte non è un tipo facile, nel senso che non è manovrabile e mai tollererebbe intrusioni nello spogliatoio né consigli da chi non ha mai calzato scarpette bullonate. Il tecnico leccese è nato come giocatore in una società modello. Checché se ne dica, che ha come slogan l'unica cosa che conta è vincere. Regola seguita dal Conte mediano avvezzo al gol, e dal Conte dell'area tecnica, visto e considerato che non siede mai in panchina. La sua presenza vuol dire anche un'altra cosa: la certezza di acquisti mirati e da lui richiesti. Difficilmente avrebbe accettato di guidare il Napoli senza aver avuto alcuna garanzia. Intendiamoci, per Conte, uomo del Sud, la piazza napoletana è stata sempre agognata e specie ora che rappresenta una sfida difficile (come piace a lui), double face, perché anche per lui rappresenta il ritorno sulla scena italiana dopo la parentesi al Tottenham. Sa bene che la squadra azzurra va ritoccata in più punti, principalmente in quei ruoli che lo scorso campionato hanno lasciato a  desiderare e mi riferisco ai centrali ed agli esterni di difesa. Anche a centrocampo si avverte la necessità di un uomo in grado di garantire assistenza a Lobotka e ad Anguissa. Per quanto concerne il centravanti, data per scontata la partenza di Osimhen (e se Zolla Gialla alla fine restasse?), necessario l'acquisto di un giocatore di peso, in tutti i sensi. A Conte piace da morire Lukaku che ha guidato ai tempi dello scudetto nerazzurro (Inter) e lo vorrebbe in azzurro. Il gigante belga sarebbe ben lieto di tornare a giocare sotto la guida di Conte grazie al quale andò a rete 64 volte in 95 partite. La coppia Lukaku-Kvara m'intriga parecchio. Il georgiano ne trarrebbe enormi benefici in termini di gol, in quanto il belga è specialista nel fare da sponda. Quella senza le coppe deve essere la stagione della rinascita. Si mettano l'anima in pace gli azzurri che partiranno per il ritiro. Con Conte spesso si vince, ma dovranno sudare! Benvenuto Antonio e auguri. 

 

Adolfo Mollichelli

Napoli Magazine

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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NAPOLI - E alla fine, arrivò il martello pneumatico di cui aveva bisogno la sgangherata officina azzurra del post-scudetto. Benvenuto, Antonio. Garanzia di serietà, impegno maniacale, passione per il proprio lavoro. Aurelio Primo s'è assicurato uno dei migliori tecnici del panorama internazionale, consapevole degli errori di valutazione a catena commessi nel recente passato. L'assunzione di Conte - che ha carisma da vendere - la leggo come un mea culpa presidenziale, la volontà di fare un passo indietro e non considerarsi più il factotum, il padrone-allenatore-centravanti, l'unico intenditore di calcio. Conte non è un tipo facile, nel senso che non è manovrabile e mai tollererebbe intrusioni nello spogliatoio né consigli da chi non ha mai calzato scarpette bullonate. Il tecnico leccese è nato come giocatore in una società modello. Checché se ne dica, che ha come slogan l'unica cosa che conta è vincere. Regola seguita dal Conte mediano avvezzo al gol, e dal Conte dell'area tecnica, visto e considerato che non siede mai in panchina. La sua presenza vuol dire anche un'altra cosa: la certezza di acquisti mirati e da lui richiesti. Difficilmente avrebbe accettato di guidare il Napoli senza aver avuto alcuna garanzia. Intendiamoci, per Conte, uomo del Sud, la piazza napoletana è stata sempre agognata e specie ora che rappresenta una sfida difficile (come piace a lui), double face, perché anche per lui rappresenta il ritorno sulla scena italiana dopo la parentesi al Tottenham. Sa bene che la squadra azzurra va ritoccata in più punti, principalmente in quei ruoli che lo scorso campionato hanno lasciato a  desiderare e mi riferisco ai centrali ed agli esterni di difesa. Anche a centrocampo si avverte la necessità di un uomo in grado di garantire assistenza a Lobotka e ad Anguissa. Per quanto concerne il centravanti, data per scontata la partenza di Osimhen (e se Zolla Gialla alla fine restasse?), necessario l'acquisto di un giocatore di peso, in tutti i sensi. A Conte piace da morire Lukaku che ha guidato ai tempi dello scudetto nerazzurro (Inter) e lo vorrebbe in azzurro. Il gigante belga sarebbe ben lieto di tornare a giocare sotto la guida di Conte grazie al quale andò a rete 64 volte in 95 partite. La coppia Lukaku-Kvara m'intriga parecchio. Il georgiano ne trarrebbe enormi benefici in termini di gol, in quanto il belga è specialista nel fare da sponda. Quella senza le coppe deve essere la stagione della rinascita. Si mettano l'anima in pace gli azzurri che partiranno per il ritiro. Con Conte spesso si vince, ma dovranno sudare! Benvenuto Antonio e auguri. 

 

Adolfo Mollichelli

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