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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, la vera tavola imbandita è un'altra ed ha la tovaglia tricolore"
20.04.2023 23:55 di Napoli Magazine

NAPOLI - Il rischio della felicità infinita non si corre più. Napoli saluta la Champions con mestizia unita ad orgoglio per il cammino fatto fino ad un passo dalle semifinali. Con la consapevolezza di aver fatto tremare, e battuti, squadroni di lignaggio, espressioni della nobiltà del calcio europeo. Giocando calcio champagne, mettendo in mostra i suoi gioielli. Da un Diavolo all'altro, passando per il Verona, una sconfitta e due pareggi. Come se si fosse inceppata qualche rotella nel meccanismo che sin qui aveva rasentato la perfezione. Al netto dei due arbitraggi di coppa, entrambi infausti, che hanno penalizzato gli azzurri e favorito i rossoneri. Per caso c'entra qualcosa il quarto di nobiltà? Per caso il vendicativo Ceferin si sia legato al dito le improvvide frasi pronunciate contro l'Uefa? A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso s'indovina, è stata una delle tante celebri frasi di Andreotti. A che cosa serve il Var se non dubita su un intervento "nascosto" come quello di Leao su Lozano? Troppe domande che non avranno mai una risposta. E, infine, l'atroce dubbio che Spalletti, nelle tre partite ravvicinate col Milan, si sia fatto incartare da padre Pioli che ha fatto giocare la sua creatura all'italiana. Con buona pace del disappunto del vate di Fusignano. Resto della convinzione che non tutti i mali vengono per nuocere e che si possano caricare le pile, scevri da pressioni psicologiche, e concentrarsi sul rush finale per il raggiungimento dello scopo primario: lo scudetto dopo 33 anni. Il fantastico percorso in coppa è stato come il classico appetito che vien mangiando. La tavola imbandita è un'altra ed ha la tovaglia tricolore. E' qui la felicità infinita. Domenica sera, sotto le stelle di Torino, sboccerà pure questa maledetta primavera, la partitissima della svolta. Il frutto che Koulibaly non riuscì a cogliere dall'albero più alto. Senza frenesìe perché il cultore delle vittorie di corto muso alzerà un muro ancora più alto di quanto non abbia fatto padre Pioli. Pelato di Certaldo, attento ai contropiede.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, la vera tavola imbandita è un'altra ed ha la tovaglia tricolore"

di Napoli Magazine

20/04/2024 - 23:55

NAPOLI - Il rischio della felicità infinita non si corre più. Napoli saluta la Champions con mestizia unita ad orgoglio per il cammino fatto fino ad un passo dalle semifinali. Con la consapevolezza di aver fatto tremare, e battuti, squadroni di lignaggio, espressioni della nobiltà del calcio europeo. Giocando calcio champagne, mettendo in mostra i suoi gioielli. Da un Diavolo all'altro, passando per il Verona, una sconfitta e due pareggi. Come se si fosse inceppata qualche rotella nel meccanismo che sin qui aveva rasentato la perfezione. Al netto dei due arbitraggi di coppa, entrambi infausti, che hanno penalizzato gli azzurri e favorito i rossoneri. Per caso c'entra qualcosa il quarto di nobiltà? Per caso il vendicativo Ceferin si sia legato al dito le improvvide frasi pronunciate contro l'Uefa? A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso s'indovina, è stata una delle tante celebri frasi di Andreotti. A che cosa serve il Var se non dubita su un intervento "nascosto" come quello di Leao su Lozano? Troppe domande che non avranno mai una risposta. E, infine, l'atroce dubbio che Spalletti, nelle tre partite ravvicinate col Milan, si sia fatto incartare da padre Pioli che ha fatto giocare la sua creatura all'italiana. Con buona pace del disappunto del vate di Fusignano. Resto della convinzione che non tutti i mali vengono per nuocere e che si possano caricare le pile, scevri da pressioni psicologiche, e concentrarsi sul rush finale per il raggiungimento dello scopo primario: lo scudetto dopo 33 anni. Il fantastico percorso in coppa è stato come il classico appetito che vien mangiando. La tavola imbandita è un'altra ed ha la tovaglia tricolore. E' qui la felicità infinita. Domenica sera, sotto le stelle di Torino, sboccerà pure questa maledetta primavera, la partitissima della svolta. Il frutto che Koulibaly non riuscì a cogliere dall'albero più alto. Senza frenesìe perché il cultore delle vittorie di corto muso alzerà un muro ancora più alto di quanto non abbia fatto padre Pioli. Pelato di Certaldo, attento ai contropiede.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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