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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, più freddezza per il tap-in e buona Cina a Malek, la nota lieta"
13.02.2019 16:45 di Napoli Magazine

NAPOLI - Sarà il vento delle cineserìe, fatto sta che il Napoli ha smarrito quei gol che fino a poco tempo fa erano stati il sigillo regale su una manovra che sembrava fosse scritta sulla carta, mandata a memoria per uno sbocco naturale. Tre trasferte consecutive in bianco. Con l'àpice sublimato in riva all'Arno dove, nel recente passato, fu dimenticato lo scudetto in albergo, riposto nella valigia dei sogni. Una città ostica la bella Firenze, ricca d'arte e di imbecilli con le vocali aspirate: San Gennà, non ti crucciare! Ma che gol ha fatto, urlano i pastori delle meraviglie microfonati quando un giocatore la mette dentro. Con enfasi che molte volte non è giustificata dalla difficoltà della marcatura. Tant'è, sono sciocchezzuole. Dunque l'àpice con i gigliati. Gli errori di Insigne, Mertens (due volte), Callejòn, Zielinski, Milik davanti a Lafont sono inspiegabili. Sei tiri sciatti a due passi dal portiere avversario costituiscono una colpa grave. Non è proprio il caso di ricorrere al termine jella. Sarebbe un'offesa all'intelligenza dei goleador mancati. Il cosiddetto tap-in richiede freddezza, presenza mentale, è per certi versi più difficile del golazo che spesso nasce da istinto ed estemporaneità. Dite che sto vaneggiando? Può darsi, ma credo che ogni tanto, a fine allenamento, un po' di muro, come ai vecchi tempi, non farebbe male. Fu così che Radice trasformò Pulici in Puliciclone. Okay, passiamo ad altro. C'è l'Europa League da onorare. Nel senso che si dovrebbe dare tutto nella competizione per andare avanti il più possibile. Per scaramanzia evito di parlare di finale che, però, è alla portata. E dunque ci si avvii verso Zurigo con la giusta rabbia e concentrazione. Chi di dovere inculchi negli azzurri l'idea che lo Zurigo, seppur scarsino, cercherà di fare la partita della vita. Confido nella classe cristallina di Fabiàn Ruiz. Mi auguro che Ancelotti metta sempre il sivigliano in condizione di essere il perno della manovra e che disciplini, soltanto un po', l'ardore a volte cieco di torello Zielinski. Intanto, Firenze ha detto che Allan è tornato il rubapalloni di sempre, una gran bella notizia. Messa alle spalle la montagna d'oro che gli era stata promessa dagli sceicchi spendaccioni del Psg. Colgo l'occasione per augurare buona Cina a Marek anche se nella città dei due mari di Dalian lo chiameranno Malek.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, più freddezza per il tap-in e buona Cina a Malek, la nota lieta"

di Napoli Magazine

13/02/2024 - 16:45

NAPOLI - Sarà il vento delle cineserìe, fatto sta che il Napoli ha smarrito quei gol che fino a poco tempo fa erano stati il sigillo regale su una manovra che sembrava fosse scritta sulla carta, mandata a memoria per uno sbocco naturale. Tre trasferte consecutive in bianco. Con l'àpice sublimato in riva all'Arno dove, nel recente passato, fu dimenticato lo scudetto in albergo, riposto nella valigia dei sogni. Una città ostica la bella Firenze, ricca d'arte e di imbecilli con le vocali aspirate: San Gennà, non ti crucciare! Ma che gol ha fatto, urlano i pastori delle meraviglie microfonati quando un giocatore la mette dentro. Con enfasi che molte volte non è giustificata dalla difficoltà della marcatura. Tant'è, sono sciocchezzuole. Dunque l'àpice con i gigliati. Gli errori di Insigne, Mertens (due volte), Callejòn, Zielinski, Milik davanti a Lafont sono inspiegabili. Sei tiri sciatti a due passi dal portiere avversario costituiscono una colpa grave. Non è proprio il caso di ricorrere al termine jella. Sarebbe un'offesa all'intelligenza dei goleador mancati. Il cosiddetto tap-in richiede freddezza, presenza mentale, è per certi versi più difficile del golazo che spesso nasce da istinto ed estemporaneità. Dite che sto vaneggiando? Può darsi, ma credo che ogni tanto, a fine allenamento, un po' di muro, come ai vecchi tempi, non farebbe male. Fu così che Radice trasformò Pulici in Puliciclone. Okay, passiamo ad altro. C'è l'Europa League da onorare. Nel senso che si dovrebbe dare tutto nella competizione per andare avanti il più possibile. Per scaramanzia evito di parlare di finale che, però, è alla portata. E dunque ci si avvii verso Zurigo con la giusta rabbia e concentrazione. Chi di dovere inculchi negli azzurri l'idea che lo Zurigo, seppur scarsino, cercherà di fare la partita della vita. Confido nella classe cristallina di Fabiàn Ruiz. Mi auguro che Ancelotti metta sempre il sivigliano in condizione di essere il perno della manovra e che disciplini, soltanto un po', l'ardore a volte cieco di torello Zielinski. Intanto, Firenze ha detto che Allan è tornato il rubapalloni di sempre, una gran bella notizia. Messa alle spalle la montagna d'oro che gli era stata promessa dagli sceicchi spendaccioni del Psg. Colgo l'occasione per augurare buona Cina a Marek anche se nella città dei due mari di Dalian lo chiameranno Malek.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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