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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, è un bel caos calmo"
10.02.2021 19:04 di Napoli Magazine

NAPOLI - Come definire l'atmosfera in casa azzurra? Mi soccorre la letteratura: caos calmo, opera di Sandro Veronesi. Un ossimoro per cercare di spiegare una realtà che si muove incerta. Come l'equilibrio instabile del famoso Arturo sui fili. Stai sereno, Gennarino. Per ora resti in sella. Epperò, se dovesse dir male la partita con l'Atalanta (semifinale di ritorno di Coppa Italia) e, soprattutto, quella con la Juve in campionato, beh... La tifoserìa ribolle. Il presidente medita le prossime mosse per delineare un futuro tutto da riscrivere. Con il pensiero fisso ai conti in questa tribolata epoca covidiana. Conti che sono stati sin qui la vera eccellenza della società. Che vanno rivisti in ribasso. Per necessità, così fan tutte. Ed è giusto così. Non centrare il piazzamento Champions costituirebbe un ammanco pericoloso. Senza poter far quadrare i conti con cessioni eccellenti. Come in passato. Caos calmo. E trepidante attesa dei risultati delle succitate sfide di un certo tipo. Certo non è semplice per il tecnico sentirsi in bilico. Intanto, ci sarà da giocare anche la doppia sfida con il Granada in Europa League, la coppa minore che però porta anch'essa un po' di grana in cassa. Pecunia non olet. E figurarsi di questi tempi. Ho letto ed ascoltato critiche a non finire sulla gestione tecnica dopo la sconfitta di Genova. L'ho ripassate nella mente ed alla fine ho dedotto che mai risultato è stato più bugiardo. Tralascio il dato del possesso palla (che non definisco importante per l'esito di un match) che pure è stato del sessantasei per cento. Mi sono interrogato, però, sul perché un gol, due legni colpiti, otto tiri che hanno impegnato Perin, dieci fuori e sei calci d'angolo abbiano definito una sconfitta che sa tanto di jella. Ma anche di mancanza di concretezza da parte di chi si è assunto l'onere di concludere. Quei palloni sparacchiati da Osimhen (mister 70 milioni) e da Elmas - che avrebbero potuto riscrivere il risultato - sono anch'essi imputabili alla guida tecnica? Per non dire delle sciagurate esibizioni di Manolas e Maximovic che hanno subito messo in salita l'andamento della partita. Certo, non è stato un bel vedere le passeggiate in area concesse a quel vecchio drago di Pandev, impietoso ex. La situazione attuale è questa: si vive alla giornata per ora grigia in attesa di un raggio di sole. Naturalmente, in questo periodo di caos calmo, immagino che si stia riflettendo anche su una campagna acquisti-cessioni che non ha di certo rafforzata la rosa, contaminata da elementi - mi perdoni Lobotka - non all'altezza del compito. Ho seguito e visto tanto calcio nella mia vita di inviato e di appassionato per sparare sentenze con la certezza di essere sempre dalla parte giusta. Molti lo fanno, per un pizzico di effimera gloria. Le crisi calcistiche sono paragonabili alle bizze del vento. Folate e sereno, in alternanza. Più indecifrabile è la bonaccia, il caos calmo insomma.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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GOLAZO - Adolfo Mollichelli su "NM": "Napoli, è un bel caos calmo"

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10/02/2024 - 19:04

NAPOLI - Come definire l'atmosfera in casa azzurra? Mi soccorre la letteratura: caos calmo, opera di Sandro Veronesi. Un ossimoro per cercare di spiegare una realtà che si muove incerta. Come l'equilibrio instabile del famoso Arturo sui fili. Stai sereno, Gennarino. Per ora resti in sella. Epperò, se dovesse dir male la partita con l'Atalanta (semifinale di ritorno di Coppa Italia) e, soprattutto, quella con la Juve in campionato, beh... La tifoserìa ribolle. Il presidente medita le prossime mosse per delineare un futuro tutto da riscrivere. Con il pensiero fisso ai conti in questa tribolata epoca covidiana. Conti che sono stati sin qui la vera eccellenza della società. Che vanno rivisti in ribasso. Per necessità, così fan tutte. Ed è giusto così. Non centrare il piazzamento Champions costituirebbe un ammanco pericoloso. Senza poter far quadrare i conti con cessioni eccellenti. Come in passato. Caos calmo. E trepidante attesa dei risultati delle succitate sfide di un certo tipo. Certo non è semplice per il tecnico sentirsi in bilico. Intanto, ci sarà da giocare anche la doppia sfida con il Granada in Europa League, la coppa minore che però porta anch'essa un po' di grana in cassa. Pecunia non olet. E figurarsi di questi tempi. Ho letto ed ascoltato critiche a non finire sulla gestione tecnica dopo la sconfitta di Genova. L'ho ripassate nella mente ed alla fine ho dedotto che mai risultato è stato più bugiardo. Tralascio il dato del possesso palla (che non definisco importante per l'esito di un match) che pure è stato del sessantasei per cento. Mi sono interrogato, però, sul perché un gol, due legni colpiti, otto tiri che hanno impegnato Perin, dieci fuori e sei calci d'angolo abbiano definito una sconfitta che sa tanto di jella. Ma anche di mancanza di concretezza da parte di chi si è assunto l'onere di concludere. Quei palloni sparacchiati da Osimhen (mister 70 milioni) e da Elmas - che avrebbero potuto riscrivere il risultato - sono anch'essi imputabili alla guida tecnica? Per non dire delle sciagurate esibizioni di Manolas e Maximovic che hanno subito messo in salita l'andamento della partita. Certo, non è stato un bel vedere le passeggiate in area concesse a quel vecchio drago di Pandev, impietoso ex. La situazione attuale è questa: si vive alla giornata per ora grigia in attesa di un raggio di sole. Naturalmente, in questo periodo di caos calmo, immagino che si stia riflettendo anche su una campagna acquisti-cessioni che non ha di certo rafforzata la rosa, contaminata da elementi - mi perdoni Lobotka - non all'altezza del compito. Ho seguito e visto tanto calcio nella mia vita di inviato e di appassionato per sparare sentenze con la certezza di essere sempre dalla parte giusta. Molti lo fanno, per un pizzico di effimera gloria. Le crisi calcistiche sono paragonabili alle bizze del vento. Folate e sereno, in alternanza. Più indecifrabile è la bonaccia, il caos calmo insomma.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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