Golazo
GOLAZO - Napoli, tutti col fiato sospeso...
23.05.2018 10:45 di Napoli Magazine

NAPOLI - Tutto in itinere. E non è un bella situazione. Il rendez vous decisivo ci sarà, a breve. Dovranno dirsi un bel po' di cose Aurelio Primo e zio Maurizio. Per forza. Le mozioni dell'affetto sono spesso liquide. Come gocce d'acqua scivolano e vanno via. Qui si tratta di decidere se continuare un percorso insieme oppure dirsi: è stato bello davvero, addio. Ha ragione il presidente-amministratore (unico) che pretende un sì o un no nel più breve tempo possibile, visto che le agapi della felicità non hanno portato a conclusioni pratiche. Libagioni corpose, a parte. Ha una ragione la titubanza del tecnico che teme di non poter fare meglio del secondo posto con record di punti (91), se non si pianifica una campagna acquisti-cessioni che solidifichi le fondamenta della casa azzurra. Credo che ci si avvii più verso il divorzio che per la riconferma. Per una ragione molto semplice. Serietà e praticità imporrebbero un discorso di questo tipo: mettiamoci d'accordo per un secondo ciclo, magari biennale e non triennale e andiamo avanti. Un altro anno insieme per gratificare magari anche i desiderata del popolo sanpaolino non porterebbe a granché. E il prossimo anno ci si troverebbe nell'identica situazione attuale. Non è peregrino dedurre che Sarri creda che il ciclo dei suoi titolarissimi possa essere giunto alla fine. Anche se, per fiducia incondizionata e innamoramento tecnico, ne ha chiesto la riconferma in blocco. Ed è su quest'argomento che il presidente fa orecchie da mercante. E neanche ha tutti i torti. Vorrebbe poter monetizzare e magari reinvestire. Con qualche colpo che non sia soltanto ad effetto. In passato, alcuni sono riusciti alla grande: Hamsik, Cavani, Lavezzi, Higuain, Callejon, Mertens, Jorginho Albiol, Koulibaly, Diawara, Zielinski, Rog. Quanti, però. Ed è un merito che va dato a chi ebbe intuizioni felici. Attualmente, non mi pare che ci siano colpi grossi in canna. Magari qualche discorsetto è stato pure portato avanti. E quindi ecco la necessità di avere chiarezza su chi sarà il titolare della panchina. Qualche plusvalenza ci sarà, inevitabile. Come quella che frutterebbe il lasciapassare a Jorginho del quale Guardiola è letteralmente rimasto affascinato. E guarda caso, l'italobrasiliano è anche uno dei pupilli di Sarri. Il problema - verrebbe da dire, il guaio - è che sono diversi gli azzurri che, per natura propria e grazie agli insegnamenti di Sarri, potrebbero tranquillamente fare al caso di società di tradizione antica e pure ricche. Per il bene del Napoli, sarà importante equilibrare la campagna acquisti-cessioni. Intanto, il bolognese Verdi l'attaccante del gran rifiuto pare che sia già dell'Inter. E dunque, bisogna rimboccarsi le maniche, al più presto. E magari prestare attenzione al mondialone di Putin. Qualche asso imprevisto uscirà pure dal mazzo delle partecipanti. Occhio. Notizie dell'ultima ora dànno il capitano verso la Cina. Sarebbe un peccato perderlo. Ma potrebbe essere anche un sacrificio a fin di bene. Per poter dare un assetto nuovo - ma sempre di livello - ad un reparto di centrocampo che, magari, sarebbe gradito all'eventuale nuovo tecnico. Penso ad Ancelotti, che non ama i trequartisti. Sempreché Carletto sia stato davvero contattato. Naturalmente.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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23/05/2024 - 10:45

NAPOLI - Tutto in itinere. E non è un bella situazione. Il rendez vous decisivo ci sarà, a breve. Dovranno dirsi un bel po' di cose Aurelio Primo e zio Maurizio. Per forza. Le mozioni dell'affetto sono spesso liquide. Come gocce d'acqua scivolano e vanno via. Qui si tratta di decidere se continuare un percorso insieme oppure dirsi: è stato bello davvero, addio. Ha ragione il presidente-amministratore (unico) che pretende un sì o un no nel più breve tempo possibile, visto che le agapi della felicità non hanno portato a conclusioni pratiche. Libagioni corpose, a parte. Ha una ragione la titubanza del tecnico che teme di non poter fare meglio del secondo posto con record di punti (91), se non si pianifica una campagna acquisti-cessioni che solidifichi le fondamenta della casa azzurra. Credo che ci si avvii più verso il divorzio che per la riconferma. Per una ragione molto semplice. Serietà e praticità imporrebbero un discorso di questo tipo: mettiamoci d'accordo per un secondo ciclo, magari biennale e non triennale e andiamo avanti. Un altro anno insieme per gratificare magari anche i desiderata del popolo sanpaolino non porterebbe a granché. E il prossimo anno ci si troverebbe nell'identica situazione attuale. Non è peregrino dedurre che Sarri creda che il ciclo dei suoi titolarissimi possa essere giunto alla fine. Anche se, per fiducia incondizionata e innamoramento tecnico, ne ha chiesto la riconferma in blocco. Ed è su quest'argomento che il presidente fa orecchie da mercante. E neanche ha tutti i torti. Vorrebbe poter monetizzare e magari reinvestire. Con qualche colpo che non sia soltanto ad effetto. In passato, alcuni sono riusciti alla grande: Hamsik, Cavani, Lavezzi, Higuain, Callejon, Mertens, Jorginho Albiol, Koulibaly, Diawara, Zielinski, Rog. Quanti, però. Ed è un merito che va dato a chi ebbe intuizioni felici. Attualmente, non mi pare che ci siano colpi grossi in canna. Magari qualche discorsetto è stato pure portato avanti. E quindi ecco la necessità di avere chiarezza su chi sarà il titolare della panchina. Qualche plusvalenza ci sarà, inevitabile. Come quella che frutterebbe il lasciapassare a Jorginho del quale Guardiola è letteralmente rimasto affascinato. E guarda caso, l'italobrasiliano è anche uno dei pupilli di Sarri. Il problema - verrebbe da dire, il guaio - è che sono diversi gli azzurri che, per natura propria e grazie agli insegnamenti di Sarri, potrebbero tranquillamente fare al caso di società di tradizione antica e pure ricche. Per il bene del Napoli, sarà importante equilibrare la campagna acquisti-cessioni. Intanto, il bolognese Verdi l'attaccante del gran rifiuto pare che sia già dell'Inter. E dunque, bisogna rimboccarsi le maniche, al più presto. E magari prestare attenzione al mondialone di Putin. Qualche asso imprevisto uscirà pure dal mazzo delle partecipanti. Occhio. Notizie dell'ultima ora dànno il capitano verso la Cina. Sarebbe un peccato perderlo. Ma potrebbe essere anche un sacrificio a fin di bene. Per poter dare un assetto nuovo - ma sempre di livello - ad un reparto di centrocampo che, magari, sarebbe gradito all'eventuale nuovo tecnico. Penso ad Ancelotti, che non ama i trequartisti. Sempreché Carletto sia stato davvero contattato. Naturalmente.

 

 

Adolfo Mollichelli

 

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