Il Punto
AREK - Milik: "A Napoli sto bene, considero l'idea di rinnovare, Ancelotti mi ha aiutato molto, dopo il gol fallito contro il Liverpool ecco cosa mi disse"
13.02.2019 12:23 di Napoli Magazine

NAPOLI - L'attaccante azzurro Arek Milik ha rilasciato un'intervista al portale SportoweFakty: "Sento il calore dei tifosi azzurri e li ringrazio, il Napoli è il miglior club in cui io abbia giocato. Vivo fuori città, ho i miei posti preferiti. Non mi sono mai preoccupato al'idea che Piatek, Cavani o un altro attaccante potesse venire al Napoli, non mi importa. Piatek ha avuto un avvio fantastico in Italia, sta facendo qualcosa di speciale. Non c'è un'età precisa per lasciare la Polonia, Szczesny aveva 16 anni quando è andato all'Arsenal, Lewandowski ne aveva 21 quando è andato al Borussia. Se sei mentalmente forte, sai cosa fare. Sto bene, sono felice di giocare con continuità, segno e faccio assist, ma posso migliorare col destro o con i tiri di testa. Sto migliorando molto e posso dare sempre di più al Napoli. Gli infortuni? Il tempo guarisce le ferite. Giocai a Bergamo contro l'Atalanta prima dell'infortunio, me ne sono ricordato quest'anno nel tunnel degli spogliatoi. Erano strane emozioni. Parto dalla panchina, entro e segno. Ho fatto ciò che volevo. È stata la svolta della mia stagione. Dopo le operazioni ho trascorso molto tempo in palestra per rafforzare le gambe e per evitare nuovi incidenti. Per un attaccante, la ricostruzione fisica è la cosa più importante. mi ha aiutato tanto anche Ancelotti. Se un giorno l'allenamento era stancante, il giorno dopo era più flessibile. Il gol fallito contro il Liverpool? Ancelotti in albergo dopo la partita mi ha detto di non pensarci troppo. Aveva ragione. Il calcio è questo: non possiamo riflettere troppo sul passato. Ho pensato alla partita successiva col Cagliari, segnai al novantesimo su punizione. Le punizioni? Mi alleno da quando ero all'Ajax. restavo in campo a fine allenamento per esercitarmi. Purtroppo al Napoli per due anni non ho potuto dimostrarlo. Ancelotti? Non urla mai, non avevo mai lavorato con un allenatore simile, a volte alza il tono della voce, ma è un attimo. Carlo è un uomo calmo. Basta un suo sguardo per gestire lo stress, in campo abbiamo la libertà di inventare, non bada troppo alla tattica. Ci aiuta a tirare fuori qualcosa in più. Il rigore contro la Sampdoria? Volevo calciarlo, poi l'allenatore ha scelto Verdi e ho accettato la sua decisione. Non sono in concorrenza con nessuno, va bene così. La rapina? Non mi sono mai sentito minacciato a Napoli, quell'episodio non mi ha influenzato. Non ci sono stati traumi, ma mi sono sentito strano per alcuni giorni. E' stato uno shock più per la mia famiglia e la mia ragazza che era in auto con me. Ho sempre cercato di stare attento, i miei compagni mi avevano spiegato queste situazioni, ho dovuto dar via il mio orologio. Da allora non lo indosso più e neppure loro: lo facciamo solo in posti sicuri. Il rinnovo? Non ne abbiamo ancora parlato, Al momento non c'è nulla, ma considero l'idea di rinnovare. Qui sto bene e mi concentro sul presente. Uno degli obiettivi era la Coppa Italia, purtroppo abbiamo perso col Milan. Non sottovalutiamo l'Europa League, vogliamo arrivare in alto".

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13/02/2024 - 12:23

NAPOLI - L'attaccante azzurro Arek Milik ha rilasciato un'intervista al portale SportoweFakty: "Sento il calore dei tifosi azzurri e li ringrazio, il Napoli è il miglior club in cui io abbia giocato. Vivo fuori città, ho i miei posti preferiti. Non mi sono mai preoccupato al'idea che Piatek, Cavani o un altro attaccante potesse venire al Napoli, non mi importa. Piatek ha avuto un avvio fantastico in Italia, sta facendo qualcosa di speciale. Non c'è un'età precisa per lasciare la Polonia, Szczesny aveva 16 anni quando è andato all'Arsenal, Lewandowski ne aveva 21 quando è andato al Borussia. Se sei mentalmente forte, sai cosa fare. Sto bene, sono felice di giocare con continuità, segno e faccio assist, ma posso migliorare col destro o con i tiri di testa. Sto migliorando molto e posso dare sempre di più al Napoli. Gli infortuni? Il tempo guarisce le ferite. Giocai a Bergamo contro l'Atalanta prima dell'infortunio, me ne sono ricordato quest'anno nel tunnel degli spogliatoi. Erano strane emozioni. Parto dalla panchina, entro e segno. Ho fatto ciò che volevo. È stata la svolta della mia stagione. Dopo le operazioni ho trascorso molto tempo in palestra per rafforzare le gambe e per evitare nuovi incidenti. Per un attaccante, la ricostruzione fisica è la cosa più importante. mi ha aiutato tanto anche Ancelotti. Se un giorno l'allenamento era stancante, il giorno dopo era più flessibile. Il gol fallito contro il Liverpool? Ancelotti in albergo dopo la partita mi ha detto di non pensarci troppo. Aveva ragione. Il calcio è questo: non possiamo riflettere troppo sul passato. Ho pensato alla partita successiva col Cagliari, segnai al novantesimo su punizione. Le punizioni? Mi alleno da quando ero all'Ajax. restavo in campo a fine allenamento per esercitarmi. Purtroppo al Napoli per due anni non ho potuto dimostrarlo. Ancelotti? Non urla mai, non avevo mai lavorato con un allenatore simile, a volte alza il tono della voce, ma è un attimo. Carlo è un uomo calmo. Basta un suo sguardo per gestire lo stress, in campo abbiamo la libertà di inventare, non bada troppo alla tattica. Ci aiuta a tirare fuori qualcosa in più. Il rigore contro la Sampdoria? Volevo calciarlo, poi l'allenatore ha scelto Verdi e ho accettato la sua decisione. Non sono in concorrenza con nessuno, va bene così. La rapina? Non mi sono mai sentito minacciato a Napoli, quell'episodio non mi ha influenzato. Non ci sono stati traumi, ma mi sono sentito strano per alcuni giorni. E' stato uno shock più per la mia famiglia e la mia ragazza che era in auto con me. Ho sempre cercato di stare attento, i miei compagni mi avevano spiegato queste situazioni, ho dovuto dar via il mio orologio. Da allora non lo indosso più e neppure loro: lo facciamo solo in posti sicuri. Il rinnovo? Non ne abbiamo ancora parlato, Al momento non c'è nulla, ma considero l'idea di rinnovare. Qui sto bene e mi concentro sul presente. Uno degli obiettivi era la Coppa Italia, purtroppo abbiamo perso col Milan. Non sottovalutiamo l'Europa League, vogliamo arrivare in alto".