Gianfranco Coppola, giornalista e presidente dell’USSI, ha parlato nel corso di Terzo Tempo Calcio Napoli, trasmissione in onda su Televomero: “Molti a volte dimenticano che il grande campione è un uomo come tutti gli altri. Il tifoso e a volte anche il giornalista non lo sa e non perdona questo. Devo dire che il racconto dello sport mi appassiona. Tutto ciò che è business, affari, si traduce in gente comune che scende dai vicoli per andare a festeggiare anche di ceti sociali diversi. Il mio libro ‘Campioni per Sempre’? Ci sono i campioni dei primi due scudetti, come per esempio Raffaele Di Fusco che ha descritto Alex Meret. Poi Alemao che ha raccontato McTominay, l’abbinamento Zola-Neres e Careca con Lukaku. Fare le coppie ruolo per ruolo non è facile, il calcio di oggi è diverso. La bellezza è raccontare tutto dal 1987 ad oggi. Cosa direi a Conte? Gli direi di restare, ma il problema è un altro. Gli allenatori, così come i calciatori, sono delle aziende e devono fare ragionamenti anche impopolari. Fino a cinque giorni fa credo che Conte fosse più lontano da Napoli rispetto a ora, penso voglia garanzie anche sulle strutture e questo può essere un problema”.
di Napoli Magazine
28/05/2025 - 23:12
Gianfranco Coppola, giornalista e presidente dell’USSI, ha parlato nel corso di Terzo Tempo Calcio Napoli, trasmissione in onda su Televomero: “Molti a volte dimenticano che il grande campione è un uomo come tutti gli altri. Il tifoso e a volte anche il giornalista non lo sa e non perdona questo. Devo dire che il racconto dello sport mi appassiona. Tutto ciò che è business, affari, si traduce in gente comune che scende dai vicoli per andare a festeggiare anche di ceti sociali diversi. Il mio libro ‘Campioni per Sempre’? Ci sono i campioni dei primi due scudetti, come per esempio Raffaele Di Fusco che ha descritto Alex Meret. Poi Alemao che ha raccontato McTominay, l’abbinamento Zola-Neres e Careca con Lukaku. Fare le coppie ruolo per ruolo non è facile, il calcio di oggi è diverso. La bellezza è raccontare tutto dal 1987 ad oggi. Cosa direi a Conte? Gli direi di restare, ma il problema è un altro. Gli allenatori, così come i calciatori, sono delle aziende e devono fare ragionamenti anche impopolari. Fino a cinque giorni fa credo che Conte fosse più lontano da Napoli rispetto a ora, penso voglia garanzie anche sulle strutture e questo può essere un problema”.