Antonio Polito scrive sul Corriere del Mezzogiorno a proposito del Napoli: "L'allenatore (Spalletti, ndr) spiega che se n'è andato perchè è stato trattato male da Adl, il quale si è comportato da padre-padrone e non ha riconosciuto a lui e alla dirigenza il merito del trionfo calcistico. Si ripete così una tesi molto popolare a Napoli (e sono sicuro che il confutarla renderà me molto impopolare): che cioè lo scudetto l'hanno vinto Spalletti e Giuntoli, il primo con la sua tattica, il secondo col suo mercato. Il Napoli è in testa al campionato, in corsa per il suo secondo scudetto in tre anni (anche qui siete autorizzati a tutti gli scongiuri del caso). E senza Giuntoli e Spalletti, ma con un altro allenatore e un'altra dirigenza. Anzi, se vogliamo dirla tutta, con una rosa che forse è perfino inferiore a quella dell'anno di Spalletti, anche se non così risicata come Antonio Conte, maestro dell'autocommiserazione, tende a far credere. Perchè De Laurentiis quest'anno la campagna acquisti l'ha fatta, nonostante l'unico e non piccolo neo di aver ceduto la stella Kvaratskhelia, capace in pochi mesi di trascinare il Psg alla finale di Champions. Questo risultato sportivo, due scudetti in tre anni, non è mai stato raggiunto nella storia del calcio italiano da nessuna squadra che non ci chiamasse Juventus, Inter o Milan, cioè al di fuori del triangolo delle squadre del Nord. Si tratterebbe dunque di un successo storico, l'ingresso definitivo nel Gotha del calcio italiano. Non sono gli uomini, i singoli eroi, a fare il successo sportivo, ma la programmazione e il lavoro di squadra. De Laurentiis aveva dunque ragione quando diceva di aver allestito una squadra competitiva, che avrebbe fatto divertire per anni il pubblico napoletano; nonostante tutte le chiacchiere, le polemiche, le mani messe davanti per non cadere. E' una realtà del calcio italiano ormai consolidata: ogni anno il Napoli lotta per importanti obiettivi, a partire dallo scudetto, partecipa alle coppe europee, talvolta incanta per il suo gioco o per i suoi calciatori. La professionalità, il rigore e la disciplina, l'attenzione ai conti, la testa sulle spalle, sono qualità essenziali al successo sportivo. E Napoli, che non in tutti i campi gode di queste stesse qualità, lo deve apprezzare".
di Napoli Magazine
11/05/2025 - 11:10
Antonio Polito scrive sul Corriere del Mezzogiorno a proposito del Napoli: "L'allenatore (Spalletti, ndr) spiega che se n'è andato perchè è stato trattato male da Adl, il quale si è comportato da padre-padrone e non ha riconosciuto a lui e alla dirigenza il merito del trionfo calcistico. Si ripete così una tesi molto popolare a Napoli (e sono sicuro che il confutarla renderà me molto impopolare): che cioè lo scudetto l'hanno vinto Spalletti e Giuntoli, il primo con la sua tattica, il secondo col suo mercato. Il Napoli è in testa al campionato, in corsa per il suo secondo scudetto in tre anni (anche qui siete autorizzati a tutti gli scongiuri del caso). E senza Giuntoli e Spalletti, ma con un altro allenatore e un'altra dirigenza. Anzi, se vogliamo dirla tutta, con una rosa che forse è perfino inferiore a quella dell'anno di Spalletti, anche se non così risicata come Antonio Conte, maestro dell'autocommiserazione, tende a far credere. Perchè De Laurentiis quest'anno la campagna acquisti l'ha fatta, nonostante l'unico e non piccolo neo di aver ceduto la stella Kvaratskhelia, capace in pochi mesi di trascinare il Psg alla finale di Champions. Questo risultato sportivo, due scudetti in tre anni, non è mai stato raggiunto nella storia del calcio italiano da nessuna squadra che non ci chiamasse Juventus, Inter o Milan, cioè al di fuori del triangolo delle squadre del Nord. Si tratterebbe dunque di un successo storico, l'ingresso definitivo nel Gotha del calcio italiano. Non sono gli uomini, i singoli eroi, a fare il successo sportivo, ma la programmazione e il lavoro di squadra. De Laurentiis aveva dunque ragione quando diceva di aver allestito una squadra competitiva, che avrebbe fatto divertire per anni il pubblico napoletano; nonostante tutte le chiacchiere, le polemiche, le mani messe davanti per non cadere. E' una realtà del calcio italiano ormai consolidata: ogni anno il Napoli lotta per importanti obiettivi, a partire dallo scudetto, partecipa alle coppe europee, talvolta incanta per il suo gioco o per i suoi calciatori. La professionalità, il rigore e la disciplina, l'attenzione ai conti, la testa sulle spalle, sono qualità essenziali al successo sportivo. E Napoli, che non in tutti i campi gode di queste stesse qualità, lo deve apprezzare".