Il Corriere dello Sport ha commentato la gara del Napoli persa 1-0 in casa della Juventus: "Lo scudetto eccolo là, sta sulla Torino (bianconera)-Milano (nerazzurra sicuramente; poi chissà): 15 partite sono state sufficienti per strapparlo al Napoli e portarglielo via, lasciandogli il piacere di gustarsi quel tempo ormai perduto e quella felicità che rimane nella memoria. La Juventus la vince dopo aver temuto di doverla perdere, in un primo tempo che un Napoli esemplare ha riempito di sé, di una personalità limpida, di un possesso palla (quasi) insospettabile, 67%. Ma quella partita, avvolta in un telo azzurro per 45', la Juventus l’ha ripresa, l’ha rielaborata, l’ha modulata e l’ha tenuta per sé, con freddezza e con una padronanza del campo e dei nervi che gli appartiene. Per un per bel po’, sino al tè, la scena è stata di Lobotka e di Osimhen, di Anguissa e (ahilui) di Kvaratskhelia, di quella autorevolezza che ha costretto Madame a starsene bassa, in attesa di trovare riferimenti visibili sino a quel momento esclusivamente in Chiesa e in Cambiaso, un pochino in Rabiot. Un graffio di Gatti è sufficiente per darsi un tono e sbarazzarsi dagli equivoci, chi vorrà andarsene in giro a far festa dovrà fare i conti con una squadra che sa essere perfida, cinica, terribilmente spietata perché la Signora Omicidi è fatta così".
di Napoli Magazine
09/12/2023 - 08:33
Il Corriere dello Sport ha commentato la gara del Napoli persa 1-0 in casa della Juventus: "Lo scudetto eccolo là, sta sulla Torino (bianconera)-Milano (nerazzurra sicuramente; poi chissà): 15 partite sono state sufficienti per strapparlo al Napoli e portarglielo via, lasciandogli il piacere di gustarsi quel tempo ormai perduto e quella felicità che rimane nella memoria. La Juventus la vince dopo aver temuto di doverla perdere, in un primo tempo che un Napoli esemplare ha riempito di sé, di una personalità limpida, di un possesso palla (quasi) insospettabile, 67%. Ma quella partita, avvolta in un telo azzurro per 45', la Juventus l’ha ripresa, l’ha rielaborata, l’ha modulata e l’ha tenuta per sé, con freddezza e con una padronanza del campo e dei nervi che gli appartiene. Per un per bel po’, sino al tè, la scena è stata di Lobotka e di Osimhen, di Anguissa e (ahilui) di Kvaratskhelia, di quella autorevolezza che ha costretto Madame a starsene bassa, in attesa di trovare riferimenti visibili sino a quel momento esclusivamente in Chiesa e in Cambiaso, un pochino in Rabiot. Un graffio di Gatti è sufficiente per darsi un tono e sbarazzarsi dagli equivoci, chi vorrà andarsene in giro a far festa dovrà fare i conti con una squadra che sa essere perfida, cinica, terribilmente spietata perché la Signora Omicidi è fatta così".