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FOCUS NM - F1, Gp di Singapore: dalla geniale strategia di Carlos Sainz, al passo falso della Red Bull, ecco i segreti della vittoria della Ferrari
18.09.2023 15:26 di Napoli Magazine

NAPOLI - La Ferrari di Carlos Sainz vince il Gran Premio di Singapore. Non può iniziare diversamente il resoconto di una gara che ha riportato, dopo 434 giorni, la Rossa di Maranello sul gradino più alto del podio. Eppure, si può tranquillamente affermare che questa gara non è la resurrezione di un Cavallino Rampante finalmente competitivo, ma la massima espressione del talento e del pregevole manico di Carlos Sainz. Il circuito di Marina Bay ha estromesso dalla scena gli attori più importanti (e dominanti) della stagione, mostrando una Red Bull assolutamente vulnerabile e poco competitiva. In molti si interrogano sul perché Verstappen e Perez abbiano, di colpo, perso la qualità del proprio mezzo e, coincidenza vuole, che proprio nel Gran Premio in cui sono stati applicati alcuni cambiamenti al regolamento, con l’ingresso della regola TD018 che limita la flessibilità delle ali, sia anteriori che posteriori, la dominante monoposto austriaca abbia evidenziato problemi. A Suzuka scopriremo se per Red Bull, quello di Singapore, è stato un semplice scivolone o se c’è dell’altro. Nonostante ciò, questo non è il racconto del crollo della Scuderia di Milton Keynes, ma del clamoroso trionfo della Ferrari. L’occasione era troppo ghiotta per farsela scappare e il muretto della Rossa ha lavorato sui minimi dettagli per cercare di portare a casa la vittoria. Nei primi 30 giri di gara, al vero poco avvincenti, la pedina più importante dello scacchiere rosso è stato Charles Leclerc, calatosi con umiltà e responsabilità nel ruolo di scudiero di Sainz che, prima nelle prove del venerdì, poi con la pole del sabato, aveva dimostrato di essere più veloce del compagno di squadra. La presenza del monegasco dietro lo spagnolo è stata fondamentale per attuare una strategia di difesa e permettere a Sainz di gestire al meglio le gomme. L’avvento della Safety Car e lo sfortunato pit stop di Leclerc, costretto a perdere secondi preziosi a causa del traffico creatosi in pit lane, tolgono dai radar di Carlos la presenza del compagno di squadra ed è proprio in quel momento che il numero 55 della Ferrari costruisce una delle vittorie più clamorose, strategiche e intelligenti che si siano mai viste nel recente passato. La strategia migliore, nella seconda parte di gara, è quella adottata da Mercedes che per puntare alla vittoria decide di optare per una sosta in più e montare gomme medie, con le quali la casa tedesca già sapeva di avere grande feeling e di poter essere più veloce della concorrenza. La rimonta di Russell e Hamilton è perentoria e negli ultimi 8 giri di gara sono praticamente attaccati al gruppo di testa. La vittoria, per Sainz e la Ferrari, appare un’utopia, ma è proprio in quel momento che lo spagnolo ha il colpo di genio. È impossibile quantificare il livello di freddezza che un pilota deve avere quando ad altissima velocità deve pensare di attuare una strategia, senza l’ausilio del muretto box. Dietro Sainz, infatti, c’è Lando Norris, amico da una vita, che Carlos trasforma da rivale per la prima posizione a opportunità per portare a casa la vittoria. Il ferrarista fa volutamente avvicinare il pilota McLaren sotto il secondo di distacco per permettergli di usare il DRS e difendersi da Russell e Hamilton. In quel momento Sainz ha deciso di rischiare tutto. Ogni singolo errore, ogni singola curva presa leggermente più larga avrebbe determinato la sconfitta, ma, viceversa, la speranza di dare scia a Norris e permettergli la difesa sulle Mercedes era l’unica, folle, decisione per la vittoria. Potremmo definire, quella di Sainz, una “ponderata follia” resa possibile dalla velocità sul dritto della Ferrari rispetto alla McLaren e dalla capacità di giudizio di un Lando Norris dimostratosi maturo nell’accettare il compromesso dell’amico-rivale. Non deve, infatti, passare in secondo piano l’intelligenza mostrata da Norris che già qualche giro precedente aveva intuito come il suo mezzo non disponesse, anche con DRS, della necessaria velocità per poter beffare Sainz. Lando è stato bravissimo nel capire perfettamente l’andamento della gara e, con gesti avventati, avrebbe perso la scia di Sainz e si sarebbe reso vulnerabile nei confronti della Mercedes: difendersi è valso il secondo posto, attaccare lo avrebbe relegato fuori dal podio. La lucidità di Norris è, invece, mancata a Russell. Il giovane inglese vanifica un ottima gara, facendosi prendere dalla frenesia e dal nervosismo che lo inducono all’errore e al ritiro a poche curve dal termine. Carlos taglia il traguardo per primo, compiendo una autentica impresa, lo segue Norris con Hamilton che completa il podio e Leclerc quarto. Menzione d’onore a Liam Lawson che porta punti in casa Alpha Tauri e si dimostra molto più che un semplice pilota di riserva. È così che si consuma la festa della Ferrari che rompe la striscia di vittorie della Red Bull, torna a far suonare l’inno di Mameli sul podio e regala una gioia immensa in una stagione difficile. È così che Carlos Sainz, mai tanto in forma come adesso, spegne le critiche dei detrattori con una prova ricca di coraggio, intelligenza e attributi. Ci vuole follia per essere un campione e Carlos Sainz ha dimostrato di esserlo nella notte di Singapore, tinta di rosso.

 

Emanuele Petrarca

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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18/09/2023 - 15:26

NAPOLI - La Ferrari di Carlos Sainz vince il Gran Premio di Singapore. Non può iniziare diversamente il resoconto di una gara che ha riportato, dopo 434 giorni, la Rossa di Maranello sul gradino più alto del podio. Eppure, si può tranquillamente affermare che questa gara non è la resurrezione di un Cavallino Rampante finalmente competitivo, ma la massima espressione del talento e del pregevole manico di Carlos Sainz. Il circuito di Marina Bay ha estromesso dalla scena gli attori più importanti (e dominanti) della stagione, mostrando una Red Bull assolutamente vulnerabile e poco competitiva. In molti si interrogano sul perché Verstappen e Perez abbiano, di colpo, perso la qualità del proprio mezzo e, coincidenza vuole, che proprio nel Gran Premio in cui sono stati applicati alcuni cambiamenti al regolamento, con l’ingresso della regola TD018 che limita la flessibilità delle ali, sia anteriori che posteriori, la dominante monoposto austriaca abbia evidenziato problemi. A Suzuka scopriremo se per Red Bull, quello di Singapore, è stato un semplice scivolone o se c’è dell’altro. Nonostante ciò, questo non è il racconto del crollo della Scuderia di Milton Keynes, ma del clamoroso trionfo della Ferrari. L’occasione era troppo ghiotta per farsela scappare e il muretto della Rossa ha lavorato sui minimi dettagli per cercare di portare a casa la vittoria. Nei primi 30 giri di gara, al vero poco avvincenti, la pedina più importante dello scacchiere rosso è stato Charles Leclerc, calatosi con umiltà e responsabilità nel ruolo di scudiero di Sainz che, prima nelle prove del venerdì, poi con la pole del sabato, aveva dimostrato di essere più veloce del compagno di squadra. La presenza del monegasco dietro lo spagnolo è stata fondamentale per attuare una strategia di difesa e permettere a Sainz di gestire al meglio le gomme. L’avvento della Safety Car e lo sfortunato pit stop di Leclerc, costretto a perdere secondi preziosi a causa del traffico creatosi in pit lane, tolgono dai radar di Carlos la presenza del compagno di squadra ed è proprio in quel momento che il numero 55 della Ferrari costruisce una delle vittorie più clamorose, strategiche e intelligenti che si siano mai viste nel recente passato. La strategia migliore, nella seconda parte di gara, è quella adottata da Mercedes che per puntare alla vittoria decide di optare per una sosta in più e montare gomme medie, con le quali la casa tedesca già sapeva di avere grande feeling e di poter essere più veloce della concorrenza. La rimonta di Russell e Hamilton è perentoria e negli ultimi 8 giri di gara sono praticamente attaccati al gruppo di testa. La vittoria, per Sainz e la Ferrari, appare un’utopia, ma è proprio in quel momento che lo spagnolo ha il colpo di genio. È impossibile quantificare il livello di freddezza che un pilota deve avere quando ad altissima velocità deve pensare di attuare una strategia, senza l’ausilio del muretto box. Dietro Sainz, infatti, c’è Lando Norris, amico da una vita, che Carlos trasforma da rivale per la prima posizione a opportunità per portare a casa la vittoria. Il ferrarista fa volutamente avvicinare il pilota McLaren sotto il secondo di distacco per permettergli di usare il DRS e difendersi da Russell e Hamilton. In quel momento Sainz ha deciso di rischiare tutto. Ogni singolo errore, ogni singola curva presa leggermente più larga avrebbe determinato la sconfitta, ma, viceversa, la speranza di dare scia a Norris e permettergli la difesa sulle Mercedes era l’unica, folle, decisione per la vittoria. Potremmo definire, quella di Sainz, una “ponderata follia” resa possibile dalla velocità sul dritto della Ferrari rispetto alla McLaren e dalla capacità di giudizio di un Lando Norris dimostratosi maturo nell’accettare il compromesso dell’amico-rivale. Non deve, infatti, passare in secondo piano l’intelligenza mostrata da Norris che già qualche giro precedente aveva intuito come il suo mezzo non disponesse, anche con DRS, della necessaria velocità per poter beffare Sainz. Lando è stato bravissimo nel capire perfettamente l’andamento della gara e, con gesti avventati, avrebbe perso la scia di Sainz e si sarebbe reso vulnerabile nei confronti della Mercedes: difendersi è valso il secondo posto, attaccare lo avrebbe relegato fuori dal podio. La lucidità di Norris è, invece, mancata a Russell. Il giovane inglese vanifica un ottima gara, facendosi prendere dalla frenesia e dal nervosismo che lo inducono all’errore e al ritiro a poche curve dal termine. Carlos taglia il traguardo per primo, compiendo una autentica impresa, lo segue Norris con Hamilton che completa il podio e Leclerc quarto. Menzione d’onore a Liam Lawson che porta punti in casa Alpha Tauri e si dimostra molto più che un semplice pilota di riserva. È così che si consuma la festa della Ferrari che rompe la striscia di vittorie della Red Bull, torna a far suonare l’inno di Mameli sul podio e regala una gioia immensa in una stagione difficile. È così che Carlos Sainz, mai tanto in forma come adesso, spegne le critiche dei detrattori con una prova ricca di coraggio, intelligenza e attributi. Ci vuole follia per essere un campione e Carlos Sainz ha dimostrato di esserlo nella notte di Singapore, tinta di rosso.

 

Emanuele Petrarca

 

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