NAPOLI - Alberto Zangrillo, presidente del Genoa, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Mattino:
Ha il merito di aver portato in Italia Retegui. Lo fa lo scambio con Osimhen?
"No,mi tengo stretto Mateo. Perché gli voglio tanto bene e perché ha tutte le caratteristiche per diventare come Osimhen. E questa sarebbe una grande cosa anche per la nostra Nazionale".
A proposito, ma questo gemellaggio finito tra le due tifoserie è un grande peccato?
"Non so di chi sia la colpa, sono due città di mare, popolari, simili e in cui il tifo recita una parte importante nella vita di tutti i giorni. È un peccato non tornare a essere amici: gli ultras hanno le loro regole, se c’è bisogno di me per far tornare le cose come prima, io ci sono. Il calcio deve essere una festa, un gioco, utile a farci dimenticare le cose brutte".
Cosa ne pensa di Adriano Galliani?
"Adriano Galliani è una derivazione diretta di Silvio Berlusconi ma vive nel calcio da cinquant’anni e per me lui è un fratello maggiore che mi ha istruito e mi ha aiutato ad osservare che il divario di ricchezza, il divario di disponibilità economiche tra le grandi che competono a livello europeo in Champions e le intermedie e le sette, otto “piccole” è un divario che cresce a dismisura. E se va avanti di questo passo porterà a una serie A sempre con minor interesse. Non c’è più la Superlega, ma c’è un Supercampionato".
Una delle leve su cui intervenire?
"La riforme delle leggi vigenti che ora fanno sì che la torta venga spartita con fette che non sono proporzionate ai valori di certi parametri".
Quali a suo avviso devono essere rivalutati?
"Se porti 27.700 abbonati allo stadio devi essere aiutato o mortificato? Può non essere considerato, per esempio, il valore di una società fondata 130 anni fa e che per 40-50 anni ha favorito la crescita e la conoscenza del calcio nel nostro Paese tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Il parametro è la storia. La storia non viene presa in considerazione. In Lega Calcio c’è tabellone meraviglioso in cui ci sono tutti i vincitori degli scudetti. Da un certo momento in poi, dai primi anni Novanta, hanno iniziato a vincere sempre gli stessi. E che appeal ha questo calcio?".
di Napoli Magazine
15/09/2023 - 08:40
NAPOLI - Alberto Zangrillo, presidente del Genoa, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Mattino:
Ha il merito di aver portato in Italia Retegui. Lo fa lo scambio con Osimhen?
"No,mi tengo stretto Mateo. Perché gli voglio tanto bene e perché ha tutte le caratteristiche per diventare come Osimhen. E questa sarebbe una grande cosa anche per la nostra Nazionale".
A proposito, ma questo gemellaggio finito tra le due tifoserie è un grande peccato?
"Non so di chi sia la colpa, sono due città di mare, popolari, simili e in cui il tifo recita una parte importante nella vita di tutti i giorni. È un peccato non tornare a essere amici: gli ultras hanno le loro regole, se c’è bisogno di me per far tornare le cose come prima, io ci sono. Il calcio deve essere una festa, un gioco, utile a farci dimenticare le cose brutte".
Cosa ne pensa di Adriano Galliani?
"Adriano Galliani è una derivazione diretta di Silvio Berlusconi ma vive nel calcio da cinquant’anni e per me lui è un fratello maggiore che mi ha istruito e mi ha aiutato ad osservare che il divario di ricchezza, il divario di disponibilità economiche tra le grandi che competono a livello europeo in Champions e le intermedie e le sette, otto “piccole” è un divario che cresce a dismisura. E se va avanti di questo passo porterà a una serie A sempre con minor interesse. Non c’è più la Superlega, ma c’è un Supercampionato".
Una delle leve su cui intervenire?
"La riforme delle leggi vigenti che ora fanno sì che la torta venga spartita con fette che non sono proporzionate ai valori di certi parametri".
Quali a suo avviso devono essere rivalutati?
"Se porti 27.700 abbonati allo stadio devi essere aiutato o mortificato? Può non essere considerato, per esempio, il valore di una società fondata 130 anni fa e che per 40-50 anni ha favorito la crescita e la conoscenza del calcio nel nostro Paese tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Il parametro è la storia. La storia non viene presa in considerazione. In Lega Calcio c’è tabellone meraviglioso in cui ci sono tutti i vincitori degli scudetti. Da un certo momento in poi, dai primi anni Novanta, hanno iniziato a vincere sempre gli stessi. E che appeal ha questo calcio?".