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IL CASO - Scrisse "Forza Vesuvio" su Facebook, assolta l'ex consigliere della Lega
14.11.2018 19:18 di Napoli Magazine Fonte: Il Mattino

«Il fatto non sussiste». Con questa formula è stata assolta oggi dalla Corte d'Appello di Milano l'ex consigliera provinciale di Monza in quota Lega Nord, Donatella Galli, che era stata condannata in primo grado a venti giorni di reclusione per aver pubblicato su Facebook nel 2012 un post con su scritto «Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili», augurandosi «una catastrofe naturale nel centro sud Italia». «Noi siamo increduli e aspettiamo di leggere le motivazioni tra 60 giorni», ha commentato l'avvocato Sergio Pisani, parte civile e che in qualità di presidente della Ottava Municipalità di Napoli aveva presentato la denuncia, dando origine all'inchiesta terminata con la condanna in primo grado a Monza nel marzo 2017. La donna era stata condannata anche a risarcire la parte civile che aveva chiesto «un euro simbolico». Galli era accusata di aver propagandato «idee fondate sulla superiorità razziale ed etnica degli italiani settentrionali rispetto ai meridionali» e di «discriminazione razziale ed etnica».

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IL CASO - Scrisse "Forza Vesuvio" su Facebook, assolta l'ex consigliere della Lega

di Napoli Magazine

14/11/2024 - 19:18

«Il fatto non sussiste». Con questa formula è stata assolta oggi dalla Corte d'Appello di Milano l'ex consigliera provinciale di Monza in quota Lega Nord, Donatella Galli, che era stata condannata in primo grado a venti giorni di reclusione per aver pubblicato su Facebook nel 2012 un post con su scritto «Forza Etna, forza Vesuvio, forza Marsili», augurandosi «una catastrofe naturale nel centro sud Italia». «Noi siamo increduli e aspettiamo di leggere le motivazioni tra 60 giorni», ha commentato l'avvocato Sergio Pisani, parte civile e che in qualità di presidente della Ottava Municipalità di Napoli aveva presentato la denuncia, dando origine all'inchiesta terminata con la condanna in primo grado a Monza nel marzo 2017. La donna era stata condannata anche a risarcire la parte civile che aveva chiesto «un euro simbolico». Galli era accusata di aver propagandato «idee fondate sulla superiorità razziale ed etnica degli italiani settentrionali rispetto ai meridionali» e di «discriminazione razziale ed etnica».

Fonte: Il Mattino