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IL COMMENTO - Amoruso: "Il Napoli è una realtà importante, Conte potrà fare molto bene"
30.05.2024 13:46 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Lorenzo Amoruso, ex calciatore, tra le altre, di Fiorentina e Bari.

L’ha persa la Fiorentina o l’ha vinta l’Olympiacos?

“Secondo me, l’ha persa la Fiorentina, per l’atteggiamento nel secondo tempo anche dei giocatori più attesi, d’esperienza. È un atteggiamento che è sembrato quello del tennista, del braccino. Non si può pensare di protestare su un fallo che c’è e non c’è. Hai giocato 120 minuti con quell’arbitro e sai che ha un certo metro di giudizio. Non ci sono molte discussioni da fare, ha arbitrato così tutto l’incontro. Poi, finisce l’azione e puoi protestare. È stato un peccato. L’Olympiacos era un’ottima squadra ma inferiore alla Fiorentina”.

Perché la Fiorentina non è riuscita ad imporre il suo gioco?

“E’ da un anno che andiamo avanti così, con prestazioni abbastanza strane. Il poco equilibrio difensivo non ha dato tranquillità alla squadra. La Fiorentina ha subìto tanto. Molto dipende anche da quel che ha chiesto l’allenatore. L’ingresso in campo è stato eccezionale, ma la squadra ha lasciato a desiderare nella ripresa. È difficile se non hai quei tre o quattro giocatori che possano gestire con esperienza la partita. Arthur, Bonaventura e Nico sono stati tra i viola che hanno deluso. Il brasiliano, così come Gonzalez, si sono visti poco. Troppo poco per una finale e per essere giocatori di qualità e con una certa valutazione sul mercato”.

Una prova di maturità fallita per il tecnico?

“Probabilmente sì. Sono tre finali di fila che perdi. Non ho visto miglioramenti nella squadra. L’esperienza dolorosa dello scorso anno non è stata tramutata in atteggiamento sul campo. La cura dei particolari è fondamentale. Non puoi permettere ad una squadra come l’Olympiacos di sfruttare le sue caratteristiche principali. Si sapeva avessero questo attaccante bravino, e tu ti fermi lì a protestare. Non c’è stata la testardaggine di insistere, di dire ‘ questa finale voglio vincerla’. Si sono date speranze agli avversari”.

Italiano è pronto per il Bologna?

“Difficile dirlo. Arriva da tre anni a Firenze dove, però, non è migliorato molto dal primo anno. Al suo arrivo ha stravolto la viola, pur restando fermo nelle stagioni successive. Si può anche dire non sia stato supportato dal mercato. Adesso, però, potrebbe approcciare ad una piazza dove il confronto sarà ancora più acceso. Il Bologna sarà in quarta fascia, affronterà tre squadre molto forti. Non ci sarà una campagna acquisti rivoluzionaria. Anzi, qualche giocatore potrebbe anche essere ceduto. Sarà un esame molto difficile”.

Conte è l’uomo giusto per gli azzurri?

“Antonio ha tanta esperienza, i connotati giusti per ricominciare. L’ha fatto ovunque sia andato, come al Chelsea, all’Inter e alla Juve, seppure abbia fallito al Tottenham dove, però, hanno fallito quasi tutti. Avrà il ‘vantaggio’ di non avere coppe, distrazioni. Sarà concentrato esclusivamente sul campionato e la Coppa Italia. Il mercato sarà importante, anche se la squadra non ha necessità di essere stravolta. Il Napoli è una realtà importante, Antonio ha tanto materiale per poter fare bene”.

Quali dovrebbero essere gli incedibili, oltre la cessione di Osimhen?

“Ce ne sono tanti… Per carità, è stato un anno fallimentare, possiamo dirlo, ma non è che il valore di certi giocatori è scomparsa definitivamente. C’è stata una concomitanza di fattori, più o meno prevedibili, come allenatori sbagliati ed un modo di allenarsi, ad inizio stagione, sbagliato. È una squadra che deve correre. Osimhen, se dovesse andar via, sarebbe una perdita, ma con 130 milioni il Napoli punterebbe a giocatori importanti. Antonio ama un centravanti importante, che sappia fare reparto da solo. Le caratteristiche sono quelle”.

Qual è il suo giudizio sul confronto che ha coinvolto il sindaco di Bari, Decaro, e De Laurentiis?

“Credo che l’uscita di De Laurentiis sia stata abbastanza infelice. Ne ha avute altre in passato ma, se sei il presidente del club, devi sempre avere rispetto per la piazza, ed anche per la politica della città. Non mi pare che la società abbia speso un centesimo per lo stadio, difatti. Rispetto allo scorso anno, la squadra è stata peggiorata notevolmente. Le potenzialità, notevoli, del Bari non sono state sfruttate. Ciò detto, questa diatriba tra dirigenza e politica spero non influisca sulla tifoseria e sulla squadra. Se non si può salire in Serie A, basta dichiararlo, magari anche cedere la società”.

Se i rapporti sono tesi con Decaro e Manfredi, così come lo erano con De Magistris, il problema può essere il modo di porsi di De Laurentiis?

“Lui ha un suo carattere, ne prendiamo atto tutti. Ha il diritto di esprimere un suo parere, e noi di criticarlo. In alcune situazioni, si comporta come quando eravamo bambini e decidevamo il gioco perché avevamo il pallone. Può piacere e può non piacere. Ha avuto il coraggio di investire e rischiare qualcosa. Quel che, dunque, altri non hanno rischiato. Più di tanto, per quanto riguarda il Bari, non ha fatto. Per questo, non accetto che si contrasti la delusione o l’arrabbiatura dei tifosi. Lo scorso anno, Bari è stata la piazza con i numeri maggiori della Serie B. Per questo parlavo di potenziale inespresso”.

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IL COMMENTO - Amoruso: "Il Napoli è una realtà importante, Conte potrà fare molto bene"

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30/05/2024 - 13:46

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Lorenzo Amoruso, ex calciatore, tra le altre, di Fiorentina e Bari.

L’ha persa la Fiorentina o l’ha vinta l’Olympiacos?

“Secondo me, l’ha persa la Fiorentina, per l’atteggiamento nel secondo tempo anche dei giocatori più attesi, d’esperienza. È un atteggiamento che è sembrato quello del tennista, del braccino. Non si può pensare di protestare su un fallo che c’è e non c’è. Hai giocato 120 minuti con quell’arbitro e sai che ha un certo metro di giudizio. Non ci sono molte discussioni da fare, ha arbitrato così tutto l’incontro. Poi, finisce l’azione e puoi protestare. È stato un peccato. L’Olympiacos era un’ottima squadra ma inferiore alla Fiorentina”.

Perché la Fiorentina non è riuscita ad imporre il suo gioco?

“E’ da un anno che andiamo avanti così, con prestazioni abbastanza strane. Il poco equilibrio difensivo non ha dato tranquillità alla squadra. La Fiorentina ha subìto tanto. Molto dipende anche da quel che ha chiesto l’allenatore. L’ingresso in campo è stato eccezionale, ma la squadra ha lasciato a desiderare nella ripresa. È difficile se non hai quei tre o quattro giocatori che possano gestire con esperienza la partita. Arthur, Bonaventura e Nico sono stati tra i viola che hanno deluso. Il brasiliano, così come Gonzalez, si sono visti poco. Troppo poco per una finale e per essere giocatori di qualità e con una certa valutazione sul mercato”.

Una prova di maturità fallita per il tecnico?

“Probabilmente sì. Sono tre finali di fila che perdi. Non ho visto miglioramenti nella squadra. L’esperienza dolorosa dello scorso anno non è stata tramutata in atteggiamento sul campo. La cura dei particolari è fondamentale. Non puoi permettere ad una squadra come l’Olympiacos di sfruttare le sue caratteristiche principali. Si sapeva avessero questo attaccante bravino, e tu ti fermi lì a protestare. Non c’è stata la testardaggine di insistere, di dire ‘ questa finale voglio vincerla’. Si sono date speranze agli avversari”.

Italiano è pronto per il Bologna?

“Difficile dirlo. Arriva da tre anni a Firenze dove, però, non è migliorato molto dal primo anno. Al suo arrivo ha stravolto la viola, pur restando fermo nelle stagioni successive. Si può anche dire non sia stato supportato dal mercato. Adesso, però, potrebbe approcciare ad una piazza dove il confronto sarà ancora più acceso. Il Bologna sarà in quarta fascia, affronterà tre squadre molto forti. Non ci sarà una campagna acquisti rivoluzionaria. Anzi, qualche giocatore potrebbe anche essere ceduto. Sarà un esame molto difficile”.

Conte è l’uomo giusto per gli azzurri?

“Antonio ha tanta esperienza, i connotati giusti per ricominciare. L’ha fatto ovunque sia andato, come al Chelsea, all’Inter e alla Juve, seppure abbia fallito al Tottenham dove, però, hanno fallito quasi tutti. Avrà il ‘vantaggio’ di non avere coppe, distrazioni. Sarà concentrato esclusivamente sul campionato e la Coppa Italia. Il mercato sarà importante, anche se la squadra non ha necessità di essere stravolta. Il Napoli è una realtà importante, Antonio ha tanto materiale per poter fare bene”.

Quali dovrebbero essere gli incedibili, oltre la cessione di Osimhen?

“Ce ne sono tanti… Per carità, è stato un anno fallimentare, possiamo dirlo, ma non è che il valore di certi giocatori è scomparsa definitivamente. C’è stata una concomitanza di fattori, più o meno prevedibili, come allenatori sbagliati ed un modo di allenarsi, ad inizio stagione, sbagliato. È una squadra che deve correre. Osimhen, se dovesse andar via, sarebbe una perdita, ma con 130 milioni il Napoli punterebbe a giocatori importanti. Antonio ama un centravanti importante, che sappia fare reparto da solo. Le caratteristiche sono quelle”.

Qual è il suo giudizio sul confronto che ha coinvolto il sindaco di Bari, Decaro, e De Laurentiis?

“Credo che l’uscita di De Laurentiis sia stata abbastanza infelice. Ne ha avute altre in passato ma, se sei il presidente del club, devi sempre avere rispetto per la piazza, ed anche per la politica della città. Non mi pare che la società abbia speso un centesimo per lo stadio, difatti. Rispetto allo scorso anno, la squadra è stata peggiorata notevolmente. Le potenzialità, notevoli, del Bari non sono state sfruttate. Ciò detto, questa diatriba tra dirigenza e politica spero non influisca sulla tifoseria e sulla squadra. Se non si può salire in Serie A, basta dichiararlo, magari anche cedere la società”.

Se i rapporti sono tesi con Decaro e Manfredi, così come lo erano con De Magistris, il problema può essere il modo di porsi di De Laurentiis?

“Lui ha un suo carattere, ne prendiamo atto tutti. Ha il diritto di esprimere un suo parere, e noi di criticarlo. In alcune situazioni, si comporta come quando eravamo bambini e decidevamo il gioco perché avevamo il pallone. Può piacere e può non piacere. Ha avuto il coraggio di investire e rischiare qualcosa. Quel che, dunque, altri non hanno rischiato. Più di tanto, per quanto riguarda il Bari, non ha fatto. Per questo, non accetto che si contrasti la delusione o l’arrabbiatura dei tifosi. Lo scorso anno, Bari è stata la piazza con i numeri maggiori della Serie B. Per questo parlavo di potenziale inespresso”.