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IL COMMENTO - Borja Valero: "Conte è un allenatore con un'ambizione per la vittoria mai vista prima in nessun'altra persona"
28.06.2024 17:22 di Napoli Magazine

Intervistato ai microfoni di LeoVegas.News, l’ex centrocampista di Fiorentina e Inter e gloria del Real Madrid, Borja Valero, ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera calcistica, condividendo aneddoti e curiosità.

Si parte dall’esordio nelle giovanili del Real Madrid. Un periodo che Borja Valero racconta come un sogno diventato realtà: "Quando, a 11 anni, mi hanno chiamato per il settore giovanile del Real Madrid, ero emozionatissimo, era incredibile. Crescere lì e poi arrivare in prima squadra è stato un sogno e quel giorno non lo dimenticherò mai". Ha poi continuato ricordando l'emozione di condividere lo spogliatoio con leggende come Cristiano Ronaldo e di essere allenato da Fabio Capello: "Nel giro di due o tre anni mi sono ritrovato a sedere accanto a loro nello spogliatoio. All'inizio non sapevo bene dove mi trovassi, ma loro mi hanno aiutato molto ad adattarmi e questo ha reso tutto più semplice". A proposito di idoli calcistici, il madrileno non ha dubbi su chi fosse il suo da giovane: Fernando Redondo, il centrocampista argentino che con il suo stile unico di gioco ha ispirato il giovane Valero. "Il suo modo di giocare da solo a centrocampo con quel mancino elegante, per me era qualcosa di speciale. Mi piaceva quell'estro e quando è venuto al Real Madrid ancora di più".

Proseguendo, Valero ha ricordato l’annata 2009-2010 al Mallorca: da un lato una stagione ricca di soddisfazioni che ha portato a sfiorare la qualificazione in Champions, dall’altro un periodo non facile se si considerano le difficoltà economiche (e non solo) in cui versava società. In seguito, dopo la breve esperienza al Villareal, Borja Valero è approdato alla Fiorentina. Una tappa decisiva per la sua carriera nonostante inizialmente non fosse nei suoi piani. "Mi sono ambientato molto bene sin da subito, sia con i compagni che con la città" ha raccontato. La Fiorentina ha infatti visto un periodo di grande successo durante la sua permanenza, sfidando regolarmente le squadre prime in classifica e raggiungendo le semifinali di Europa League. La partita più memorabile? “Sicuramente il 4-2 contro la Juve in casa dopo che eravamo sotto di due gol" ricorda Valero, sottolineando quanto quella vittoria fosse significativa per i tifosi e per la squadra. Un’altra parentesi fondamentale nella sua carriera da calciatore è stato il passaggio all’Inter: “L'Inter ha una storia veramente importante e noi avevamo bisogno di far tornare i tifosi a vivere nuove cose importanti. Cose che da un po' di tempo mancava alla Milano interista”. Nel passaggio da un Club all’altro il centrocampista ne ha inoltre approfittato per sottolineare le differenze tra la vita calcistica a Firenze e a Milano: "A Firenze stavo benissimo. Era un contesto più tranquillo, più familiare. Anche la gestione della società era molto più tranquilla, con meno gente”.

Quali invece gli allenatori che in questo percorso calcistico hanno segnato la carriera di Borja Valero? Da un lato l'influenza significativa di tecnici come Luciano Spalletti, un esempio di costanza nel sapersi migliorare ed evolvere, e dall’altro Antonio Conte, un allenatore "con un'ambizione per la vittoria mai vista prima in nessun'altra persona". Parlando proprio di vittorie, vinte e mancate, l’ex calciatore ha inoltre raccontato che, se potesse, rigiocherebbe “subito, domani” due partite in particolare: la finale di Europa League 2019-2020 tra Sevilla e Inter, persa per 3 a 2 e la finale di Coppa Italia con della Fiorentina contro il Napoli del 2014.

Infine, durante l'intervista, Valero ha anche stilato la sua personalissima top 11 dei compagni di gioco favoriti. Per scoprire la sua formazione e altri aneddoti sulla sua carriera è disponibile l’intervista integrale sui canali social di LeoVegas.News.

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IL COMMENTO - Borja Valero: "Conte è un allenatore con un'ambizione per la vittoria mai vista prima in nessun'altra persona"

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28/06/2024 - 17:22

Intervistato ai microfoni di LeoVegas.News, l’ex centrocampista di Fiorentina e Inter e gloria del Real Madrid, Borja Valero, ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera calcistica, condividendo aneddoti e curiosità.

Si parte dall’esordio nelle giovanili del Real Madrid. Un periodo che Borja Valero racconta come un sogno diventato realtà: "Quando, a 11 anni, mi hanno chiamato per il settore giovanile del Real Madrid, ero emozionatissimo, era incredibile. Crescere lì e poi arrivare in prima squadra è stato un sogno e quel giorno non lo dimenticherò mai". Ha poi continuato ricordando l'emozione di condividere lo spogliatoio con leggende come Cristiano Ronaldo e di essere allenato da Fabio Capello: "Nel giro di due o tre anni mi sono ritrovato a sedere accanto a loro nello spogliatoio. All'inizio non sapevo bene dove mi trovassi, ma loro mi hanno aiutato molto ad adattarmi e questo ha reso tutto più semplice". A proposito di idoli calcistici, il madrileno non ha dubbi su chi fosse il suo da giovane: Fernando Redondo, il centrocampista argentino che con il suo stile unico di gioco ha ispirato il giovane Valero. "Il suo modo di giocare da solo a centrocampo con quel mancino elegante, per me era qualcosa di speciale. Mi piaceva quell'estro e quando è venuto al Real Madrid ancora di più".

Proseguendo, Valero ha ricordato l’annata 2009-2010 al Mallorca: da un lato una stagione ricca di soddisfazioni che ha portato a sfiorare la qualificazione in Champions, dall’altro un periodo non facile se si considerano le difficoltà economiche (e non solo) in cui versava società. In seguito, dopo la breve esperienza al Villareal, Borja Valero è approdato alla Fiorentina. Una tappa decisiva per la sua carriera nonostante inizialmente non fosse nei suoi piani. "Mi sono ambientato molto bene sin da subito, sia con i compagni che con la città" ha raccontato. La Fiorentina ha infatti visto un periodo di grande successo durante la sua permanenza, sfidando regolarmente le squadre prime in classifica e raggiungendo le semifinali di Europa League. La partita più memorabile? “Sicuramente il 4-2 contro la Juve in casa dopo che eravamo sotto di due gol" ricorda Valero, sottolineando quanto quella vittoria fosse significativa per i tifosi e per la squadra. Un’altra parentesi fondamentale nella sua carriera da calciatore è stato il passaggio all’Inter: “L'Inter ha una storia veramente importante e noi avevamo bisogno di far tornare i tifosi a vivere nuove cose importanti. Cose che da un po' di tempo mancava alla Milano interista”. Nel passaggio da un Club all’altro il centrocampista ne ha inoltre approfittato per sottolineare le differenze tra la vita calcistica a Firenze e a Milano: "A Firenze stavo benissimo. Era un contesto più tranquillo, più familiare. Anche la gestione della società era molto più tranquilla, con meno gente”.

Quali invece gli allenatori che in questo percorso calcistico hanno segnato la carriera di Borja Valero? Da un lato l'influenza significativa di tecnici come Luciano Spalletti, un esempio di costanza nel sapersi migliorare ed evolvere, e dall’altro Antonio Conte, un allenatore "con un'ambizione per la vittoria mai vista prima in nessun'altra persona". Parlando proprio di vittorie, vinte e mancate, l’ex calciatore ha inoltre raccontato che, se potesse, rigiocherebbe “subito, domani” due partite in particolare: la finale di Europa League 2019-2020 tra Sevilla e Inter, persa per 3 a 2 e la finale di Coppa Italia con della Fiorentina contro il Napoli del 2014.

Infine, durante l'intervista, Valero ha anche stilato la sua personalissima top 11 dei compagni di gioco favoriti. Per scoprire la sua formazione e altri aneddoti sulla sua carriera è disponibile l’intervista integrale sui canali social di LeoVegas.News.