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ON AIR - Collauto: "Il campionato è lungo, il Napoli può lottare per il titolo fino alla fine"
17.03.2025 12:47 di Napoli Magazine

A "1 Football Club" su 1 Station Radio, è intervenuto Mattia Collauto, ex direttore sportivo del Venezia ed ex calciatore del Como. 

Sembra che tutto giri in favore dell’Inter, ma pensa che il problema sia anche nelle inseguitrici, come il Napoli, che non riescono a mantenere il ritmo dei nerazzurri? 

"I numeri dicono questo. L'Inter, anche se non sta attraversando un momento di particolare brillantezza, ha l'esperienza per gestire situazioni del genere. Questo è un aspetto fondamentale. Infatti, nonostante qualche difficoltà, la squadra è sempre lì in alto, a dimostrazione del fatto che ha raggiunto una maturità tale da poter affrontare questi momenti senza perdere terreno. Mantenere un certo livello di prestazione è essenziale, perché poi le partite si vincono anche quando non si è al massimo della forma. Questo è un segnale importante. Non so dire con certezza se alle inseguitrici manchi qualcosa, ma sicuramente l'Inter è la squadra più attrezzata, per esperienza, a restare in vetta fino alla fine. Detto questo, mancano ancora tante partite. Il Napoli sta facendo qualcosa di importante, ma poi si va a Venezia e si lasciano punti per strada. D’altra parte, come abbiamo detto più volte, il girone di ritorno è un altro campionato. Le squadre che lottano per salvarsi cambiano completamente atteggiamento: hanno un’altra fame, un altro spirito di sopravvivenza. Per questo, portare a casa i tre punti non è mai semplice".


Nella gara di ieri tra Venezia e Napoli, i padroni di casa non hanno rubato nulla. Forse ai punti avrebbe meritato addirittura qualcosa in più del pareggio? 

"Sì, il Venezia ha fatto un’ottima partita. È una squadra che ha trovato una certa stabilità difensiva e ha modificato il proprio gioco rispetto al girone di andata. Prima giocava un calcio più pulito, ma faceva fatica a finalizzare. Adesso, invece, ha cambiato alcune dinamiche, si è ‘sporcata’ un po’ di più e ha trovato quella solidità che le permette di ottenere risultati. Certo, continua a faticare in attacco, e se non riesce a vincere qualche partita diventa complicato. Tuttavia, è una squadra che può dare filo da torcere anche alle big. Rispetto ad altre formazioni nella parte bassa della classifica, il Venezia mi sembra stia un po’ meglio, sia dal punto di vista mentale che competitivo. Ha ottenuto quattro pareggi consecutivi, e questo, in termini di consapevolezza, significa tanto. Ovviamente la classifica non è ancora definita, ma mancano tante partite e le altre squadre non stanno correndo così tanto." 

Secondo lei cosa è mancato ieri alla squadra di Conte? 

"Quella di Venezia è una partita particolare. Si gioca in uno stadio insolito, ci si arriva in un modo diverso rispetto ad altri campi, e questo può influenzare la prestazione. Il Venezia ha saputo sfruttare bene il fattore ambientale, conoscendolo meglio. Dal Napoli ci si aspettava più incisività in fase offensiva. Ho l’impressione che la squadra fatichi ancora a concretizzare la mole di gioco che produce. Ha qualità, fisicità e superiorità tecnica in alcuni giocatori chiave, ma non riesce a tradurre tutto questo in gol. Sta comunque facendo bene, ma manca ancora qualcosa per sfruttare appieno il proprio potenziale. Al Napoli stia mancando cattiveria sotto porta. Partite come quella di ieri sono fondamentali: se le vinci, anche in maniera sporca, resti agganciato alla vetta e il campionato cambia. Ora il distacco non è enorme, ma quando hai l'Inter davanti, quei tre punti di differenza pesano. I nerazzurri sono una squadra consapevole dei propri mezzi, che ha imparato a gestire i momenti difficili. Il campionato è ancora lungo e il Napoli ha le qualità, sia nei giocatori che nell'allenatore, per restare in corsa fino alla fine. Tuttavia, deve iniziare a vincere partite come quella di ieri, perché sono proprio queste che fanno la differenza nella lotta per il titolo." 

Le difficoltà nel concretizzare le occasioni sono legate al rendimento deludente di Lukaku? 

"Io credo che Lukaku stia facendo un campionato importante. Probabilmente sta deludendo dal punto di vista dei numeri, ma è anche vero che gioca in un certo tipo di sistema. Spesso lo vediamo fuori dall'area di rigore, impegnato in un lavoro sporco e di raccordo con il resto della squadra. Questo fa parte del tipo di gioco che è stato scelto. Ridurre tutto alla mancanza di gol sarebbe troppo semplicistico. Se il Napoli avesse un Lukaku con 10 gol in più, forse sarebbe più in alto in classifica, ma forse senza questo Lukaku, sempre battagliero e al servizio della squadra, il Napoli non sarebbe nemmeno dove si trova ora." 

Direttore, al Napoli sta mancando anche un po' la vittoria "sporca"? 

"Assolutamente sì, ed è figlia anche delle caratteristiche dell'allenatore. Il Napoli ha iniziato un processo nuovo con Antonio Conte, e ha già fatto qualcosa di straordinario. Non dimentichiamolo: cambiare mentalità non è facile. Conte è un allenatore con determinate caratteristiche, mentre il Napoli arrivava da anni di un calcio diverso. Questo non significa che abbiano perso il loro DNA, ma stanno acquisendo una mentalità differente, e ci vuole tempo. Probabilmente questa mancanza si percepisce perché il processo non è ancora completato. Tuttavia, è altrettanto vero che il Napoli ha un'occasione incredibile: è a pochi punti dalla vetta e deve fare di tutto per rimanere attaccato al treno scudetto, perché ha le possibilità per giocarsela fino in fondo." 

La stanno convincendo le prestazioni di Politano? 

"Politano merita un monumento per la disponibilità che sta dimostrando. Posso paragonare il suo spirito di sacrificio a quello dell’Inter del Triplete, quando alcuni giocatori facevano un lavoro sporco, di contenimento, fondamentale dal punto di vista quantitativo. Naturalmente, questo porta a perdere qualcosa sotto l’aspetto qualitativo. Sappiamo benissimo che Politano è un giocatore di grande qualità dalla trequarti in su, ma se deve coprire un’ampia porzione di campo, inevitabilmente perde lucidità e non può essere sempre determinante come quando gioca più avanzato. Tuttavia, il suo contributo è fondamentale per l’equilibrio della squadra. Se il Napoli è in quella posizione di classifica, è anche grazie alla disponibilità di giocatori come lui, che rinunciano a qualcosa per il bene della squadra.” 

Con la vittoria dell'Inter contro l'Atalanta, possiamo ormai dire che l’Inter sia la favorita numero uno per lo scudetto? 

"No, perché mancano ancora tante partite e può succedere di tutto. Certo, quattro punti di ritardo con l’Inter davanti diventano pesanti, perché l’Inter te li fa pesare: è una squadra completa, abituata a stare in vetta e capace di tirare fuori il meglio anche nei momenti di difficoltà. Ma nulla è ancora deciso. Il Napoli sta meritando la sua posizione in classifica e ha tutte le carte in regola per giocarsi lo scudetto fino alla fine. Anche l’Atalanta, nonostante la sconfitta, deve continuare su questa strada: sta disputando un campionato meraviglioso e con il giusto entusiasmo può essere una rivale ostica fino all’ultimo. Come dice Inzaghi, è un campionato molto equilibrato, in cui le tre squadre in testa stanno proponendo qualcosa di diverso, e tutto è ancora aperto." 

Le chiedo un parere sulla polemica degli ultimi giorni: alcuni criticano l’esaltazione di Cesc Fàbregas come allenatore del Como, sottolineando che, in fin dei conti, ha ottenuto gli stessi punti del Verona, una squadra che ha investito molto meno sul mercato. 

"Fàbregas è stato un grande campione da calciatore e lo considero un allenatore di prospettiva. Però credo sia riduttivo dire quello che ha detto. Nel calcio contano i numeri, e i numeri dicono che il Como gioca un ottimo calcio, ma è anche una squadra che ha speso 100 milioni. Questo ha permesso all’allenatore di scegliere giocatori adatti alla sua idea di gioco. Va bene elogiare il Como, ma bisogna anche dare il giusto merito al Verona, che con un budget molto più ridotto riesce comunque a fare campionati importanti. Se non si riconosce questo, ci prendiamo in giro. Il Como sta facendo bene, ma sta spendendo come una big. Ha giocatori giovani e di qualità, ma non sono stati presi dalla Serie C: sono stati pagati 10, 15, 20 milioni. Poi, è vero che ha anche alcuni prestiti, come Nico Paz, che è un giocatore straordinario ma di proprietà del Real Madrid. Se il Como riuscirà a riscattarne alcuni, bene, ma è una situazione diversa rispetto ad altre squadre. Credo che Fàbregas abbia parlato più per frustrazione dopo la partita. Il Como ha giocato benissimo fino al 70’, ma se poi perde significa che qualche difetto ce l’ha. È normale, perché il Milan ha giocatori di qualità superiore che possono risolvere la gara nei momenti decisivi. Detto questo, penso che Fàbregas sia un ragazzo intelligente e sappia di avere in mano una squadra molto forte.” 

Ha iniziato la sua carriera nelle giovanili del Torino, quindi le chiedo: Vanja Milinkovic-Savic è pronto per un club di prima fascia? 

"Sì, credo di sì. Non sono un esperto di portieri, ma è chiaro che è un giocatore che ha trovato grande continuità di rendimento. Oltre agli aspetti tecnici e fisici, ha una grande personalità in campo e trasmette sicurezza alla squadra. Questa continuità gli può permettere di giocare a livelli ancora più alti."

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17/03/2025 - 12:47

A "1 Football Club" su 1 Station Radio, è intervenuto Mattia Collauto, ex direttore sportivo del Venezia ed ex calciatore del Como. 

Sembra che tutto giri in favore dell’Inter, ma pensa che il problema sia anche nelle inseguitrici, come il Napoli, che non riescono a mantenere il ritmo dei nerazzurri? 

"I numeri dicono questo. L'Inter, anche se non sta attraversando un momento di particolare brillantezza, ha l'esperienza per gestire situazioni del genere. Questo è un aspetto fondamentale. Infatti, nonostante qualche difficoltà, la squadra è sempre lì in alto, a dimostrazione del fatto che ha raggiunto una maturità tale da poter affrontare questi momenti senza perdere terreno. Mantenere un certo livello di prestazione è essenziale, perché poi le partite si vincono anche quando non si è al massimo della forma. Questo è un segnale importante. Non so dire con certezza se alle inseguitrici manchi qualcosa, ma sicuramente l'Inter è la squadra più attrezzata, per esperienza, a restare in vetta fino alla fine. Detto questo, mancano ancora tante partite. Il Napoli sta facendo qualcosa di importante, ma poi si va a Venezia e si lasciano punti per strada. D’altra parte, come abbiamo detto più volte, il girone di ritorno è un altro campionato. Le squadre che lottano per salvarsi cambiano completamente atteggiamento: hanno un’altra fame, un altro spirito di sopravvivenza. Per questo, portare a casa i tre punti non è mai semplice".


Nella gara di ieri tra Venezia e Napoli, i padroni di casa non hanno rubato nulla. Forse ai punti avrebbe meritato addirittura qualcosa in più del pareggio? 

"Sì, il Venezia ha fatto un’ottima partita. È una squadra che ha trovato una certa stabilità difensiva e ha modificato il proprio gioco rispetto al girone di andata. Prima giocava un calcio più pulito, ma faceva fatica a finalizzare. Adesso, invece, ha cambiato alcune dinamiche, si è ‘sporcata’ un po’ di più e ha trovato quella solidità che le permette di ottenere risultati. Certo, continua a faticare in attacco, e se non riesce a vincere qualche partita diventa complicato. Tuttavia, è una squadra che può dare filo da torcere anche alle big. Rispetto ad altre formazioni nella parte bassa della classifica, il Venezia mi sembra stia un po’ meglio, sia dal punto di vista mentale che competitivo. Ha ottenuto quattro pareggi consecutivi, e questo, in termini di consapevolezza, significa tanto. Ovviamente la classifica non è ancora definita, ma mancano tante partite e le altre squadre non stanno correndo così tanto." 

Secondo lei cosa è mancato ieri alla squadra di Conte? 

"Quella di Venezia è una partita particolare. Si gioca in uno stadio insolito, ci si arriva in un modo diverso rispetto ad altri campi, e questo può influenzare la prestazione. Il Venezia ha saputo sfruttare bene il fattore ambientale, conoscendolo meglio. Dal Napoli ci si aspettava più incisività in fase offensiva. Ho l’impressione che la squadra fatichi ancora a concretizzare la mole di gioco che produce. Ha qualità, fisicità e superiorità tecnica in alcuni giocatori chiave, ma non riesce a tradurre tutto questo in gol. Sta comunque facendo bene, ma manca ancora qualcosa per sfruttare appieno il proprio potenziale. Al Napoli stia mancando cattiveria sotto porta. Partite come quella di ieri sono fondamentali: se le vinci, anche in maniera sporca, resti agganciato alla vetta e il campionato cambia. Ora il distacco non è enorme, ma quando hai l'Inter davanti, quei tre punti di differenza pesano. I nerazzurri sono una squadra consapevole dei propri mezzi, che ha imparato a gestire i momenti difficili. Il campionato è ancora lungo e il Napoli ha le qualità, sia nei giocatori che nell'allenatore, per restare in corsa fino alla fine. Tuttavia, deve iniziare a vincere partite come quella di ieri, perché sono proprio queste che fanno la differenza nella lotta per il titolo." 

Le difficoltà nel concretizzare le occasioni sono legate al rendimento deludente di Lukaku? 

"Io credo che Lukaku stia facendo un campionato importante. Probabilmente sta deludendo dal punto di vista dei numeri, ma è anche vero che gioca in un certo tipo di sistema. Spesso lo vediamo fuori dall'area di rigore, impegnato in un lavoro sporco e di raccordo con il resto della squadra. Questo fa parte del tipo di gioco che è stato scelto. Ridurre tutto alla mancanza di gol sarebbe troppo semplicistico. Se il Napoli avesse un Lukaku con 10 gol in più, forse sarebbe più in alto in classifica, ma forse senza questo Lukaku, sempre battagliero e al servizio della squadra, il Napoli non sarebbe nemmeno dove si trova ora." 

Direttore, al Napoli sta mancando anche un po' la vittoria "sporca"? 

"Assolutamente sì, ed è figlia anche delle caratteristiche dell'allenatore. Il Napoli ha iniziato un processo nuovo con Antonio Conte, e ha già fatto qualcosa di straordinario. Non dimentichiamolo: cambiare mentalità non è facile. Conte è un allenatore con determinate caratteristiche, mentre il Napoli arrivava da anni di un calcio diverso. Questo non significa che abbiano perso il loro DNA, ma stanno acquisendo una mentalità differente, e ci vuole tempo. Probabilmente questa mancanza si percepisce perché il processo non è ancora completato. Tuttavia, è altrettanto vero che il Napoli ha un'occasione incredibile: è a pochi punti dalla vetta e deve fare di tutto per rimanere attaccato al treno scudetto, perché ha le possibilità per giocarsela fino in fondo." 

La stanno convincendo le prestazioni di Politano? 

"Politano merita un monumento per la disponibilità che sta dimostrando. Posso paragonare il suo spirito di sacrificio a quello dell’Inter del Triplete, quando alcuni giocatori facevano un lavoro sporco, di contenimento, fondamentale dal punto di vista quantitativo. Naturalmente, questo porta a perdere qualcosa sotto l’aspetto qualitativo. Sappiamo benissimo che Politano è un giocatore di grande qualità dalla trequarti in su, ma se deve coprire un’ampia porzione di campo, inevitabilmente perde lucidità e non può essere sempre determinante come quando gioca più avanzato. Tuttavia, il suo contributo è fondamentale per l’equilibrio della squadra. Se il Napoli è in quella posizione di classifica, è anche grazie alla disponibilità di giocatori come lui, che rinunciano a qualcosa per il bene della squadra.” 

Con la vittoria dell'Inter contro l'Atalanta, possiamo ormai dire che l’Inter sia la favorita numero uno per lo scudetto? 

"No, perché mancano ancora tante partite e può succedere di tutto. Certo, quattro punti di ritardo con l’Inter davanti diventano pesanti, perché l’Inter te li fa pesare: è una squadra completa, abituata a stare in vetta e capace di tirare fuori il meglio anche nei momenti di difficoltà. Ma nulla è ancora deciso. Il Napoli sta meritando la sua posizione in classifica e ha tutte le carte in regola per giocarsi lo scudetto fino alla fine. Anche l’Atalanta, nonostante la sconfitta, deve continuare su questa strada: sta disputando un campionato meraviglioso e con il giusto entusiasmo può essere una rivale ostica fino all’ultimo. Come dice Inzaghi, è un campionato molto equilibrato, in cui le tre squadre in testa stanno proponendo qualcosa di diverso, e tutto è ancora aperto." 

Le chiedo un parere sulla polemica degli ultimi giorni: alcuni criticano l’esaltazione di Cesc Fàbregas come allenatore del Como, sottolineando che, in fin dei conti, ha ottenuto gli stessi punti del Verona, una squadra che ha investito molto meno sul mercato. 

"Fàbregas è stato un grande campione da calciatore e lo considero un allenatore di prospettiva. Però credo sia riduttivo dire quello che ha detto. Nel calcio contano i numeri, e i numeri dicono che il Como gioca un ottimo calcio, ma è anche una squadra che ha speso 100 milioni. Questo ha permesso all’allenatore di scegliere giocatori adatti alla sua idea di gioco. Va bene elogiare il Como, ma bisogna anche dare il giusto merito al Verona, che con un budget molto più ridotto riesce comunque a fare campionati importanti. Se non si riconosce questo, ci prendiamo in giro. Il Como sta facendo bene, ma sta spendendo come una big. Ha giocatori giovani e di qualità, ma non sono stati presi dalla Serie C: sono stati pagati 10, 15, 20 milioni. Poi, è vero che ha anche alcuni prestiti, come Nico Paz, che è un giocatore straordinario ma di proprietà del Real Madrid. Se il Como riuscirà a riscattarne alcuni, bene, ma è una situazione diversa rispetto ad altre squadre. Credo che Fàbregas abbia parlato più per frustrazione dopo la partita. Il Como ha giocato benissimo fino al 70’, ma se poi perde significa che qualche difetto ce l’ha. È normale, perché il Milan ha giocatori di qualità superiore che possono risolvere la gara nei momenti decisivi. Detto questo, penso che Fàbregas sia un ragazzo intelligente e sappia di avere in mano una squadra molto forte.” 

Ha iniziato la sua carriera nelle giovanili del Torino, quindi le chiedo: Vanja Milinkovic-Savic è pronto per un club di prima fascia? 

"Sì, credo di sì. Non sono un esperto di portieri, ma è chiaro che è un giocatore che ha trovato grande continuità di rendimento. Oltre agli aspetti tecnici e fisici, ha una grande personalità in campo e trasmette sicurezza alla squadra. Questa continuità gli può permettere di giocare a livelli ancora più alti."