A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Giacomo Tedesco, doppio ex di Napoli e Bologna.
Mister, le chiedo: è stata una ciliegina sulla torta per il Bologna, quella di vincere la Coppa Italia? Considerando anche una stagione importante, forse inattesa, dopo le partenze di giocatori come Zirkzee, Calafiori e l’addio di Thiago Motta.
“Sì, una stagione incredibile. Il Bologna ha fatto cassa con cessioni importanti, ma nonostante questo è riuscito a costruire una squadra competitiva. La società, il direttore e il mister — che, tra l’altro, è siciliano come me — hanno fatto un grandissimo lavoro. Italiano aveva già perso tre finali, stavolta non voleva fallire. Sono contento per lui, se lo merita. E poi io ho giocato mezza stagione a Bologna, ci sono legato. È bello che a vincere ogni tanto sia una squadra inaspettata e non sempre la solita, tipo la Juve. Il Bologna ha vinto con merito, non ha fatto giocare il Milan".
A questo punto, secondo lei, Vincenzo Italiano è pronto per guidare una big?
“Sì, ma io lo dico da anni, non solo ora che ha vinto. Ha fatto benissimo già a Firenze. È pronto, assolutamente. Non so se gli daranno una big in Italia, ma all’estero sicuramente ci stanno pensando, come è successo con De Zerbi. Sarebbe un peccato perdere un altro grande allenatore".
Un altro allenatore che potevamo rischiare di perdere è stato Cesc Fàbregas. Ha rifiutato il Bayern Leverkusen per restare a Como. Secondo lei, è stata una scelta giusta?
“Sì, scelta giustissima. La società è stata brava: gli ha presentato un progetto serio, giovane, fatto su misura per lui. Gli hanno dato fiducia e lui ha risposto restando. È riuscito a imporre il suo stile, il suo calcio spagnolo, anche grazie ai giocatori che conosceva bene. Sono convinto che il prossimo anno il Como potrà dare fastidio a qualcuno in ottica Europa".
Mi rifaccio ad una dichiarazione di Antonio Conte: ha detto che non ha intenzione di essere “massacrato” come accaduto ai suoi predecessori al Napoli. Un modo per proteggersi o una strategia?
“Napoli è una piazza complicata, anche se Conte ha fatto un grande campionato. Ma non è finita: basta sbagliare una partita e rischia tutto. Parma, ad esempio, è una trasferta molto insidiosa. L’Empoli può fare punti e il Parma rischia di essere scavalcato. È un campionato apertissimo, affascinante, che non si vedeva così da anni".
Parma-Napoli rappresenta un momento chiave per il Napoli di Conte, che ha avuto momenti difficili ma anche una striscia vincente. Che cosa servirà per mantenere il primo posto in classifica?
“Il Napoli resta favorito, ma il Parma è un campo complicatissimo. Nessuno ci ha vinto facilmente, perché non molla mai. Anche se va sotto, reagisce sempre. Dobbiamo godercela fino all’ultimo. Conte sa cosa fare, e spero che alla fine possa far felice tutto il popolo napoletano".
Il pareggio contro il Genoa può aver cambiato l’inerzia del campionato, dando più fiducia all’Inter?
“Sì, perché l’Inter non molla mai. È una grande squadra, magari ha avuto un calo fisico per via della Champions, ma ha approfittato del passo falso del Napoli. Questo pareggio del Napoli potrebbe aver rimesso tutti coi piedi per terra. Con tre punti di vantaggio, potevano permettersi un errore. Ora non più. I giocatori sanno che non possono più sbagliare".
Lei è stato centrocampista: chi ha inciso di più nella stagione del Napoli tra Scott McTominay e Romelu Lukaku?
“Tutti e due. Lukaku lo conosciamo: può fare reparto da solo. Ma la vera sorpresa è stata McTominay. Un centrocampista moderno, completo, che si inserisce bene. Mi ricorda certi giocatori del passato, sempre nel vivo del gioco. È stato una grande scoperta per il nostro campionato".
Si parla molto di un altro centrocampista: Kevin De Bruyne, che potrebbe lasciare il Manchester City e approdare al Napoli. A 34 anni può ancora fare la differenza in Serie A?
“Sì, tutta la vita. A 34 anni si può ancora giocare ad altissimi livelli, se ti mantieni bene. Abbiamo visto campioni arrivare ai 36-40 anni. Se arriva De Bruyne, è un colpo straordinario per il Napoli. Spero davvero che si concretizzi".
Lei ha parlato di grandi giocatori in partenza. Sarebbe favorevole alla cessione di Lobotka, sul quale ci sono interessamenti importanti?
“Giocatori come Lobotka o Vitinha sono fondamentali per le grandi squadre. Ti danno equilibrio, fanno partire l’azione dal basso. Il Paris Saint-Germain, ad esempio, non reggerebbe senza Vitinha. Lobotka è preziosissimo per il Napoli. Spero non lo vendano. Per competere a livello internazionale servono questi profili. Mi auguro che resti".
di Napoli Magazine
15/05/2025 - 11:14
A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Giacomo Tedesco, doppio ex di Napoli e Bologna.
Mister, le chiedo: è stata una ciliegina sulla torta per il Bologna, quella di vincere la Coppa Italia? Considerando anche una stagione importante, forse inattesa, dopo le partenze di giocatori come Zirkzee, Calafiori e l’addio di Thiago Motta.
“Sì, una stagione incredibile. Il Bologna ha fatto cassa con cessioni importanti, ma nonostante questo è riuscito a costruire una squadra competitiva. La società, il direttore e il mister — che, tra l’altro, è siciliano come me — hanno fatto un grandissimo lavoro. Italiano aveva già perso tre finali, stavolta non voleva fallire. Sono contento per lui, se lo merita. E poi io ho giocato mezza stagione a Bologna, ci sono legato. È bello che a vincere ogni tanto sia una squadra inaspettata e non sempre la solita, tipo la Juve. Il Bologna ha vinto con merito, non ha fatto giocare il Milan".
A questo punto, secondo lei, Vincenzo Italiano è pronto per guidare una big?
“Sì, ma io lo dico da anni, non solo ora che ha vinto. Ha fatto benissimo già a Firenze. È pronto, assolutamente. Non so se gli daranno una big in Italia, ma all’estero sicuramente ci stanno pensando, come è successo con De Zerbi. Sarebbe un peccato perdere un altro grande allenatore".
Un altro allenatore che potevamo rischiare di perdere è stato Cesc Fàbregas. Ha rifiutato il Bayern Leverkusen per restare a Como. Secondo lei, è stata una scelta giusta?
“Sì, scelta giustissima. La società è stata brava: gli ha presentato un progetto serio, giovane, fatto su misura per lui. Gli hanno dato fiducia e lui ha risposto restando. È riuscito a imporre il suo stile, il suo calcio spagnolo, anche grazie ai giocatori che conosceva bene. Sono convinto che il prossimo anno il Como potrà dare fastidio a qualcuno in ottica Europa".
Mi rifaccio ad una dichiarazione di Antonio Conte: ha detto che non ha intenzione di essere “massacrato” come accaduto ai suoi predecessori al Napoli. Un modo per proteggersi o una strategia?
“Napoli è una piazza complicata, anche se Conte ha fatto un grande campionato. Ma non è finita: basta sbagliare una partita e rischia tutto. Parma, ad esempio, è una trasferta molto insidiosa. L’Empoli può fare punti e il Parma rischia di essere scavalcato. È un campionato apertissimo, affascinante, che non si vedeva così da anni".
Parma-Napoli rappresenta un momento chiave per il Napoli di Conte, che ha avuto momenti difficili ma anche una striscia vincente. Che cosa servirà per mantenere il primo posto in classifica?
“Il Napoli resta favorito, ma il Parma è un campo complicatissimo. Nessuno ci ha vinto facilmente, perché non molla mai. Anche se va sotto, reagisce sempre. Dobbiamo godercela fino all’ultimo. Conte sa cosa fare, e spero che alla fine possa far felice tutto il popolo napoletano".
Il pareggio contro il Genoa può aver cambiato l’inerzia del campionato, dando più fiducia all’Inter?
“Sì, perché l’Inter non molla mai. È una grande squadra, magari ha avuto un calo fisico per via della Champions, ma ha approfittato del passo falso del Napoli. Questo pareggio del Napoli potrebbe aver rimesso tutti coi piedi per terra. Con tre punti di vantaggio, potevano permettersi un errore. Ora non più. I giocatori sanno che non possono più sbagliare".
Lei è stato centrocampista: chi ha inciso di più nella stagione del Napoli tra Scott McTominay e Romelu Lukaku?
“Tutti e due. Lukaku lo conosciamo: può fare reparto da solo. Ma la vera sorpresa è stata McTominay. Un centrocampista moderno, completo, che si inserisce bene. Mi ricorda certi giocatori del passato, sempre nel vivo del gioco. È stato una grande scoperta per il nostro campionato".
Si parla molto di un altro centrocampista: Kevin De Bruyne, che potrebbe lasciare il Manchester City e approdare al Napoli. A 34 anni può ancora fare la differenza in Serie A?
“Sì, tutta la vita. A 34 anni si può ancora giocare ad altissimi livelli, se ti mantieni bene. Abbiamo visto campioni arrivare ai 36-40 anni. Se arriva De Bruyne, è un colpo straordinario per il Napoli. Spero davvero che si concretizzi".
Lei ha parlato di grandi giocatori in partenza. Sarebbe favorevole alla cessione di Lobotka, sul quale ci sono interessamenti importanti?
“Giocatori come Lobotka o Vitinha sono fondamentali per le grandi squadre. Ti danno equilibrio, fanno partire l’azione dal basso. Il Paris Saint-Germain, ad esempio, non reggerebbe senza Vitinha. Lobotka è preziosissimo per il Napoli. Spero non lo vendano. Per competere a livello internazionale servono questi profili. Mi auguro che resti".