Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, commenta in un post social l'arrivo di Luciano Spalletti alla guida della Juventus: "Quanta curiosità attorno allo Spalletti neojuventino. Ammetto di non essere interessato ai tatuaggi, né alle battute del passato napoletano: nel calcio delle passioni forti, degli entusiasmi facili e della continua richiesta d’adesione ai colori càpita a tutti, tranne uno (Mou), di spendere qualche parola di troppo a uso e consumo dei tifosi. Altre sono le curiosità. Queste, ad esempio: riuscirà lui, che è un esuberante talvolta controllato, ad adattarsi allo stile Juve, sempre che la Juve ne abbia ancora uno? A chi dobbiamo la scelta di Spalletti, premesso che era il migliore in circolazione? E Comolli o chi per lui sarà in grado di allinearsi in fretta al suo modus operandi? Luciano sognava da tempo questa panchina: l’aveva sfiorata tante volte e se non avesse guidato la Nazionale avrebbe raggiunto Giuntoli a Torino, che la proposta gliela fece. Di Spalletti esistono tre versioni: quello che arriva stracarico, quello del durante e quello del dopo. Non vedo l’ora di seguire la fase centrale. Ripeto: sto parlando di un grande sul campo e nei rapporti con i calciatori (Totti-due escluso). La Juve ha fatto la scelta giusta se Luciano è ancora quello di Udine, Roma-uno e Napoli e non quello dell’Inter e Roma-2. Il ruolo di ct, l’ha riconosciuto egli stesso, non era il suo: sarebbe bastato conoscerne i princìpi per evitare di affidarglielo. PS. Accettare il cambiamento è fondamentale per il benessere psicologico poiché il cambiamento è una costante inevitabile della vita. Invece di resistere, è più utile concentrarsi su ciò che si può controllare, coltivare un mindset di crescita e vivere nel presente, come sottolinea la Preghiera della Serenità: “concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza”.
di Napoli Magazine
31/10/2025 - 10:00
Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, commenta in un post social l'arrivo di Luciano Spalletti alla guida della Juventus: "Quanta curiosità attorno allo Spalletti neojuventino. Ammetto di non essere interessato ai tatuaggi, né alle battute del passato napoletano: nel calcio delle passioni forti, degli entusiasmi facili e della continua richiesta d’adesione ai colori càpita a tutti, tranne uno (Mou), di spendere qualche parola di troppo a uso e consumo dei tifosi. Altre sono le curiosità. Queste, ad esempio: riuscirà lui, che è un esuberante talvolta controllato, ad adattarsi allo stile Juve, sempre che la Juve ne abbia ancora uno? A chi dobbiamo la scelta di Spalletti, premesso che era il migliore in circolazione? E Comolli o chi per lui sarà in grado di allinearsi in fretta al suo modus operandi? Luciano sognava da tempo questa panchina: l’aveva sfiorata tante volte e se non avesse guidato la Nazionale avrebbe raggiunto Giuntoli a Torino, che la proposta gliela fece. Di Spalletti esistono tre versioni: quello che arriva stracarico, quello del durante e quello del dopo. Non vedo l’ora di seguire la fase centrale. Ripeto: sto parlando di un grande sul campo e nei rapporti con i calciatori (Totti-due escluso). La Juve ha fatto la scelta giusta se Luciano è ancora quello di Udine, Roma-uno e Napoli e non quello dell’Inter e Roma-2. Il ruolo di ct, l’ha riconosciuto egli stesso, non era il suo: sarebbe bastato conoscerne i princìpi per evitare di affidarglielo. PS. Accettare il cambiamento è fondamentale per il benessere psicologico poiché il cambiamento è una costante inevitabile della vita. Invece di resistere, è più utile concentrarsi su ciò che si può controllare, coltivare un mindset di crescita e vivere nel presente, come sottolinea la Preghiera della Serenità: “concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza”.
 
     
    