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IL GRAFFIO - Corbo: "Insigne si asciughi le lacrime e ricominci, classe e tempo ne ha"
21.01.2021 10:23 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Ronaldo dà il suo nome ad una ossessione. Tutta la partita gira intorno a lui, che però gira meno di tutti nel primo tempo ma la sblocca nella ripresa con uno dei suoi gol, da feroce felino in costante agguato. La Juve lo cerca con lanci lunghi e ripetitivi rallentando il gioco, il Napoli non può non temerlo e dirada le sue avventure offensive. Una però chiama Szczesny ad un intervento che ricaccia in gola l’urlo di Gattuso per un gol che sembrava inevitabile. Come inevitabile sembrava il pareggio del Napoli, sprecato da un incomprensibile errore su rigore di Insigne, che chiude in lacrime la sua timida partita. Ci vorrà del tempo perché convinca se stesso e il Napoli: non è ancora lui il vero uomo squadra che Gattuso ed il Napoli erano certi di aver trovato. Si asciughi le lacrime e ricominci. Classe e tempo ne ha.


La Juve ha il possesso palla, ma non trova Chiesa a sinistra, si preoccupa solo di cercare Ronaldo che sembra in condizioni modeste se è così impreciso nei riti della prima parte e carente persino in qualche palleggio. Ma il Napoli fa male a fidarsi, e se ne pentirà. Sulla destra è invece più motivato Kulusevski ben sorretto da McKennie e Quadrado fin quando Insigne conclude una timida fase iniziale per ribaltare il gioco dalla sua posizione defilata sulla stessa fascia. Perché è qui che Pirlo scommette, concentrando gli juventini più temibili. Sul versante opposto tocca a Lozano dare qualche effervescenza, favorito dall’intimorito Danilo un po’ a disagio sulla non gradita zona sinistra e con qualche affanno nei confronti sulla velocità. È il lato oscuro della partita questo perché la Juve sulla sinistra si rassegna a non cercare più il flebile Chiesa, che costringe Pirlo a sostituirlo, addirittura lo lascia a bere mogio mogio il più amaro tè dell’intervallo.


È più determinato Bernardeschi, e qualcosa cambierà. Non può non cambiare. Dopo le sberle dell’Inter non può la Juve accettare una sconfitta, né tollerare che Arthur sia così svagato a centrocampo, deve reagire, dare prova della sua presenza. Vi riuscirà aumentando il volume di gioco juventino. Al resto pensa Ronaldo che su calcio piazzato si infila in un cono d’ombra dietro Kakayoko, si acquatta, è a due passi dal suo gol numero 760 in carriera, implacabile la girata di sinistro. Come implacabile è la tensione che soffoca l’estro di Insigne, chiamato a battere il rigore del suo centesimo gol. Una puerile vanità lo porta ad esagerare: segnare e spiazzare Szczsny. Gli riesce solo la seconda idea, fallisce miseramente la prima. Il tiro, se è un tiro, scorre lento come un rivolo d’acqua su un greto asciutto. Piano piano, fuori fuori. Che tristezza. Con Insigne firma la grave sconfitta anche il mai visto Zielinski, un altro dei big che svela tutta la verità sul Napoli degli eterni chiaroscuri. Non sarà mai una squadra da trionfi, se sono così repentini e pesanti i suoi tonfi.

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IL GRAFFIO - Corbo: "Insigne si asciughi le lacrime e ricominci, classe e tempo ne ha"

di Napoli Magazine

21/01/2024 - 10:23

Ronaldo dà il suo nome ad una ossessione. Tutta la partita gira intorno a lui, che però gira meno di tutti nel primo tempo ma la sblocca nella ripresa con uno dei suoi gol, da feroce felino in costante agguato. La Juve lo cerca con lanci lunghi e ripetitivi rallentando il gioco, il Napoli non può non temerlo e dirada le sue avventure offensive. Una però chiama Szczesny ad un intervento che ricaccia in gola l’urlo di Gattuso per un gol che sembrava inevitabile. Come inevitabile sembrava il pareggio del Napoli, sprecato da un incomprensibile errore su rigore di Insigne, che chiude in lacrime la sua timida partita. Ci vorrà del tempo perché convinca se stesso e il Napoli: non è ancora lui il vero uomo squadra che Gattuso ed il Napoli erano certi di aver trovato. Si asciughi le lacrime e ricominci. Classe e tempo ne ha.


La Juve ha il possesso palla, ma non trova Chiesa a sinistra, si preoccupa solo di cercare Ronaldo che sembra in condizioni modeste se è così impreciso nei riti della prima parte e carente persino in qualche palleggio. Ma il Napoli fa male a fidarsi, e se ne pentirà. Sulla destra è invece più motivato Kulusevski ben sorretto da McKennie e Quadrado fin quando Insigne conclude una timida fase iniziale per ribaltare il gioco dalla sua posizione defilata sulla stessa fascia. Perché è qui che Pirlo scommette, concentrando gli juventini più temibili. Sul versante opposto tocca a Lozano dare qualche effervescenza, favorito dall’intimorito Danilo un po’ a disagio sulla non gradita zona sinistra e con qualche affanno nei confronti sulla velocità. È il lato oscuro della partita questo perché la Juve sulla sinistra si rassegna a non cercare più il flebile Chiesa, che costringe Pirlo a sostituirlo, addirittura lo lascia a bere mogio mogio il più amaro tè dell’intervallo.


È più determinato Bernardeschi, e qualcosa cambierà. Non può non cambiare. Dopo le sberle dell’Inter non può la Juve accettare una sconfitta, né tollerare che Arthur sia così svagato a centrocampo, deve reagire, dare prova della sua presenza. Vi riuscirà aumentando il volume di gioco juventino. Al resto pensa Ronaldo che su calcio piazzato si infila in un cono d’ombra dietro Kakayoko, si acquatta, è a due passi dal suo gol numero 760 in carriera, implacabile la girata di sinistro. Come implacabile è la tensione che soffoca l’estro di Insigne, chiamato a battere il rigore del suo centesimo gol. Una puerile vanità lo porta ad esagerare: segnare e spiazzare Szczsny. Gli riesce solo la seconda idea, fallisce miseramente la prima. Il tiro, se è un tiro, scorre lento come un rivolo d’acqua su un greto asciutto. Piano piano, fuori fuori. Che tristezza. Con Insigne firma la grave sconfitta anche il mai visto Zielinski, un altro dei big che svela tutta la verità sul Napoli degli eterni chiaroscuri. Non sarà mai una squadra da trionfi, se sono così repentini e pesanti i suoi tonfi.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica