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IL GRAFFIO - Gattuso osserva il crollo del Napoli
18.01.2020 23:56 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Dopo una partita così, fa rabbrividire il calendario: in questo stadio ancora gonfio d’ira e fischi, arriva domenica la Juve. Che sarà di questa squadra che programma il futuro come se non avesse bruciato più di mezzo campionato? Sconfortante la subalternità tattica del Napoli: subisce la Fiorentina felicemente uscita dagli stessi disagi, infortuni e sconfitte, flop di uomini chiave, persino il cambio di allenatore. E proprio Iachini diventa un modello di svolta: subito è in moto la squadra, subito è inserito Cutrone, appena tornato dall’Inghilterra, pronto e solido per sostenere Chiesa, che in un giro di vento si ripresenta brillante, da ex eterna promessa riappare con lucido tempismo per schiodare la partita dpopo neanche mezz’ora e provocare il raddoppio di Vlahovic con un magistrale cambio di gioco. Si riflette: perché i reclamizzati Demme e Lobotka sono in panchina ad osservare la loro nuova squadra, squarciata proprio a centrocampo? Comparirà solo Demme, a gara compromessa come un debole spiraglio il Napoli di domani. Non gioca per un’ora e più Demme dove purtroppo gioca Fabian Ruiz. Permane l’equivoco lasciato da Ancelotti a Gattuso come una mina nascosta, un inganno, una vendetta a futura memoria: Fabian Ruiz, giocatore di talento indiscusso, spreca la sua credibilità per una lacuna del suo repertorio. Centrocampista arguto, di diabolico diagonale quando può calciare dalla trequarti a palla scorta, soffre e fa soffrire al centro della mediana. Non è incontrista per fare da schermo alla difesa, né il distributore essenziale, compito che richiede velocità di pensiero, cioè: un tocco e via. Ricordate la snella geometria di Hamisk? Passa dopo quattro tocchi, e il Napoli è un convoglio fatalmente fermo su un binario morto. Con la Fiorentina già piazzata. Gattuso come può tollerare questo? Iachini anche un discreto pressing in modo da complicare i preliminare della fase offensiva del Napoli. Ci si mette Insigne che si apposta sulla sinistra a trequarti attribuendosi ruolo da rifinitore con lanci lunghi e senza esiti rilevanti. Quando raggiungono Callejon ci pensa il distratto destinatario a sbagliare. Ma Gattuso tiene in campo Callejon fino all’inverosimile, lasciando poco tempo a Lozano che finalmente mette alla frusta Dalbert. Di solito è Zielinski a proporsi nel settore avanzato sinistro come centrocampista di inserimento, ma Benassi fa argine ed è molto rapido nell’invertire il gioco, quel Benassi che serve alla perfezione Chiesa nell’azione fatale, quel primo gol che vede sbandare sia Luperto che Di Lorenzo. Gattuso si pente, e rimette in ordine i difensori: Di Lorenzo dal centro va a destra, Luperto lascia a Hysaj la sinistra per tornare accanto a Manolas. Ma l’instabilità richiede nuovi interventi di Ospina. Non sa spiegarsi l’esclusione neanche Allan. Mancava solo qualche reazione isterica, che brutti tempi. Tardi entra Demme, tardissimo Lozano, inutilmente alla fine Llorente come seconda torre accanto a Milik, costretto all’inefficienza dopo un iniziale bagliore, un tiro in acrobazia. Si disperde nell’ingorgo di una difesa massiccia, ma sempre pronta a ripartire con il gigante Castrovilli e il ritrovato Chiesa. Buone notizie per la Nazionale, pessime da sul Napoli accompagnato dai fischi all’uscita artisti.

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IL GRAFFIO - Gattuso osserva il crollo del Napoli

di Napoli Magazine

18/01/2024 - 23:56

Dopo una partita così, fa rabbrividire il calendario: in questo stadio ancora gonfio d’ira e fischi, arriva domenica la Juve. Che sarà di questa squadra che programma il futuro come se non avesse bruciato più di mezzo campionato? Sconfortante la subalternità tattica del Napoli: subisce la Fiorentina felicemente uscita dagli stessi disagi, infortuni e sconfitte, flop di uomini chiave, persino il cambio di allenatore. E proprio Iachini diventa un modello di svolta: subito è in moto la squadra, subito è inserito Cutrone, appena tornato dall’Inghilterra, pronto e solido per sostenere Chiesa, che in un giro di vento si ripresenta brillante, da ex eterna promessa riappare con lucido tempismo per schiodare la partita dpopo neanche mezz’ora e provocare il raddoppio di Vlahovic con un magistrale cambio di gioco. Si riflette: perché i reclamizzati Demme e Lobotka sono in panchina ad osservare la loro nuova squadra, squarciata proprio a centrocampo? Comparirà solo Demme, a gara compromessa come un debole spiraglio il Napoli di domani. Non gioca per un’ora e più Demme dove purtroppo gioca Fabian Ruiz. Permane l’equivoco lasciato da Ancelotti a Gattuso come una mina nascosta, un inganno, una vendetta a futura memoria: Fabian Ruiz, giocatore di talento indiscusso, spreca la sua credibilità per una lacuna del suo repertorio. Centrocampista arguto, di diabolico diagonale quando può calciare dalla trequarti a palla scorta, soffre e fa soffrire al centro della mediana. Non è incontrista per fare da schermo alla difesa, né il distributore essenziale, compito che richiede velocità di pensiero, cioè: un tocco e via. Ricordate la snella geometria di Hamisk? Passa dopo quattro tocchi, e il Napoli è un convoglio fatalmente fermo su un binario morto. Con la Fiorentina già piazzata. Gattuso come può tollerare questo? Iachini anche un discreto pressing in modo da complicare i preliminare della fase offensiva del Napoli. Ci si mette Insigne che si apposta sulla sinistra a trequarti attribuendosi ruolo da rifinitore con lanci lunghi e senza esiti rilevanti. Quando raggiungono Callejon ci pensa il distratto destinatario a sbagliare. Ma Gattuso tiene in campo Callejon fino all’inverosimile, lasciando poco tempo a Lozano che finalmente mette alla frusta Dalbert. Di solito è Zielinski a proporsi nel settore avanzato sinistro come centrocampista di inserimento, ma Benassi fa argine ed è molto rapido nell’invertire il gioco, quel Benassi che serve alla perfezione Chiesa nell’azione fatale, quel primo gol che vede sbandare sia Luperto che Di Lorenzo. Gattuso si pente, e rimette in ordine i difensori: Di Lorenzo dal centro va a destra, Luperto lascia a Hysaj la sinistra per tornare accanto a Manolas. Ma l’instabilità richiede nuovi interventi di Ospina. Non sa spiegarsi l’esclusione neanche Allan. Mancava solo qualche reazione isterica, che brutti tempi. Tardi entra Demme, tardissimo Lozano, inutilmente alla fine Llorente come seconda torre accanto a Milik, costretto all’inefficienza dopo un iniziale bagliore, un tiro in acrobazia. Si disperde nell’ingorgo di una difesa massiccia, ma sempre pronta a ripartire con il gigante Castrovilli e il ritrovato Chiesa. Buone notizie per la Nazionale, pessime da sul Napoli accompagnato dai fischi all’uscita artisti.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica