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IL GRAFFIO - L'analisi di Antonio Corbo: "Napoli, lo shock dell'autogol è ormai superato, la Juventus ha ora solo un punto in più"
15.09.2019 09:29 di Napoli Magazine Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Due buoni motivi per gradire la vittoria sulla Samp. Il primo è nel ricordo dello scadente pareggio della Juve a Firenze. Non si vede la squadra degli scudetti né la vernice dorata che si aspettava dall’esteta Sarri, nell’ordinaria blusa blu irriconoscibile come il suo gioco. Sempre più forte la nostalgia di quell’allenatore controcorrente, ora costretto a rinunciare alla sua orgogliosa tuta operaia e persino a dimenticare i torti subiti nel suo felice triennio a Napoli. Maurizio, come sei cambiato. L’altro pregio è nella ripresa: appare un Napoli più veloce ed essenziale, dopo un avvio dispersivo. Il gol di Mertens dopo neanche un quarto d’ora conferma la duttilità di un attaccante che invecchiando non perde agilità e destrezza. È cambiato anche lui, per sua fortuna in meglio: non è più lo scattista malinconico che in panchina aspettava il cambio con Insigne. Oggi il suo gioco si estende su almeno metà del campo, puntuale l’intesa con i compagni. Prima con Lozano, poi con Llorente che appena entrato gli scrive la trama per il raddoppio. A due giorni dalla sfida con il Liverpool il dubbio di Ancelotti riguarda Lozano e Llorente, ma non certo Mertens. Si è intanto ripreso Koulibaly dopo un avvio stentato. Buona notizia per martedì. Lo choc dell'autogol è ormai superato. La Juve con la vittoria da Superenalotto ha ora solo un punto in più. Sul primo gol il Napoli crede forse troppo. Abbassa il ritmo invece di cercare il secondo. Ma la squadra si impiglia in un paradosso. Paga la netta superiorità tecnica. A centrocampo, si ferma il motore del 4-4-2 perché la mediana esagera nel più caparbio ma lento possesso palla: Callejòn, Fabiàn, Elmas e Zielinski. Questi indugi consentono alla Samp di proporsi oltre misura, fino a bussare troppe volte alla porta di un attentissimo Meret. L’affranto Di Francesco, ancora a zero punti, infastidisce il Napoli nel primo tempo con un 3-4-1-2 che reagisce ad una costruzione così compassata del gioco. Bereszinski a destra e Murru a sinistra, Ekdal e Linetty al centro, sono una cerniera tecnicamente modesta ma in grado di contenere, oltre che lanciare Quagliarella e Caprari. La ripresa accoglie un Napoli rigenerato: più sbrigativo nell’invertire l’azione, Fabiàn sale di tono, si prende la scena Elmas che merita un elogio condizionato. Eleganza, personalità, ma anche capacità di riprendere la palla, fluidità nel portarla avanti sono le doti più evidenti. Ma ha un’idea fissa: avanzare con la palla. Che sia bravo lo è, ma che rischi di diventare un solista è invece un limite. Strano per chi deve darsi una vita da mediano. L’altro acquisto, Lozano, tornato da una timida presenza nel Messico sconfitto 4-0 dall’Argentina, ha momenti di gran luce, ma anche qualche pausa. Va servito subito e spesso dal centrocampo perché possa essere devastante con i suoi poderosi scatti. Insigne e Younes se la cavano bene nel finale, con Llorente. Assediano una Samp sparita troppo presto per non essere ancora ultima in classifica.

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IL GRAFFIO - L'analisi di Antonio Corbo: "Napoli, lo shock dell'autogol è ormai superato, la Juventus ha ora solo un punto in più"

di Napoli Magazine

15/09/2024 - 09:29

Due buoni motivi per gradire la vittoria sulla Samp. Il primo è nel ricordo dello scadente pareggio della Juve a Firenze. Non si vede la squadra degli scudetti né la vernice dorata che si aspettava dall’esteta Sarri, nell’ordinaria blusa blu irriconoscibile come il suo gioco. Sempre più forte la nostalgia di quell’allenatore controcorrente, ora costretto a rinunciare alla sua orgogliosa tuta operaia e persino a dimenticare i torti subiti nel suo felice triennio a Napoli. Maurizio, come sei cambiato. L’altro pregio è nella ripresa: appare un Napoli più veloce ed essenziale, dopo un avvio dispersivo. Il gol di Mertens dopo neanche un quarto d’ora conferma la duttilità di un attaccante che invecchiando non perde agilità e destrezza. È cambiato anche lui, per sua fortuna in meglio: non è più lo scattista malinconico che in panchina aspettava il cambio con Insigne. Oggi il suo gioco si estende su almeno metà del campo, puntuale l’intesa con i compagni. Prima con Lozano, poi con Llorente che appena entrato gli scrive la trama per il raddoppio. A due giorni dalla sfida con il Liverpool il dubbio di Ancelotti riguarda Lozano e Llorente, ma non certo Mertens. Si è intanto ripreso Koulibaly dopo un avvio stentato. Buona notizia per martedì. Lo choc dell'autogol è ormai superato. La Juve con la vittoria da Superenalotto ha ora solo un punto in più. Sul primo gol il Napoli crede forse troppo. Abbassa il ritmo invece di cercare il secondo. Ma la squadra si impiglia in un paradosso. Paga la netta superiorità tecnica. A centrocampo, si ferma il motore del 4-4-2 perché la mediana esagera nel più caparbio ma lento possesso palla: Callejòn, Fabiàn, Elmas e Zielinski. Questi indugi consentono alla Samp di proporsi oltre misura, fino a bussare troppe volte alla porta di un attentissimo Meret. L’affranto Di Francesco, ancora a zero punti, infastidisce il Napoli nel primo tempo con un 3-4-1-2 che reagisce ad una costruzione così compassata del gioco. Bereszinski a destra e Murru a sinistra, Ekdal e Linetty al centro, sono una cerniera tecnicamente modesta ma in grado di contenere, oltre che lanciare Quagliarella e Caprari. La ripresa accoglie un Napoli rigenerato: più sbrigativo nell’invertire l’azione, Fabiàn sale di tono, si prende la scena Elmas che merita un elogio condizionato. Eleganza, personalità, ma anche capacità di riprendere la palla, fluidità nel portarla avanti sono le doti più evidenti. Ma ha un’idea fissa: avanzare con la palla. Che sia bravo lo è, ma che rischi di diventare un solista è invece un limite. Strano per chi deve darsi una vita da mediano. L’altro acquisto, Lozano, tornato da una timida presenza nel Messico sconfitto 4-0 dall’Argentina, ha momenti di gran luce, ma anche qualche pausa. Va servito subito e spesso dal centrocampo perché possa essere devastante con i suoi poderosi scatti. Insigne e Younes se la cavano bene nel finale, con Llorente. Assediano una Samp sparita troppo presto per non essere ancora ultima in classifica.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica