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IL MAGNIFICO - Insigne, fenomeno gentiluomo
20.11.2017 12:09 di Napoli Magazine Fonte: Giovanni Scotto per il Roma

Era l’uomo-copertina. Lorenzo Insigne, il protagonista più atteso di Napoli- Milan. Le fortissime polemiche della settimana dopo l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali. Si parlava di un Lorenzo un pò affranto, forse scombussolato da quanto accaduto. Finire al centro dell’attenzione, nel mirino delle discussioni. Senza però aver segnato o fatto vincere la propria squadra, e senza nemmeno aver giocato. Questo il paradosso che ha reso Insigne e l’Italia il caso del momento. Appena dietro l’esonero di Ventura e le ventilate dimissioni di Tavecchio. Si parlava del Napoli e del San Paolo per tirarlo di nuovo su. Un morale da rimettere a posto: in settimana ci aveva già pensato la sua famiglia. La moglie Jenny, il papà e la madre, i suoi fratelli.

 

TUTTI CON LUI per riportarlo a casa, nella sua dimensione. Lo stadio San Paolo che oggi lo acclama senza e senza ma. Addosso la sua maglia, che nonostante un inedito colore nero indossato sabato, Insigne se la sente addosso come una seconda pelle. Perché la maglia azzurra non la leva da ben 57 partite. Sempre titolare, una gara dietro l’altro. Un campionato e mezzo sempre dal primo minuto. Sarri non lo tocca, lo fa giocare sempre. E questo si aspettavano anche i tifosi dell’Italia: di vedere Insigne come faro di una nazionale che invece è finita alla deriva. «Sì capisce quale sia la mia considerazione di Insigne, basta vedere come l’ho utilizzato», ha spiegato Sarri sabato in conferenza stampa. E l’attaccante di Frattamaggiore lo ha ripagato da un anno ormai, quando Insigne è esploso in tutta la sua forza. Con Mertens centravanti ha trovato il posto da titolare, la certezza di essere il riferimento in quel ruolo, e un rendimento da vero e proprio campione.

 

NON PER COLPA SUA, ma con la Nazionale non è riuscito a farsi valere. Adesso ci penserà il suo Napoli, che lo inviterà a proseguire questa stagione che è iniziata nel migliore dei modi. Le premesse sono importanti, il pubblico è vicino. Dimenticati fischi e malumori: ora tutta Napoli è come Insigne. L’ultima panchina di Lorenzo risale a più di un anno: era il 23 ottobre del 2016 e gli azzurri erano di scena a Crotone. In quella gara non riuscì nemmeno a entrare, ma poi cambiò tutto. Fu la partita in cui Gabbiadini rimediò il “rosso” e la squalifica, che diedero strada a Dries Mertens centravanti e la svolta tattica del Napoli, che ha portato gli azzurri ad essere in testa alla classifica. n questo periodo Insigne ha collezionato 42 presenze con 22 gol in campionato, 11 presenze (preliminari compresi) e 4 goal in Champions League più altre 4 presenze e un gol nella scorsa edizione della Coppa Italia. 57 partite e 27 gol: se non sono numeri da campione questi, allora quali?

 

UN NUMERO UNO in campo, ma anche fuori. Ha stupito la signorilità di Insigne, quando nel dopopartita di Napoli- Milan non solo ha evitato di infierire contro Ventura, ma lo ha perfino ringraziato. Dimostrazione di intelligenza, rispetto ed educazione. Nel momento in cui l’Italia intera non vedeva l’ora di sentire parole al veleno per l’ex ct, che di fatto non lo ha mai considerato, tenendolo fuori per tutta la decisiva sfida contro la Svezia: «Speriamo che il prossimo Ct ci insegni tanto come ha fatto Ventura, anche se non siamo andati al Mondiale dobbiamo ringraziarlo perché ci ha messo impegno fino alla fine ». L’attaccante sceglie di evitare le polemiche. «Ci sta non giocare, l’allenatore fa delle scelte, con quella maglia addosso si accettano tutte le scelte. In Italia ci sono tanti ragazzi forti tecnicamente». Complimenti a Insigne. Per quello che fa in campo e anche per la classe che dimostra al di fuori del rettangolo verde.

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IL MAGNIFICO - Insigne, fenomeno gentiluomo

di Napoli Magazine

20/11/2024 - 12:09

Era l’uomo-copertina. Lorenzo Insigne, il protagonista più atteso di Napoli- Milan. Le fortissime polemiche della settimana dopo l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali. Si parlava di un Lorenzo un pò affranto, forse scombussolato da quanto accaduto. Finire al centro dell’attenzione, nel mirino delle discussioni. Senza però aver segnato o fatto vincere la propria squadra, e senza nemmeno aver giocato. Questo il paradosso che ha reso Insigne e l’Italia il caso del momento. Appena dietro l’esonero di Ventura e le ventilate dimissioni di Tavecchio. Si parlava del Napoli e del San Paolo per tirarlo di nuovo su. Un morale da rimettere a posto: in settimana ci aveva già pensato la sua famiglia. La moglie Jenny, il papà e la madre, i suoi fratelli.

 

TUTTI CON LUI per riportarlo a casa, nella sua dimensione. Lo stadio San Paolo che oggi lo acclama senza e senza ma. Addosso la sua maglia, che nonostante un inedito colore nero indossato sabato, Insigne se la sente addosso come una seconda pelle. Perché la maglia azzurra non la leva da ben 57 partite. Sempre titolare, una gara dietro l’altro. Un campionato e mezzo sempre dal primo minuto. Sarri non lo tocca, lo fa giocare sempre. E questo si aspettavano anche i tifosi dell’Italia: di vedere Insigne come faro di una nazionale che invece è finita alla deriva. «Sì capisce quale sia la mia considerazione di Insigne, basta vedere come l’ho utilizzato», ha spiegato Sarri sabato in conferenza stampa. E l’attaccante di Frattamaggiore lo ha ripagato da un anno ormai, quando Insigne è esploso in tutta la sua forza. Con Mertens centravanti ha trovato il posto da titolare, la certezza di essere il riferimento in quel ruolo, e un rendimento da vero e proprio campione.

 

NON PER COLPA SUA, ma con la Nazionale non è riuscito a farsi valere. Adesso ci penserà il suo Napoli, che lo inviterà a proseguire questa stagione che è iniziata nel migliore dei modi. Le premesse sono importanti, il pubblico è vicino. Dimenticati fischi e malumori: ora tutta Napoli è come Insigne. L’ultima panchina di Lorenzo risale a più di un anno: era il 23 ottobre del 2016 e gli azzurri erano di scena a Crotone. In quella gara non riuscì nemmeno a entrare, ma poi cambiò tutto. Fu la partita in cui Gabbiadini rimediò il “rosso” e la squalifica, che diedero strada a Dries Mertens centravanti e la svolta tattica del Napoli, che ha portato gli azzurri ad essere in testa alla classifica. n questo periodo Insigne ha collezionato 42 presenze con 22 gol in campionato, 11 presenze (preliminari compresi) e 4 goal in Champions League più altre 4 presenze e un gol nella scorsa edizione della Coppa Italia. 57 partite e 27 gol: se non sono numeri da campione questi, allora quali?

 

UN NUMERO UNO in campo, ma anche fuori. Ha stupito la signorilità di Insigne, quando nel dopopartita di Napoli- Milan non solo ha evitato di infierire contro Ventura, ma lo ha perfino ringraziato. Dimostrazione di intelligenza, rispetto ed educazione. Nel momento in cui l’Italia intera non vedeva l’ora di sentire parole al veleno per l’ex ct, che di fatto non lo ha mai considerato, tenendolo fuori per tutta la decisiva sfida contro la Svezia: «Speriamo che il prossimo Ct ci insegni tanto come ha fatto Ventura, anche se non siamo andati al Mondiale dobbiamo ringraziarlo perché ci ha messo impegno fino alla fine ». L’attaccante sceglie di evitare le polemiche. «Ci sta non giocare, l’allenatore fa delle scelte, con quella maglia addosso si accettano tutte le scelte. In Italia ci sono tanti ragazzi forti tecnicamente». Complimenti a Insigne. Per quello che fa in campo e anche per la classe che dimostra al di fuori del rettangolo verde.

Fonte: Giovanni Scotto per il Roma