A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Rino Foschi, direttore sportivo ex, fra le tante, di Napoli, Torino e Genoa:
Per i tifosi di Napoli, Inter e Atalanta c’è il sogno scudetto. Secondo lei, sono queste le tre squadre più accreditate, o ne dimentico qualcuna?
“Per chi, come me, ha passato una vita sui campi di calcio, è dura stare lontano e sentire parlare di tifosi che sognano è bello. Ritornando alla domanda, sì, sono sicuramente tra le più accreditate. Siamo in una fase del campionato già abbastanza avanzata e queste squadre hanno organici completi, risultati continui e un buon equilibrio. Il Napoli, l’Inter e l’Atalanta stanno facendo bene, ognuna a modo suo. L’Atalanta, in particolare, è ormai una realtà importante del calcio italiano, capace di vincere e di sorprendere tutti. Poi, certo, ci sono state anche altre squadre penalizzate da infortuni, come la Juventus o il Milan. Se avessero avuto meno problemi, forse sarebbero più vicine in classifica".
Nonostante ciò, il Milan ha vinto la Supercoppa. Pensa che questa vittoria possa rilanciare le ambizioni dei rossoneri anche in campionato?
"Sì, la vittoria potrebbe essere un punto di svolta. Vincere una finale come quella contro l’Inter, soprattutto con una rimonta così, dà grande morale. È stata una partita fortunata, certo, ma ha permesso al gruppo di ritrovare compattezza. Se riusciranno a mantenere questa energia, potranno tornare a dire la loro anche in campionato".
E per quanto riguarda l’Inter? Crede che possano esserci delle ripercussioni negative?
"Non penso. L’Inter ha un ottimo allenatore, Simone Inzaghi, un organico competitivo e una società forte, con dirigenti come Marotta che sanno il fatto loro. È una squadra solida, anche se forse non è ancora al massimo del suo potenziale. Vedremo come evolverà la stagione".
Cosa pensa del format della Supercoppa con quattro squadre giocato all’estero? Le piace?
"Da un lato sì, perché aumenta la visibilità e porta soldi al sistema calcio. Dall’altro, dispiace che si debba andare all’estero per motivi economici. Il problema è che in Italia i costi di gestione sono troppo alti e i ricavi insufficienti. Questo porta a situazioni in cui il denaro esce dal sistema calcio, ad esempio con le commissioni ai procuratori, senza essere reinvestito. È un circuito che si sta spezzando, ed è un peccato".
È giusto definire Antonio Conte il top player del Napoli?
"Sì, Conte è un grande allenatore. Ha sempre dimostrato di saper fare la differenza, anche se a volte è stato criticato ingiustamente. Ha una grande personalità e sa ottenere risultati importanti. Il Napoli sta facendo bene, anche grazie a lui, ma il campionato è lungo e vedremo come andrà a finire. Per ora si sta imponendo in una piazza difficile che, in passato, ha ingiustamente bocciato gente del calibro di Carlo Ancelotti, uno degli allenatori più importanti della storia del calcio".
È vero che quando era a Cesena vendette Carnesecchi quindicenne all’Atalanta per un milione e mezzo di euro?
"Sì, è vero. A Cesena eravamo in grosse difficoltà economiche, vivevamo alla giornata. Carnesecchi era un giovane promettente, ma al massimo valeva 200.000 euro. Quel giorno, però, riuscii a portare a casa un milione e mezzo. Fu un colpo importante per il club e per lui, che poi ha dimostrato di essere un grande portiere e una persona seria. Ovviamente devo ringraziare la fiducia che la famiglia Percassi ripose in me e nella mia valutazione del ragazzo. Quando si ha a che fare con gente come loro, perbene, seria e competente, è tutto più facile".
di Napoli Magazine
09/01/2025 - 11:27
A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Rino Foschi, direttore sportivo ex, fra le tante, di Napoli, Torino e Genoa:
Per i tifosi di Napoli, Inter e Atalanta c’è il sogno scudetto. Secondo lei, sono queste le tre squadre più accreditate, o ne dimentico qualcuna?
“Per chi, come me, ha passato una vita sui campi di calcio, è dura stare lontano e sentire parlare di tifosi che sognano è bello. Ritornando alla domanda, sì, sono sicuramente tra le più accreditate. Siamo in una fase del campionato già abbastanza avanzata e queste squadre hanno organici completi, risultati continui e un buon equilibrio. Il Napoli, l’Inter e l’Atalanta stanno facendo bene, ognuna a modo suo. L’Atalanta, in particolare, è ormai una realtà importante del calcio italiano, capace di vincere e di sorprendere tutti. Poi, certo, ci sono state anche altre squadre penalizzate da infortuni, come la Juventus o il Milan. Se avessero avuto meno problemi, forse sarebbero più vicine in classifica".
Nonostante ciò, il Milan ha vinto la Supercoppa. Pensa che questa vittoria possa rilanciare le ambizioni dei rossoneri anche in campionato?
"Sì, la vittoria potrebbe essere un punto di svolta. Vincere una finale come quella contro l’Inter, soprattutto con una rimonta così, dà grande morale. È stata una partita fortunata, certo, ma ha permesso al gruppo di ritrovare compattezza. Se riusciranno a mantenere questa energia, potranno tornare a dire la loro anche in campionato".
E per quanto riguarda l’Inter? Crede che possano esserci delle ripercussioni negative?
"Non penso. L’Inter ha un ottimo allenatore, Simone Inzaghi, un organico competitivo e una società forte, con dirigenti come Marotta che sanno il fatto loro. È una squadra solida, anche se forse non è ancora al massimo del suo potenziale. Vedremo come evolverà la stagione".
Cosa pensa del format della Supercoppa con quattro squadre giocato all’estero? Le piace?
"Da un lato sì, perché aumenta la visibilità e porta soldi al sistema calcio. Dall’altro, dispiace che si debba andare all’estero per motivi economici. Il problema è che in Italia i costi di gestione sono troppo alti e i ricavi insufficienti. Questo porta a situazioni in cui il denaro esce dal sistema calcio, ad esempio con le commissioni ai procuratori, senza essere reinvestito. È un circuito che si sta spezzando, ed è un peccato".
È giusto definire Antonio Conte il top player del Napoli?
"Sì, Conte è un grande allenatore. Ha sempre dimostrato di saper fare la differenza, anche se a volte è stato criticato ingiustamente. Ha una grande personalità e sa ottenere risultati importanti. Il Napoli sta facendo bene, anche grazie a lui, ma il campionato è lungo e vedremo come andrà a finire. Per ora si sta imponendo in una piazza difficile che, in passato, ha ingiustamente bocciato gente del calibro di Carlo Ancelotti, uno degli allenatori più importanti della storia del calcio".
È vero che quando era a Cesena vendette Carnesecchi quindicenne all’Atalanta per un milione e mezzo di euro?
"Sì, è vero. A Cesena eravamo in grosse difficoltà economiche, vivevamo alla giornata. Carnesecchi era un giovane promettente, ma al massimo valeva 200.000 euro. Quel giorno, però, riuscii a portare a casa un milione e mezzo. Fu un colpo importante per il club e per lui, che poi ha dimostrato di essere un grande portiere e una persona seria. Ovviamente devo ringraziare la fiducia che la famiglia Percassi ripose in me e nella mia valutazione del ragazzo. Quando si ha a che fare con gente come loro, perbene, seria e competente, è tutto più facile".