A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Corrado Orrico, opinionista di Sky ed ex allenatore dell’Inter.
Che partita si aspetta tra Napoli e Inter, soprattutto dal punto di vista tattico? Pensa che il Napoli giocherà con un 5-2 o riproporrà il 4-3-3?
"Conte e Inzaghi si sfideranno anche sul piano tattico, ma enormi differenze tra le due squadre non ce ne sono. Forse l'Inter ha una maggiore convinzione nel gioco, perché la sta costruendo da qualche anno, mentre Conte è ancora in una fase di transizione tra un sistema e l'altro. Poi, c'è da considerare che il Napoli ha perso un fuoriclasse assoluto, quale è Kvaratskhelia, e questo potrebbe fare la differenza. Tuttavia, sarà il campo a decidere: il calcio riserva sempre situazioni inaspettate, perché è un gioco in cui sono i dettagli a determinare il risultato. Antonio Conte stava iniziando a costruire delle certezze al Napoli, visto che questa è la sua prima stagione. Certezze che, però, gli sono state tolte con il mercato di gennaio. La cessione di Kvaratskhelia si somma anche al mancato rimpiazzo del georgiano ha creato problemi al Napoli. C’è anche un aspetto psicologico e mentale – chiamatelo come volete – nella costruzione di una squadra. I risultati che ottiene dipendono anche dalle convinzioni che un gruppo di lavoro sviluppa. La partenza di giocatori di quel calibro, senza rimpiazzarli adeguatamente, ha sicuramente creato problemi di adattamento. Il Napoli era primo in classifica e giocava un calcio eccellente, poi il mercato l’ha messo in ginocchio, tecnicamente e dal punto di vista delle convinzioni. Possiamo dire che la cessione di Kvaratskhelia abbia pesato non solo in termini tecnici, perché di fatto non è stato sostituito, ma anche in termini di umore del gruppo, ha inciso sulla forza mentale, sulla compattezza, sulla fiducia e sull’ottimismo della squadra. Sono mille le cose che cambiano quando si perde un fuoriclasse: è un colpo durissimo".
Vede il Napoli in calo fisiologico?
"Sì, l’impressione mia è che Conte, all’inizio, fosse riuscito a sistemare tutto in pochi mesi. Poi, però, si è trovato costretto a ricostruire la squadra da capo. Questa, infatti, non è ancora una squadra con la sua impronta. Serviranno mesi e risultati importanti per ridare entusiasmo al gruppo. La sfida con l’Inter sarebbe un riferimento eccellente per ripartire con slancio. In questo momento, Conte sta ancora cercando di trovare la quadra tra difesa a tre, difesa a quattro, trequartista sì o no. Deve sistemare tante cose, è un lavoro da rifare daccapo".
Questo mercato ha inciso nel rapporto tra Conte e De Laurentiis?
"Assolutamente sì, sono in guerra fredda mister e De Laurentiis, perché Conte sicuramente non ha digerito il comportamento del presidente durante il mercato. Anche se si dice che il Napoli non avesse molte alternative, ha comunque incassato più di 70 milioni. Non si può pensare che un fuoriclasse costi meno di 40-50 milioni. Se volevi un giocatore di livello, quei soldi dovevi spenderli. Prendiamo l’esempio di Garnacho del Manchester United: era valutato intorno ai 50 milioni. Quindi, se vendi un giocatore del calibro di Kvaratskhelia, devi rimpiazzarlo adeguatamente. Il problema è che nel calcio non c’è solo De Laurentiis che sa fare i propri interessi: ci sono tanti ‘lupi’ pronti ad approfittarne".
Conte uscirebbe vincitore anche senza scudetto?
"Attenzione! Conte è un gigante del mestiere e non va mai sottovalutato. Indipendentemente dalla partita di domani sera, sarà lì a mordere i polpacci di chiunque lo preceda, perché vuole vincere. La stranezza della sua carriera è che, laddove per altri allenatori il primo anno è il più difficile, per lui è quasi sempre il più semplice. Ha vinto il campionato ovunque sia andato, al primo anno. Poi, siccome è un personaggio difficile – non perché abbia un brutto carattere, ma perché pretende tanto nel lavoro – è entrato in collisione anche con la Juventus, dove era cresciuto da giocatore. Ha rotto perché riteneva che qualcuno gli stesse negando ciò che era necessario per vincere. È un dato di fatto: gli allenatori vincenti cercano sempre di rinnovare le squadre, perché chi vince rischia di avere la 'pancia piena'. E quello è il momento più complicato da gestire. Non lo so se andrà via a fine stagione, dipenderà da tanti fattori. Ma, intanto, vediamo come finisce il campionato. Una cosa è certa: non sottovalutiamo Conte, perché nessuno potrà mai dire di averlo battuto facilmente. Lui ha la capacità di ribaltare le situazioni negative e sta già ricostruendo la squadra. Adesso è come se stesse iniziando un nuovo campionato, perché prima aveva messo a posto tutto ed era primo in classifica, poi è successo quello che è successo. Ora deve rifare tutto da capo. Ma attenzione: le 11-12 partite che restano saranno delle vere e proprie battaglie. E Conte è uno che si gioca le medaglie sul campo".
di Napoli Magazine
28/02/2025 - 11:55
A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Corrado Orrico, opinionista di Sky ed ex allenatore dell’Inter.
Che partita si aspetta tra Napoli e Inter, soprattutto dal punto di vista tattico? Pensa che il Napoli giocherà con un 5-2 o riproporrà il 4-3-3?
"Conte e Inzaghi si sfideranno anche sul piano tattico, ma enormi differenze tra le due squadre non ce ne sono. Forse l'Inter ha una maggiore convinzione nel gioco, perché la sta costruendo da qualche anno, mentre Conte è ancora in una fase di transizione tra un sistema e l'altro. Poi, c'è da considerare che il Napoli ha perso un fuoriclasse assoluto, quale è Kvaratskhelia, e questo potrebbe fare la differenza. Tuttavia, sarà il campo a decidere: il calcio riserva sempre situazioni inaspettate, perché è un gioco in cui sono i dettagli a determinare il risultato. Antonio Conte stava iniziando a costruire delle certezze al Napoli, visto che questa è la sua prima stagione. Certezze che, però, gli sono state tolte con il mercato di gennaio. La cessione di Kvaratskhelia si somma anche al mancato rimpiazzo del georgiano ha creato problemi al Napoli. C’è anche un aspetto psicologico e mentale – chiamatelo come volete – nella costruzione di una squadra. I risultati che ottiene dipendono anche dalle convinzioni che un gruppo di lavoro sviluppa. La partenza di giocatori di quel calibro, senza rimpiazzarli adeguatamente, ha sicuramente creato problemi di adattamento. Il Napoli era primo in classifica e giocava un calcio eccellente, poi il mercato l’ha messo in ginocchio, tecnicamente e dal punto di vista delle convinzioni. Possiamo dire che la cessione di Kvaratskhelia abbia pesato non solo in termini tecnici, perché di fatto non è stato sostituito, ma anche in termini di umore del gruppo, ha inciso sulla forza mentale, sulla compattezza, sulla fiducia e sull’ottimismo della squadra. Sono mille le cose che cambiano quando si perde un fuoriclasse: è un colpo durissimo".
Vede il Napoli in calo fisiologico?
"Sì, l’impressione mia è che Conte, all’inizio, fosse riuscito a sistemare tutto in pochi mesi. Poi, però, si è trovato costretto a ricostruire la squadra da capo. Questa, infatti, non è ancora una squadra con la sua impronta. Serviranno mesi e risultati importanti per ridare entusiasmo al gruppo. La sfida con l’Inter sarebbe un riferimento eccellente per ripartire con slancio. In questo momento, Conte sta ancora cercando di trovare la quadra tra difesa a tre, difesa a quattro, trequartista sì o no. Deve sistemare tante cose, è un lavoro da rifare daccapo".
Questo mercato ha inciso nel rapporto tra Conte e De Laurentiis?
"Assolutamente sì, sono in guerra fredda mister e De Laurentiis, perché Conte sicuramente non ha digerito il comportamento del presidente durante il mercato. Anche se si dice che il Napoli non avesse molte alternative, ha comunque incassato più di 70 milioni. Non si può pensare che un fuoriclasse costi meno di 40-50 milioni. Se volevi un giocatore di livello, quei soldi dovevi spenderli. Prendiamo l’esempio di Garnacho del Manchester United: era valutato intorno ai 50 milioni. Quindi, se vendi un giocatore del calibro di Kvaratskhelia, devi rimpiazzarlo adeguatamente. Il problema è che nel calcio non c’è solo De Laurentiis che sa fare i propri interessi: ci sono tanti ‘lupi’ pronti ad approfittarne".
Conte uscirebbe vincitore anche senza scudetto?
"Attenzione! Conte è un gigante del mestiere e non va mai sottovalutato. Indipendentemente dalla partita di domani sera, sarà lì a mordere i polpacci di chiunque lo preceda, perché vuole vincere. La stranezza della sua carriera è che, laddove per altri allenatori il primo anno è il più difficile, per lui è quasi sempre il più semplice. Ha vinto il campionato ovunque sia andato, al primo anno. Poi, siccome è un personaggio difficile – non perché abbia un brutto carattere, ma perché pretende tanto nel lavoro – è entrato in collisione anche con la Juventus, dove era cresciuto da giocatore. Ha rotto perché riteneva che qualcuno gli stesse negando ciò che era necessario per vincere. È un dato di fatto: gli allenatori vincenti cercano sempre di rinnovare le squadre, perché chi vince rischia di avere la 'pancia piena'. E quello è il momento più complicato da gestire. Non lo so se andrà via a fine stagione, dipenderà da tanti fattori. Ma, intanto, vediamo come finisce il campionato. Una cosa è certa: non sottovalutiamo Conte, perché nessuno potrà mai dire di averlo battuto facilmente. Lui ha la capacità di ribaltare le situazioni negative e sta già ricostruendo la squadra. Adesso è come se stesse iniziando un nuovo campionato, perché prima aveva messo a posto tutto ed era primo in classifica, poi è successo quello che è successo. Ora deve rifare tutto da capo. Ma attenzione: le 11-12 partite che restano saranno delle vere e proprie battaglie. E Conte è uno che si gioca le medaglie sul campo".