In Evidenza
IL PENSIERO - Caira: "Nunez, ho partecipato alla trattativa che lo ha portato dal Benfica al Liverpool, vale la pena parlare di cifre così alte"
26.06.2025 12:20 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Caira, ex direttore sportivo della Roma. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Direttore, parlo di cifre approssimative, perché poi col tempo si entrerà nei dettagli. Ma oggi: 45-50 milioni per Ndoye o per Nunez? Chi preferirebbe?

“Per un motivo anche personale, Nunez. Lo conosco da molto tempo, ho partecipato alla trattativa che lo ha portato dal Benfica al Liverpool. È un giocatore molto importante. Per me, vale la pena parlare di cifre così alte, anzi, congrue per il valore del calciatore. Viene da un periodo in Premier League in cui ha fatto bene, ma non ha avuto la possibilità di esprimersi al massimo. Non è mai stato il titolare fisso del Liverpool, ha avuto spazi limitati. Penso che l’opportunità di venire a giocare da protagonista, con un allenatore come Conte, potrebbe davvero fare la differenza. Credo davvero che per lui ci sia l’occasione di essere protagonista in una grande squadra in Serie A, con un allenatore come Conte, la possibilità di giocare la Champions e affiancare un altro attaccante fortissimo quanto — se non più — di lui, quale è Lukaku. Credo sia un’opportunità importante.”

Pio Esposito per un giorno si è preso la scena. Fa parte dei “Fratelli Esposito”: è probabilmente quello che potrebbe esplodere davvero a più alti livelli nel panorama calcistico italiano?

“Sì ma, inevitabilmente, deve fare un salto di qualità. Il passaggio all’Inter sarebbe forte, ma sarebbe meglio andare in un club dove ha possibilità di trovare continuità.”

Francesco Camarda, dopo aver quasi bruciato un anno, pensa che possa fare bene al Lecce?

“Assolutamente sì. Ha bruciato un anno, come purtroppo accade a tanti nostri giovani. E non dipende dai ragazzi, ma da altri fattori. Per quanto riguarda Camarda, mi auguro davvero che possa andare a Lecce. È una delle pochissime società in Serie A dove, se lo prendono, lo fanno giocare dalla prima all’ultima giornata.”

In casa Napoli c’è ancora da risolvere il rebus Osimhen. Secondo lei, come finirà questa storia? Riuscirà ad andare in Arabia all’Al-Ahli, che offre cifre folli, oppure costringerà il Napoli ad accettare una cifra inferiore per trasferirsi in Europa, ad esempio al Galatasaray?

“Non escluderei la Premier League. Certo, i tempi in Inghilterra sono più lunghi, più lenti, ma una volta deciso, può concretizzarsi tutto in una settimana. Penso che Osimhen voglia misurarsi con una realtà importante come quella inglese. E, per quanto l’atteggiamento del giocatore o dell’agente possa dare fastidio, in fondo lo favorisce. Perché se rinunci a 20 milioni netti per andare a prenderne la metà o poco meno in Premier, significa che vuoi davvero competere ad alto livello. In ogni caso, a Napoli già guadagna tra i 10 e i 12 milioni, quindi non è che stia prendendo poco.”

Questo ci riporta anche al mercato italiano. Le cifre sono alte, forse anche fuori mercato. Le faccio un nome: Dan Ndoye del Bologna. Pare che i felsinei chiedano circa 45 milioni di euro. È una cifra congrua, secondo lei?

“È il discorso degli immobili: una casa vale quanto uno è disposto a pagarla. Puoi anche chiedere 10 milioni per una casa che ne vale uno, ma se trovi chi li paga, va bene. Detto ciò, mi sembra una valutazione esagerata. Parliamo di un giocatore che viene sì da un buon campionato di Serie A, ma pur sempre in un contesto come Bologna, dove se vinci sei bravo, e se perdi non succede nulla. E queste cose contano: per la gestione emotiva del calciatore, per la motivazione, per la testa. Il Bologna, se vuole realmente venderlo, deve stare attento a non tirare troppo la corda.”

Cosa pensa invece del possibile ritorno di Immobile in Serie A, al Bologna?

“Non è solo il caso Immobile. Mi sembra che stiamo diventando un campionato triste, con grandi giocatori, ma anche un po’ il ‘cimitero degli elefanti’.

Modric che va al Milan, Immobile al Bologna. Benvenuti tutti, per carità, ma se parliamo di progetti, allora parliamone sul serio. Perché poi sono le stesse società che ci parlano di progettualità.”

Che idea si è fatto su Federico Chiesa? È davvero vicino al Napoli?

“È un discorso a parte. Chiesa è in un momento particolare della sua carriera. Ha fatto benissimo a Firenze, discretamente il primo anno alla Juve, poi qualche infortunio… È andato in Premier pensando di rilanciarsi, ma quel campionato non è quello che tutti credono. Anche giocatori come lui, non hanno la certezza di essere titolari. Dunque il ritorno in Italia potrebbe aiutarlo, certo. Tornare al Napoli, in una squadra dove può avere quello che serve per rilanciarsi, potrebbe essere la scelta giusta. Deve ridimostrare il suo valore e solo Conte può aiutarlo. Antonio, non solo come allenatore, ma come guida per la squadra. Da quel che si vede, Napoli è una squadra che si sta strutturando per puntare in alto. E in un contesto in cui la pressione non grava solo su di lui, ma è distribuita su altri cinque, sei, sette giocatori di pari livello, Chiesa avrebbe le condizioni ideali per tornare ai massimi livelli.”

ULTIMISSIME IN EVIDENZA
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
IL PENSIERO - Caira: "Nunez, ho partecipato alla trattativa che lo ha portato dal Benfica al Liverpool, vale la pena parlare di cifre così alte"

di Napoli Magazine

26/06/2025 - 12:20

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Caira, ex direttore sportivo della Roma. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Direttore, parlo di cifre approssimative, perché poi col tempo si entrerà nei dettagli. Ma oggi: 45-50 milioni per Ndoye o per Nunez? Chi preferirebbe?

“Per un motivo anche personale, Nunez. Lo conosco da molto tempo, ho partecipato alla trattativa che lo ha portato dal Benfica al Liverpool. È un giocatore molto importante. Per me, vale la pena parlare di cifre così alte, anzi, congrue per il valore del calciatore. Viene da un periodo in Premier League in cui ha fatto bene, ma non ha avuto la possibilità di esprimersi al massimo. Non è mai stato il titolare fisso del Liverpool, ha avuto spazi limitati. Penso che l’opportunità di venire a giocare da protagonista, con un allenatore come Conte, potrebbe davvero fare la differenza. Credo davvero che per lui ci sia l’occasione di essere protagonista in una grande squadra in Serie A, con un allenatore come Conte, la possibilità di giocare la Champions e affiancare un altro attaccante fortissimo quanto — se non più — di lui, quale è Lukaku. Credo sia un’opportunità importante.”

Pio Esposito per un giorno si è preso la scena. Fa parte dei “Fratelli Esposito”: è probabilmente quello che potrebbe esplodere davvero a più alti livelli nel panorama calcistico italiano?

“Sì ma, inevitabilmente, deve fare un salto di qualità. Il passaggio all’Inter sarebbe forte, ma sarebbe meglio andare in un club dove ha possibilità di trovare continuità.”

Francesco Camarda, dopo aver quasi bruciato un anno, pensa che possa fare bene al Lecce?

“Assolutamente sì. Ha bruciato un anno, come purtroppo accade a tanti nostri giovani. E non dipende dai ragazzi, ma da altri fattori. Per quanto riguarda Camarda, mi auguro davvero che possa andare a Lecce. È una delle pochissime società in Serie A dove, se lo prendono, lo fanno giocare dalla prima all’ultima giornata.”

In casa Napoli c’è ancora da risolvere il rebus Osimhen. Secondo lei, come finirà questa storia? Riuscirà ad andare in Arabia all’Al-Ahli, che offre cifre folli, oppure costringerà il Napoli ad accettare una cifra inferiore per trasferirsi in Europa, ad esempio al Galatasaray?

“Non escluderei la Premier League. Certo, i tempi in Inghilterra sono più lunghi, più lenti, ma una volta deciso, può concretizzarsi tutto in una settimana. Penso che Osimhen voglia misurarsi con una realtà importante come quella inglese. E, per quanto l’atteggiamento del giocatore o dell’agente possa dare fastidio, in fondo lo favorisce. Perché se rinunci a 20 milioni netti per andare a prenderne la metà o poco meno in Premier, significa che vuoi davvero competere ad alto livello. In ogni caso, a Napoli già guadagna tra i 10 e i 12 milioni, quindi non è che stia prendendo poco.”

Questo ci riporta anche al mercato italiano. Le cifre sono alte, forse anche fuori mercato. Le faccio un nome: Dan Ndoye del Bologna. Pare che i felsinei chiedano circa 45 milioni di euro. È una cifra congrua, secondo lei?

“È il discorso degli immobili: una casa vale quanto uno è disposto a pagarla. Puoi anche chiedere 10 milioni per una casa che ne vale uno, ma se trovi chi li paga, va bene. Detto ciò, mi sembra una valutazione esagerata. Parliamo di un giocatore che viene sì da un buon campionato di Serie A, ma pur sempre in un contesto come Bologna, dove se vinci sei bravo, e se perdi non succede nulla. E queste cose contano: per la gestione emotiva del calciatore, per la motivazione, per la testa. Il Bologna, se vuole realmente venderlo, deve stare attento a non tirare troppo la corda.”

Cosa pensa invece del possibile ritorno di Immobile in Serie A, al Bologna?

“Non è solo il caso Immobile. Mi sembra che stiamo diventando un campionato triste, con grandi giocatori, ma anche un po’ il ‘cimitero degli elefanti’.

Modric che va al Milan, Immobile al Bologna. Benvenuti tutti, per carità, ma se parliamo di progetti, allora parliamone sul serio. Perché poi sono le stesse società che ci parlano di progettualità.”

Che idea si è fatto su Federico Chiesa? È davvero vicino al Napoli?

“È un discorso a parte. Chiesa è in un momento particolare della sua carriera. Ha fatto benissimo a Firenze, discretamente il primo anno alla Juve, poi qualche infortunio… È andato in Premier pensando di rilanciarsi, ma quel campionato non è quello che tutti credono. Anche giocatori come lui, non hanno la certezza di essere titolari. Dunque il ritorno in Italia potrebbe aiutarlo, certo. Tornare al Napoli, in una squadra dove può avere quello che serve per rilanciarsi, potrebbe essere la scelta giusta. Deve ridimostrare il suo valore e solo Conte può aiutarlo. Antonio, non solo come allenatore, ma come guida per la squadra. Da quel che si vede, Napoli è una squadra che si sta strutturando per puntare in alto. E in un contesto in cui la pressione non grava solo su di lui, ma è distribuita su altri cinque, sei, sette giocatori di pari livello, Chiesa avrebbe le condizioni ideali per tornare ai massimi livelli.”