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IL PENSIERO - Valentini: "Raspadori è una delle sorprese più significative di questo campionato"
20.05.2025 12:07 di Napoli Magazine

A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Antonello Valentini, amministratore delegato della lega dilettanti ed ex direttore generale FIGC.

Direttore, possiamo dire che per la Nazionale di Luciano Spalletti siano arrivate tante notizie positive da questo campionato? 

“Sì, certamente. Questi mesi sono stati molto utili al lavoro di Luciano Spalletti. Il 6 giugno ci sarà un impegno molto importante, decisivo per le qualificazioni ai prossimi Mondiali, perché si va a giocare in Norvegia, che è la squadra più pericolosa tra quelle del nostro girone. Io non voglio neanche pensare all’ipotesi che l’Italia possa fallire la qualificazione al Mondiale per la terza volta consecutiva: sarebbe un disastro non solo per il calcio italiano, ma per l’intero sistema sportivo. Bisogna stringersi attorno alla Nazionale e dare una mano a Spalletti, che ha certamente approfittato di questo campionato per capire meglio di chi può fidarsi, su chi può puntare per arrivare ai Mondiali. Sono sicuro che il principio deve essere sempre quello di considerare la Nazionale come un cantiere aperto, come lo stesso Spalletti ha spesso detto. Non ci si può limitare sempre e soltanto ai soliti nomi, senza tener conto delle novità e delle proposte del campionato. Poi è chiaro: alla vigilia dei Mondiali si stringe il gruppo a 23 giocatori, ma per adesso la Nazionale deve essere aperta e tener conto di tutto ciò che il campionato ha offerto".

Le è piaciuta la stagione di Raspadori? Al Napoli, quando è stato chiamato in causa, ha sempre dato un contributo importante. 

“Sì, ha fatto anche dei gol che hanno portato punti pesanti al Napoli e inciso sulla classifica. Io credo che Raspadori sia una delle sorprese più significative di questo campionato. Parto sempre dall’uomo prima che dal calciatore: un ragazzo intelligente, furbo in campo, velocissimo nell’esecuzione. È uno che riesce a dare un contributo anche entrando a partita in corso, quando serve freschezza. Ha rapidità, velocità d’esecuzione, vede la porta come pochi. Quindi è certamente un elemento molto prezioso, non solo per il Napoli ma anche per la Nazionale".

Che insidie può nascondere il Cagliari al Napoli di Conte? 

“Francamente, escludo che il Napoli possa farsi sfuggire questo scudetto. Gioca in casa, contro una squadra che non ha più nulla da chiedere al campionato. Il Cagliari si è salvato grazie all’abilità del suo tecnico, Davide Nicola, ma è anche vero che, quando una squadra gioca senza pensieri, può diventare più insidiosa. Detto questo, il Napoli ha un’occasione troppo grande. Nelle ultime partite, a dire il vero, non mi è piaciuto particolarmente: a Parma è stato anche sfortunato, perché quel palo di Anguissa con il portiere battuto avrebbe potuto chiudere la gara e forse anche il campionato. Ora si gioca in contemporanea: Como-Inter e Napoli-Cagliari. L’Inter è una corazzata, è vero, ma il Napoli non ha alternative: se prende tre punti, la partita è chiusa. E io, da buon meridionale, lo dico con orgoglio: faccio il tifo per il Napoli".

Dunque, nelle ultime due giornate contro Genoa e Parma il Napoli è stato il peggior nemico di sé stesso? 

“Esattamente. Non mi è piaciuto soprattutto sul piano del gioco e del temperamento. Ho visto un certo nervosismo che posso anche comprendere, ma che diventa controproducente. Questa è una raccomandazione che faccio anche al mio amico Antonio Conte, che in panchina vive tutto con grande passione. Però rischia, così facendo, di trasmettere ansia e frenesia alla squadra, che perde lucidità. Credo che la società debba stare molto vicino a Conte. I tifosi, poi, sono straordinari: il Napoli ha un tifo che forse nessun’altra squadra al mondo può vantare. Ma ho visto una certa insicurezza, una sofferenza che non ha motivo di esistere. A parte qualche scivolone, come a Venezia, il Napoli ha tutti i numeri per battere il Cagliari, che ormai non ha più obiettivi. Vincere lo scudetto sarebbe un risultato straordinario, meritato dalla squadra, dalla società e da questa tifoseria incredibile".

A proposito di Conte: secondo lei, perché è così misterioso sul proprio futuro? Sta davvero vagliando la possibilità di abbandonare Napoli dopo solo una stagione? 

“Non so se stia davvero vagliando questa ipotesi, ma so una cosa: Antonio Conte vuole vincere. E se quest’anno porta lo scudetto a Napoli, avrà compiuto un autentico miracolo. Lo dico sinceramente: dopo la cessione di Kvaratskhelia — che non si poteva non fare, viste le cifre offerte — mi sarei aspettato che Conte battesse un po’ i pugni sul tavolo per una sostituzione all’altezza. Invece, ha lavorato con quello che aveva. Ma conoscendolo, se vince lo scudetto, va via perché non può fare di meglio. Se lo perde, va via perché sente di aver fallito. In entrambi i casi, penso che andrà via. E, se devo essere onesto, al suo posto farei lo stesso. Vincere e salutare: sarebbe il modo migliore. Dicono che si starebbe già parlando con Allegri come possibile sostituto… Insomma, vinciamo lo scudetto e salutiamoci da vincenti. Sono già stupito, in positivo, di come Conte e il presidente De Laurentiis siano andati d’accordo per un anno intero. Parliamo di due personalità, due caratteri, due visioni completamente diverse. È già un miracolo che abbiano portato avanti insieme questa stagione con questi risultati".

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IL PENSIERO - Valentini: "Raspadori è una delle sorprese più significative di questo campionato"

di Napoli Magazine

20/05/2025 - 12:07

A "1 Football Club", su 1 Station Radio, è intervenuto Antonello Valentini, amministratore delegato della lega dilettanti ed ex direttore generale FIGC.

Direttore, possiamo dire che per la Nazionale di Luciano Spalletti siano arrivate tante notizie positive da questo campionato? 

“Sì, certamente. Questi mesi sono stati molto utili al lavoro di Luciano Spalletti. Il 6 giugno ci sarà un impegno molto importante, decisivo per le qualificazioni ai prossimi Mondiali, perché si va a giocare in Norvegia, che è la squadra più pericolosa tra quelle del nostro girone. Io non voglio neanche pensare all’ipotesi che l’Italia possa fallire la qualificazione al Mondiale per la terza volta consecutiva: sarebbe un disastro non solo per il calcio italiano, ma per l’intero sistema sportivo. Bisogna stringersi attorno alla Nazionale e dare una mano a Spalletti, che ha certamente approfittato di questo campionato per capire meglio di chi può fidarsi, su chi può puntare per arrivare ai Mondiali. Sono sicuro che il principio deve essere sempre quello di considerare la Nazionale come un cantiere aperto, come lo stesso Spalletti ha spesso detto. Non ci si può limitare sempre e soltanto ai soliti nomi, senza tener conto delle novità e delle proposte del campionato. Poi è chiaro: alla vigilia dei Mondiali si stringe il gruppo a 23 giocatori, ma per adesso la Nazionale deve essere aperta e tener conto di tutto ciò che il campionato ha offerto".

Le è piaciuta la stagione di Raspadori? Al Napoli, quando è stato chiamato in causa, ha sempre dato un contributo importante. 

“Sì, ha fatto anche dei gol che hanno portato punti pesanti al Napoli e inciso sulla classifica. Io credo che Raspadori sia una delle sorprese più significative di questo campionato. Parto sempre dall’uomo prima che dal calciatore: un ragazzo intelligente, furbo in campo, velocissimo nell’esecuzione. È uno che riesce a dare un contributo anche entrando a partita in corso, quando serve freschezza. Ha rapidità, velocità d’esecuzione, vede la porta come pochi. Quindi è certamente un elemento molto prezioso, non solo per il Napoli ma anche per la Nazionale".

Che insidie può nascondere il Cagliari al Napoli di Conte? 

“Francamente, escludo che il Napoli possa farsi sfuggire questo scudetto. Gioca in casa, contro una squadra che non ha più nulla da chiedere al campionato. Il Cagliari si è salvato grazie all’abilità del suo tecnico, Davide Nicola, ma è anche vero che, quando una squadra gioca senza pensieri, può diventare più insidiosa. Detto questo, il Napoli ha un’occasione troppo grande. Nelle ultime partite, a dire il vero, non mi è piaciuto particolarmente: a Parma è stato anche sfortunato, perché quel palo di Anguissa con il portiere battuto avrebbe potuto chiudere la gara e forse anche il campionato. Ora si gioca in contemporanea: Como-Inter e Napoli-Cagliari. L’Inter è una corazzata, è vero, ma il Napoli non ha alternative: se prende tre punti, la partita è chiusa. E io, da buon meridionale, lo dico con orgoglio: faccio il tifo per il Napoli".

Dunque, nelle ultime due giornate contro Genoa e Parma il Napoli è stato il peggior nemico di sé stesso? 

“Esattamente. Non mi è piaciuto soprattutto sul piano del gioco e del temperamento. Ho visto un certo nervosismo che posso anche comprendere, ma che diventa controproducente. Questa è una raccomandazione che faccio anche al mio amico Antonio Conte, che in panchina vive tutto con grande passione. Però rischia, così facendo, di trasmettere ansia e frenesia alla squadra, che perde lucidità. Credo che la società debba stare molto vicino a Conte. I tifosi, poi, sono straordinari: il Napoli ha un tifo che forse nessun’altra squadra al mondo può vantare. Ma ho visto una certa insicurezza, una sofferenza che non ha motivo di esistere. A parte qualche scivolone, come a Venezia, il Napoli ha tutti i numeri per battere il Cagliari, che ormai non ha più obiettivi. Vincere lo scudetto sarebbe un risultato straordinario, meritato dalla squadra, dalla società e da questa tifoseria incredibile".

A proposito di Conte: secondo lei, perché è così misterioso sul proprio futuro? Sta davvero vagliando la possibilità di abbandonare Napoli dopo solo una stagione? 

“Non so se stia davvero vagliando questa ipotesi, ma so una cosa: Antonio Conte vuole vincere. E se quest’anno porta lo scudetto a Napoli, avrà compiuto un autentico miracolo. Lo dico sinceramente: dopo la cessione di Kvaratskhelia — che non si poteva non fare, viste le cifre offerte — mi sarei aspettato che Conte battesse un po’ i pugni sul tavolo per una sostituzione all’altezza. Invece, ha lavorato con quello che aveva. Ma conoscendolo, se vince lo scudetto, va via perché non può fare di meglio. Se lo perde, va via perché sente di aver fallito. In entrambi i casi, penso che andrà via. E, se devo essere onesto, al suo posto farei lo stesso. Vincere e salutare: sarebbe il modo migliore. Dicono che si starebbe già parlando con Allegri come possibile sostituto… Insomma, vinciamo lo scudetto e salutiamoci da vincenti. Sono già stupito, in positivo, di come Conte e il presidente De Laurentiis siano andati d’accordo per un anno intero. Parliamo di due personalità, due caratteri, due visioni completamente diverse. È già un miracolo che abbiano portato avanti insieme questa stagione con questi risultati".