Gabrieli Oriali, coordinatore dello staff tecnico del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano La Gazzetta dello Sport alla vigilia della sfida di Champions contro il Benfica dell'ex Inter José Mourinho. Ecco un estratto.
Quali poteri nascosti aveva Mourinho per aver percezione del trionfo del 2010?
"Erano un paio di mesi che sui giornali girava voce dell'addio di José. Io e lui abbiamo avuto un rapporto straordinario come poi mi sta succedendo con Conte, ma certi argomenti restano tabù, è il sacro rispetto che si deve. E una sera, senza violare la riservatezza, ci trovammo a parlarne".
Praticamente, confessò?
"No, discutevamo di quello che avevamo letto, io gli buttai giù una battuta - 'lo sai che se vai via, cacciano me' - e lui sereno, padrone del momento: Gabriele, non pensare a quello che sarà, qui stiamo scrivendo la storia e ci riusciremo. Promessa mantenuta".
Lisbona sarà una trappola...
"Stadio fantastico per il Benfica e infernale per noi e per qualsiasi avversario. Lui sa sempre dove mettere le mani per fronteggiare le difficoltà. Già lo immagino, mentre si ingegna dopo averci analizzato".
Domanda inevitabile, Mourinho e Conte, così differenti eppure simili, con il desiderio di sentire "rumori dei nemici" e sconfiggerli.
"Parliamo di fuoriclasse della panchina. Di allenatori che sanno caratterizzare le proprie squadre sino conquistarne l’anima: per Mourinho e per Conte i calciatori si lancerebbero nel fuoco e non è un modo di dire. Lo racconta il vissuto dell’uno e dell’altro e le testimonianze di chi ha avuto modo di essere guidati da loro. Dentro i tecnici, ci sono valori umani forti. Sono 'oltre', mi creda".
Personalità dominanti, non semplici da assorbire.
"Meno difficile di quello che sembra. Il carattere è un dono per chi ce l’ha e sia Mou sia Conte lo mettono a disposizione dei club e delle squadre".
Ha vinto ovunque e in qualsiasi ruolo: si può dire, pure facendo un po’ lo psicologo?
"Mi ritrovo nella definizione. Porto con me l’esperienza, alla mia età so quando tacere e quando parlare, cosa dire. Diciamo che rifletto fuori ciò che ero in campo: un equilibratore".
Via Mou e va via anche Oriali; se ne va Conte e deve salutare pure Oriali: è il destino di chi è legato profondamente a un tecnico?
"Boh! Io sarei rimasto, l’Inter è la mia seconda pelle, non conto i successi delle mie varie carriere, quella da giocatore, da direttore sportivo o generale e da dirigente, so che con l’Inter ho vinto otto dei dieci scudetti della seconda stella. Faccia lei!".
di Napoli Magazine
09/12/2025 - 08:08
Gabrieli Oriali, coordinatore dello staff tecnico del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano La Gazzetta dello Sport alla vigilia della sfida di Champions contro il Benfica dell'ex Inter José Mourinho. Ecco un estratto.
Quali poteri nascosti aveva Mourinho per aver percezione del trionfo del 2010?
"Erano un paio di mesi che sui giornali girava voce dell'addio di José. Io e lui abbiamo avuto un rapporto straordinario come poi mi sta succedendo con Conte, ma certi argomenti restano tabù, è il sacro rispetto che si deve. E una sera, senza violare la riservatezza, ci trovammo a parlarne".
Praticamente, confessò?
"No, discutevamo di quello che avevamo letto, io gli buttai giù una battuta - 'lo sai che se vai via, cacciano me' - e lui sereno, padrone del momento: Gabriele, non pensare a quello che sarà, qui stiamo scrivendo la storia e ci riusciremo. Promessa mantenuta".
Lisbona sarà una trappola...
"Stadio fantastico per il Benfica e infernale per noi e per qualsiasi avversario. Lui sa sempre dove mettere le mani per fronteggiare le difficoltà. Già lo immagino, mentre si ingegna dopo averci analizzato".
Domanda inevitabile, Mourinho e Conte, così differenti eppure simili, con il desiderio di sentire "rumori dei nemici" e sconfiggerli.
"Parliamo di fuoriclasse della panchina. Di allenatori che sanno caratterizzare le proprie squadre sino conquistarne l’anima: per Mourinho e per Conte i calciatori si lancerebbero nel fuoco e non è un modo di dire. Lo racconta il vissuto dell’uno e dell’altro e le testimonianze di chi ha avuto modo di essere guidati da loro. Dentro i tecnici, ci sono valori umani forti. Sono 'oltre', mi creda".
Personalità dominanti, non semplici da assorbire.
"Meno difficile di quello che sembra. Il carattere è un dono per chi ce l’ha e sia Mou sia Conte lo mettono a disposizione dei club e delle squadre".
Ha vinto ovunque e in qualsiasi ruolo: si può dire, pure facendo un po’ lo psicologo?
"Mi ritrovo nella definizione. Porto con me l’esperienza, alla mia età so quando tacere e quando parlare, cosa dire. Diciamo che rifletto fuori ciò che ero in campo: un equilibratore".
Via Mou e va via anche Oriali; se ne va Conte e deve salutare pure Oriali: è il destino di chi è legato profondamente a un tecnico?
"Boh! Io sarei rimasto, l’Inter è la mia seconda pelle, non conto i successi delle mie varie carriere, quella da giocatore, da direttore sportivo o generale e da dirigente, so che con l’Inter ho vinto otto dei dieci scudetti della seconda stella. Faccia lei!".