In Evidenza
IL TALENTO - Ecco Fabian, il disegnatore di calcio, piedi educati, grande personalità
22.01.2019 12:04 di Napoli Magazine Fonte: Fabio Tarantino per il Roma

Un cervello per sé ed un altro di scorta, sguardo panoramico, due gambe infinite, personalità e voglia d'emergere: ecco Fabian Ruiz, sembra di riconoscerlo mentre vaga per il campo, ma con una meta, dialogando coi compagni o provandoci da solo, magari intestardendosi palla al piede perché lo spagnolo adora fare cose che altri neppure immaginano. Il centrocampo è la sua dimora naturale, lo sapevano tutti, anche Ancelotti, nonostante la sua prima “vita azzurra” da esterno destro e poi sinistro, infine seconda punta. Un modo alternativo per fargli conoscere il calcio italiano, per spiegargli dov’è che si trovasse, quale fosse la sua nuova realtà tattica. Quando l'ha capito, e c'è voluto poco, Ancelotti lo ha dirottato nel bel mezzo della manovra e ora, dopo l'ottima prova contro la Lazio, sarà difficile chiedergli di spostarsi e addirittura d'uscire dal campo. Rotazioni per (quasi) tutti, non per lui.

 

A TUTTO FABIAN. Dodici chilometri contro la Lazio: in una vita parallela, Fabian sta ancora correndo. Non si ferma, non ne ha voglia e neppure necessità. Il fisico regge, la testa pure, le gambe sono leggere, le idee infinite. Se ne sono accorti i biancocelesti, domenica sera, ritrovandoselo ovunque, provando (invano) a fermarlo. Lo spagnolo, classe '96, è un centrocampista universale, l'ennesimo gioiello che la società ha consegnato al suo allenatore di turno dopo aver speso trenta milioni in estate per coprire la clausola rescissoria prevista nel suo contratto col Betis. Un investimento per il presente e per il futuro, un grande acquisto che ha già conquistato la stima di tutti: tifosi, compagni, dello stesso allenatore che ormai lo ritiene indispensabile.

 

I NUMERI. L'ultima panchina, ma per scelta tecnica, l'8 dicembre col Frosinone. In Champions le ha giocate tutte dal primo minuto. Un giocatore europeo, Fabian, che ha fatto benissimo col Liverpool, in casa del Paris Saint-Germain, che è cresciuto nel corso delle sue diciannove presenze stagionali, per un totale di 1357 minuti in campo, fotografia nitida della sua importanza per il gioco del Napoli, per le valutazioni di Ancelotti che gli ha chiesto di fare qualsiasi ruolo ricevendo ogni volta indicative risposte.

 

COSA SA FARE. Sorprende, di Fabian, la capacità di saper coprire tutto il campo senza affanno. Con Sassuolo e Lazio, da centrale, è riuscito a dettare i tempi alla squadra ma ha avuto anche la lucidità per portarsi in zona gol: gli è andata bene coi neroverdi, meno bene con la Lazio quando l'incrocio gli ha negato la gioia della quinta rete stagionale. Fabian è presente ovunque e si fa sentire: imposta, dribbla, pressa, ruba palla e si propone. Testa alta, piedi educati, grande personalità. Le sue intuizioni sfociano sempre in gesti rari, originali, mai banali. Solo una delle tante peculiarità dello spagnolo che s'ispira a Xavi e ora gioca anche nel suo stesso ruolo. Caratteristiche differenti, soprattutto fisiche, ma lo stesso dna creativo. Un potenziale campione pronto ad emergere: è già a buon punto.

ULTIMISSIME IN EVIDENZA
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
IL TALENTO - Ecco Fabian, il disegnatore di calcio, piedi educati, grande personalità

di Napoli Magazine

22/01/2024 - 12:04

Un cervello per sé ed un altro di scorta, sguardo panoramico, due gambe infinite, personalità e voglia d'emergere: ecco Fabian Ruiz, sembra di riconoscerlo mentre vaga per il campo, ma con una meta, dialogando coi compagni o provandoci da solo, magari intestardendosi palla al piede perché lo spagnolo adora fare cose che altri neppure immaginano. Il centrocampo è la sua dimora naturale, lo sapevano tutti, anche Ancelotti, nonostante la sua prima “vita azzurra” da esterno destro e poi sinistro, infine seconda punta. Un modo alternativo per fargli conoscere il calcio italiano, per spiegargli dov’è che si trovasse, quale fosse la sua nuova realtà tattica. Quando l'ha capito, e c'è voluto poco, Ancelotti lo ha dirottato nel bel mezzo della manovra e ora, dopo l'ottima prova contro la Lazio, sarà difficile chiedergli di spostarsi e addirittura d'uscire dal campo. Rotazioni per (quasi) tutti, non per lui.

 

A TUTTO FABIAN. Dodici chilometri contro la Lazio: in una vita parallela, Fabian sta ancora correndo. Non si ferma, non ne ha voglia e neppure necessità. Il fisico regge, la testa pure, le gambe sono leggere, le idee infinite. Se ne sono accorti i biancocelesti, domenica sera, ritrovandoselo ovunque, provando (invano) a fermarlo. Lo spagnolo, classe '96, è un centrocampista universale, l'ennesimo gioiello che la società ha consegnato al suo allenatore di turno dopo aver speso trenta milioni in estate per coprire la clausola rescissoria prevista nel suo contratto col Betis. Un investimento per il presente e per il futuro, un grande acquisto che ha già conquistato la stima di tutti: tifosi, compagni, dello stesso allenatore che ormai lo ritiene indispensabile.

 

I NUMERI. L'ultima panchina, ma per scelta tecnica, l'8 dicembre col Frosinone. In Champions le ha giocate tutte dal primo minuto. Un giocatore europeo, Fabian, che ha fatto benissimo col Liverpool, in casa del Paris Saint-Germain, che è cresciuto nel corso delle sue diciannove presenze stagionali, per un totale di 1357 minuti in campo, fotografia nitida della sua importanza per il gioco del Napoli, per le valutazioni di Ancelotti che gli ha chiesto di fare qualsiasi ruolo ricevendo ogni volta indicative risposte.

 

COSA SA FARE. Sorprende, di Fabian, la capacità di saper coprire tutto il campo senza affanno. Con Sassuolo e Lazio, da centrale, è riuscito a dettare i tempi alla squadra ma ha avuto anche la lucidità per portarsi in zona gol: gli è andata bene coi neroverdi, meno bene con la Lazio quando l'incrocio gli ha negato la gioia della quinta rete stagionale. Fabian è presente ovunque e si fa sentire: imposta, dribbla, pressa, ruba palla e si propone. Testa alta, piedi educati, grande personalità. Le sue intuizioni sfociano sempre in gesti rari, originali, mai banali. Solo una delle tante peculiarità dello spagnolo che s'ispira a Xavi e ora gioca anche nel suo stesso ruolo. Caratteristiche differenti, soprattutto fisiche, ma lo stesso dna creativo. Un potenziale campione pronto ad emergere: è già a buon punto.

Fonte: Fabio Tarantino per il Roma