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L'AGENTE - Giuffredi: "Di Lorenzo gioca da due mesi con le infiltrazioni, Politano? Spalletti lo aveva chiamato, ma non stava bene, Marianucci? Vi svelo perché è arrivato a Napoli"
11.06.2025 14:40 di Napoli Magazine

Su CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’agente di Marianucci Mario Giuffredi: "Panchina della nazionale? Ora c'è davvero poco a disposizione, ma il problema non è solo l’allenatore o chi verrà al suo posto. Il problema dell’Italia è generale, tutto è stato gestito male nei tempi, nei modi e nelle scelte. Io avrei proseguito con Luciano Spalletti ma, ancor di più, avrei fatto tornare Roberto Mancini poiché è uno che ha dato tanto alla nazionale vincendo l’Europeo e ha tanto appeal con i giocatori. Al di là di tutto, non avrei tolto Luciano Spalletti: non ha le colpe principali, nonostante potesse dare di più. È stato vittima del sistema calcio e la nazionale andrà sempre peggio. Nel frattempo passeranno gli anni e non ci saranno miglioramenti. Giovanni Di Lorenzo gioca da due mesi con le infiltrazioni. Le parole più significative e più belle le ho sentito dall’allenatore del Pescara. I giocatori giovani di oggi non capiscono il valore che ha la nostra nazionale. Una volta un ragazzino iniziava a giocare a calcio per quello, oggi quando arriva in nazionale fa di tutto per non andare per mille motivi come le vacanze o gli infortuni. Politano non stava bene, nonostante Spalletti lo abbia chiamato. Se stava bene, Politano sarebbe stato convocato. Il problema è che i giocatori non hanno più il senso di appartenenza alla nazionale. Un po’ gli è stato tolto da chi gestisce il sistema del calcio e un po’ i giocatori non riescono più a percepire l’importanza della nazionale. La verità è che il governo italiano e il sistema calcio non faranno niente per migliorare. Più andremo avanti, più sarà peggio. Possiamo parlare dalla mattina alla sera, tanto le cose entrano da un orecchio ed escono dall’altro ma nessuno realmente vuole fare le cose bene e come devono essere fatte realmente. Le cose scivoleranno sempre per l'eternità e con il passare del tempo sarà sempre di più un disastro. La fotografia del calcio italiano ce l’ha fornita chi ci ha detto che siccome la Norvegia ci ha battuti 3 a 0, allora la nazionale norvegese è superiore alla nostra. Se così fosse, siamo davvero rovinati. Dopo di che, c’è un altro dato fatto. Delle 20 squadre che giocano il nostro campionato 15 hanno cambiato allenatore. Questo vuol dire che non c’è progettualità, visione del futuro e continuità. Quando un club cambia allenatori e dirigenti è un’improvvisazione. L’unica squadra in Italia che fa le cose con coerenza, visione e progettualità e che cambia poco è il Napoli. I risultati si vedono. Il calcio è sempre stata programmazione, visione e giovani e invece dove sono adesso? Qui si prova a fare e poi si distrugge, intanto il tempo passa e siamo tutti fermi allo stesso posto senza creare nulla. L’arrivo di De Bruyne al Napoli rappresenta lo spirito di una società che vuole alzare il livello con l’acquisto di un giocatore. Il Napoli ha le idee chiare, sa quello che deve fare e lo sta facendo. È l’unica squadra che ha voglia di ribaltare tutto. Punto di partenza per ripartire? È tempo perso, se cerchi di dare un punto di partenza per ripartire non te lo faranno fare mai. Il decreto crescita è stato un’arma a favore degli stranieri e contro gli italiani. È stato abolito l’anno scorso dal governo Meloni, ma continuano a volerlo riportare dentro. Il calcio non ha voglia di cambiare. Chi era l’avversario di Gravina alle elezioni? Nessuno, allora non so di che parliamo. Se il calcio volesse cambiare, ci sarebbero stati due o tre concorrenti, sarebbero state delle elezioni meno scontate con candidati che se la giocavano fino alla fine dove ognuno proponeva qualcosa di importante per farsi eleggere. Invece, sono state elezioni morte e senza un programma. Il calcio è questo e sarà sempre così. Le persone con cui lavoro sono persone con voglia di fare, coraggio, visione e che provano a cambiare le cose nel proprio club. Marianucci viene dal settore giovanile dell’Empoli. È un giocatore che ha avuto dei margini di miglioramento e un’esplosione improvvisa. L’anno scorso ha giocato in Serie C e si è trovato catapultato a giocare in Serie A con l’Empoli. La verità è che chi lo ha scoperto è stato Roberto D’Aversa che ha insistito affinché non fosse ceduto in estate, lo ha tenuto con sé e pian piano lo ha messo dentro. A dicembre e a gennaio Marianucci è diventato titolare. Nel calcio ci vuole coraggio. Con Marianucci abbiamo ragionato allo stesso identico modo con cui abbiamo ragionato con Di Lorenzo. Noi cerchiamo di avere visione e coraggio e siamo convinti che con il giusto percorso possa diventare un giocatore di grande livello. Marianucci è alto 1,95 ed è un difensore centrale con velocità e tecnicamente molto forte. È un giocatore completo, l’unico difetto è che a volte ha troppa personalità ed eccessiva sicurezza poiché a volte eccede troppo e può commettere degli errori. Prestito? Discorsi superficiali. Il Napoli lo ha pagato 10 milioni, è il giocatore più giovane della rosa, ha bisogno del tempo e deve avere il suo percorso nel club. Bisogna avere calma e far lavorare i giovani. Quando c’è un allenatore come Antonio Conte e c’è la materia prima dall’altra parte, il giocatore può avere solo dei miglioramenti. Non voglio creare aspettative, ma Marianucci ha tutto le qualità per diventare un giocatore di livello elevato. Affari con il Napoli? Abbiamo davanti tre lunghi mesi di mercato, vediamo quello che succederà. Siamo contenti che Marianucci abbiamo firmato con il Napoli e che possa intraprendere la sua avventura in azzurro. Vedrete che rimarrete tutti sorpresi".

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L'AGENTE - Giuffredi: "Di Lorenzo gioca da due mesi con le infiltrazioni, Politano? Spalletti lo aveva chiamato, ma non stava bene, Marianucci? Vi svelo perché è arrivato a Napoli"

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11/06/2025 - 14:40

Su CRC, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto l’agente di Marianucci Mario Giuffredi: "Panchina della nazionale? Ora c'è davvero poco a disposizione, ma il problema non è solo l’allenatore o chi verrà al suo posto. Il problema dell’Italia è generale, tutto è stato gestito male nei tempi, nei modi e nelle scelte. Io avrei proseguito con Luciano Spalletti ma, ancor di più, avrei fatto tornare Roberto Mancini poiché è uno che ha dato tanto alla nazionale vincendo l’Europeo e ha tanto appeal con i giocatori. Al di là di tutto, non avrei tolto Luciano Spalletti: non ha le colpe principali, nonostante potesse dare di più. È stato vittima del sistema calcio e la nazionale andrà sempre peggio. Nel frattempo passeranno gli anni e non ci saranno miglioramenti. Giovanni Di Lorenzo gioca da due mesi con le infiltrazioni. Le parole più significative e più belle le ho sentito dall’allenatore del Pescara. I giocatori giovani di oggi non capiscono il valore che ha la nostra nazionale. Una volta un ragazzino iniziava a giocare a calcio per quello, oggi quando arriva in nazionale fa di tutto per non andare per mille motivi come le vacanze o gli infortuni. Politano non stava bene, nonostante Spalletti lo abbia chiamato. Se stava bene, Politano sarebbe stato convocato. Il problema è che i giocatori non hanno più il senso di appartenenza alla nazionale. Un po’ gli è stato tolto da chi gestisce il sistema del calcio e un po’ i giocatori non riescono più a percepire l’importanza della nazionale. La verità è che il governo italiano e il sistema calcio non faranno niente per migliorare. Più andremo avanti, più sarà peggio. Possiamo parlare dalla mattina alla sera, tanto le cose entrano da un orecchio ed escono dall’altro ma nessuno realmente vuole fare le cose bene e come devono essere fatte realmente. Le cose scivoleranno sempre per l'eternità e con il passare del tempo sarà sempre di più un disastro. La fotografia del calcio italiano ce l’ha fornita chi ci ha detto che siccome la Norvegia ci ha battuti 3 a 0, allora la nazionale norvegese è superiore alla nostra. Se così fosse, siamo davvero rovinati. Dopo di che, c’è un altro dato fatto. Delle 20 squadre che giocano il nostro campionato 15 hanno cambiato allenatore. Questo vuol dire che non c’è progettualità, visione del futuro e continuità. Quando un club cambia allenatori e dirigenti è un’improvvisazione. L’unica squadra in Italia che fa le cose con coerenza, visione e progettualità e che cambia poco è il Napoli. I risultati si vedono. Il calcio è sempre stata programmazione, visione e giovani e invece dove sono adesso? Qui si prova a fare e poi si distrugge, intanto il tempo passa e siamo tutti fermi allo stesso posto senza creare nulla. L’arrivo di De Bruyne al Napoli rappresenta lo spirito di una società che vuole alzare il livello con l’acquisto di un giocatore. Il Napoli ha le idee chiare, sa quello che deve fare e lo sta facendo. È l’unica squadra che ha voglia di ribaltare tutto. Punto di partenza per ripartire? È tempo perso, se cerchi di dare un punto di partenza per ripartire non te lo faranno fare mai. Il decreto crescita è stato un’arma a favore degli stranieri e contro gli italiani. È stato abolito l’anno scorso dal governo Meloni, ma continuano a volerlo riportare dentro. Il calcio non ha voglia di cambiare. Chi era l’avversario di Gravina alle elezioni? Nessuno, allora non so di che parliamo. Se il calcio volesse cambiare, ci sarebbero stati due o tre concorrenti, sarebbero state delle elezioni meno scontate con candidati che se la giocavano fino alla fine dove ognuno proponeva qualcosa di importante per farsi eleggere. Invece, sono state elezioni morte e senza un programma. Il calcio è questo e sarà sempre così. Le persone con cui lavoro sono persone con voglia di fare, coraggio, visione e che provano a cambiare le cose nel proprio club. Marianucci viene dal settore giovanile dell’Empoli. È un giocatore che ha avuto dei margini di miglioramento e un’esplosione improvvisa. L’anno scorso ha giocato in Serie C e si è trovato catapultato a giocare in Serie A con l’Empoli. La verità è che chi lo ha scoperto è stato Roberto D’Aversa che ha insistito affinché non fosse ceduto in estate, lo ha tenuto con sé e pian piano lo ha messo dentro. A dicembre e a gennaio Marianucci è diventato titolare. Nel calcio ci vuole coraggio. Con Marianucci abbiamo ragionato allo stesso identico modo con cui abbiamo ragionato con Di Lorenzo. Noi cerchiamo di avere visione e coraggio e siamo convinti che con il giusto percorso possa diventare un giocatore di grande livello. Marianucci è alto 1,95 ed è un difensore centrale con velocità e tecnicamente molto forte. È un giocatore completo, l’unico difetto è che a volte ha troppa personalità ed eccessiva sicurezza poiché a volte eccede troppo e può commettere degli errori. Prestito? Discorsi superficiali. Il Napoli lo ha pagato 10 milioni, è il giocatore più giovane della rosa, ha bisogno del tempo e deve avere il suo percorso nel club. Bisogna avere calma e far lavorare i giovani. Quando c’è un allenatore come Antonio Conte e c’è la materia prima dall’altra parte, il giocatore può avere solo dei miglioramenti. Non voglio creare aspettative, ma Marianucci ha tutto le qualità per diventare un giocatore di livello elevato. Affari con il Napoli? Abbiamo davanti tre lunghi mesi di mercato, vediamo quello che succederà. Siamo contenti che Marianucci abbiamo firmato con il Napoli e che possa intraprendere la sua avventura in azzurro. Vedrete che rimarrete tutti sorpresi".