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L'ANALISI - Anellucci: "Osimhen sta facendo il suo gioco, ma la situazione si risolverà"
09.06.2025 12:43 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa.

Direttore, parto subito con una curiosità: so che Lucas, il figlio di Cavani, gioca nelle giovanili del Napoli. Mi chiedo: da chi è seguito questo ragazzo? E ha ereditato qualcosa dal padre?  

“Lucas è davvero impressionante. Per descriverlo, bisogna tornare indietro di vent’anni: è la fotocopia di Edinson, è una cosa pazzesca. Quando uno dice ‘facciamo il test del DNA’, qui non serve: basta guardarlo. Sembra davvero un clone in miniatura. Non so da chi sia seguito, perché io personalmente non lo vedo, però se ha anche solo l’1% di quello che aveva il padre, il Napoli ha tra le mani un grande giocatore nelle giovanili".

È bello che un talento del genere sia nel settore giovanile del Napoli, soprattutto in un momento storico in cui si discute tanto della carenza di qualità nei giovani italiani. Lei crede che questo possa essere uno dei motivi delle difficoltà che affronta oggi il nostro calcio? 

“Guardi, se avete un paio d’ore vi faccio un riassunto… Scherzi a parte, il calcio è un gioco, è vero. Ma è anche un impegno, un sistema. E dovrebbe essere semplice, se fosse gestito da chi davvero ne capisce. È come se per costruire un grattacielo si incaricasse un ragioniere: può anche essere bravo nei conti, ma costruire è un’altra cosa. Purtroppo oggi il calcio è in mano a chi non ne sa nulla, e si vede chiaramente".

A cosa si riferisce in particolare? 

“Quando il presidente federale dice che ‘il calcio norvegese è superiore al nostro’, io da cittadino e appassionato mi imbarazzerei. Chi è a capo della nostra nazionale dovrebbe rappresentare il meglio. Basterebbe guardare il lavoro eccellente che stanno facendo gli allenatori delle selezioni giovanili. Poi, però, c’è un buco enorme tra l’Under 21 e la nazionale maggiore. Succedono disastri, come la sconfitta contro la Norvegia. Prendi tre gol nel primo tempo, finisce 3-0, e tu fai mezzo tiro in porta solo al 94’. Poi, Spalletti va in conferenza stampa e dice che ‘in questo momento la Norvegia è superiore’? Ma come si fa? Anche mia figlia di 10 anni capirebbe che c’è qualcosa che non va. La verità è che manca totalmente la competenza. È tutto scollegato. Nemmeno Padre Pio, con tutto il rispetto, riuscirebbe a fare qualcosa in una situazione del genere".

Quindi Spalletti è solo l’ennesimo capro espiatorio? manca una guida, manca la struttura? 

“Esatto. Manca la base. Spalletti è solo un selezionatore, non un allenatore che segue i ragazzi tutti i giorni. In una qualsiasi azienda, se l’amministratore delegato porta l’azienda al fallimento per tot anni consecutivi, il proprietario lo manda via. Qui siamo quasi al terzo Mondiale visto da casa e nessuno si assume responsabilità. È sempre colpa di qualcun altro: prima Ventura, poi un altro, poi un altro ancora, adesso si Spalletti. Mai che qualcuno dica ‘ho sbagliato io’".

Trova che Luciano Spalletti sia diventato l’ennesimo parafulmine di una Federazione che ormai arranca? 

“Spalletti ha le stesse colpe di quello che mi sta passando davanti adesso sulle strisce pedonali. Zero. Però, attenzione, Spalletti è un allenatore che per spiegare il suo metodo ha bisogno di avere i giocatori a disposizione due volte al giorno, per sette giorni di fila. In nazionale, invece, i calciatori li vedi una volta ogni tre mesi. Quindi già da lì si dovrebbe capire che serve un selezionatore, non semplicemente un bravo allenatore".

È passato circa un anno da quando, nella scorsa estate di mercato, ci ha concesso il suo tempo. Eppure per il Napoli i problemi sembrano essere sempre gli stessi, e hanno un nome e un cognome: Victor Osimhen. Secondo lei accetterà l’offerta araba, o continuerà a rimandare? 

“Sì, sembra davvero di essere tornati indietro di dodici mesi. Sempre lo stesso punto, sempre le stesse dinamiche. Intanto bisogna fare i complimenti al Napoli per come ha gestito la stagione dello Scudetto: io, sinceramente, non ci credevo. Quindi chapeau al presidente, al mister, e a tutto il gruppo. L’anno scorso è stata una stagione negativa, colpa quasi esclusivamente del mercato e del presidente. Quest’anno, invece, una cosa straordinaria. Tornando a Osimhen, credo che alla lunga la situazione si risolverà. Gli arabi faranno un rilancio e alla fine si porteranno a casa il ‘giocattolino’. Osimhen sta facendo il suo gioco, diciamo così… L’Al-Hilal vuole Osimhen come fiore all’occhiello per il Mondiale per Club, e lui — assieme al suo procuratore Calenda — lo sa benissimo. Calenda non è certo l’ultimo arrivato, fa benissimo il suo lavoro. Sta semplicemente tirando un po’ di più la corda per ottenere di più. È una questione di numeri, di percentuali. Gli arabi vogliono mettere un’altra figurina nel loro album Panini… alla fine apriranno il portafoglio e se lo porteranno a casa".

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L'ANALISI - Anellucci: "Osimhen sta facendo il suo gioco, ma la situazione si risolverà"

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09/06/2025 - 12:43

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa.

Direttore, parto subito con una curiosità: so che Lucas, il figlio di Cavani, gioca nelle giovanili del Napoli. Mi chiedo: da chi è seguito questo ragazzo? E ha ereditato qualcosa dal padre?  

“Lucas è davvero impressionante. Per descriverlo, bisogna tornare indietro di vent’anni: è la fotocopia di Edinson, è una cosa pazzesca. Quando uno dice ‘facciamo il test del DNA’, qui non serve: basta guardarlo. Sembra davvero un clone in miniatura. Non so da chi sia seguito, perché io personalmente non lo vedo, però se ha anche solo l’1% di quello che aveva il padre, il Napoli ha tra le mani un grande giocatore nelle giovanili".

È bello che un talento del genere sia nel settore giovanile del Napoli, soprattutto in un momento storico in cui si discute tanto della carenza di qualità nei giovani italiani. Lei crede che questo possa essere uno dei motivi delle difficoltà che affronta oggi il nostro calcio? 

“Guardi, se avete un paio d’ore vi faccio un riassunto… Scherzi a parte, il calcio è un gioco, è vero. Ma è anche un impegno, un sistema. E dovrebbe essere semplice, se fosse gestito da chi davvero ne capisce. È come se per costruire un grattacielo si incaricasse un ragioniere: può anche essere bravo nei conti, ma costruire è un’altra cosa. Purtroppo oggi il calcio è in mano a chi non ne sa nulla, e si vede chiaramente".

A cosa si riferisce in particolare? 

“Quando il presidente federale dice che ‘il calcio norvegese è superiore al nostro’, io da cittadino e appassionato mi imbarazzerei. Chi è a capo della nostra nazionale dovrebbe rappresentare il meglio. Basterebbe guardare il lavoro eccellente che stanno facendo gli allenatori delle selezioni giovanili. Poi, però, c’è un buco enorme tra l’Under 21 e la nazionale maggiore. Succedono disastri, come la sconfitta contro la Norvegia. Prendi tre gol nel primo tempo, finisce 3-0, e tu fai mezzo tiro in porta solo al 94’. Poi, Spalletti va in conferenza stampa e dice che ‘in questo momento la Norvegia è superiore’? Ma come si fa? Anche mia figlia di 10 anni capirebbe che c’è qualcosa che non va. La verità è che manca totalmente la competenza. È tutto scollegato. Nemmeno Padre Pio, con tutto il rispetto, riuscirebbe a fare qualcosa in una situazione del genere".

Quindi Spalletti è solo l’ennesimo capro espiatorio? manca una guida, manca la struttura? 

“Esatto. Manca la base. Spalletti è solo un selezionatore, non un allenatore che segue i ragazzi tutti i giorni. In una qualsiasi azienda, se l’amministratore delegato porta l’azienda al fallimento per tot anni consecutivi, il proprietario lo manda via. Qui siamo quasi al terzo Mondiale visto da casa e nessuno si assume responsabilità. È sempre colpa di qualcun altro: prima Ventura, poi un altro, poi un altro ancora, adesso si Spalletti. Mai che qualcuno dica ‘ho sbagliato io’".

Trova che Luciano Spalletti sia diventato l’ennesimo parafulmine di una Federazione che ormai arranca? 

“Spalletti ha le stesse colpe di quello che mi sta passando davanti adesso sulle strisce pedonali. Zero. Però, attenzione, Spalletti è un allenatore che per spiegare il suo metodo ha bisogno di avere i giocatori a disposizione due volte al giorno, per sette giorni di fila. In nazionale, invece, i calciatori li vedi una volta ogni tre mesi. Quindi già da lì si dovrebbe capire che serve un selezionatore, non semplicemente un bravo allenatore".

È passato circa un anno da quando, nella scorsa estate di mercato, ci ha concesso il suo tempo. Eppure per il Napoli i problemi sembrano essere sempre gli stessi, e hanno un nome e un cognome: Victor Osimhen. Secondo lei accetterà l’offerta araba, o continuerà a rimandare? 

“Sì, sembra davvero di essere tornati indietro di dodici mesi. Sempre lo stesso punto, sempre le stesse dinamiche. Intanto bisogna fare i complimenti al Napoli per come ha gestito la stagione dello Scudetto: io, sinceramente, non ci credevo. Quindi chapeau al presidente, al mister, e a tutto il gruppo. L’anno scorso è stata una stagione negativa, colpa quasi esclusivamente del mercato e del presidente. Quest’anno, invece, una cosa straordinaria. Tornando a Osimhen, credo che alla lunga la situazione si risolverà. Gli arabi faranno un rilancio e alla fine si porteranno a casa il ‘giocattolino’. Osimhen sta facendo il suo gioco, diciamo così… L’Al-Hilal vuole Osimhen come fiore all’occhiello per il Mondiale per Club, e lui — assieme al suo procuratore Calenda — lo sa benissimo. Calenda non è certo l’ultimo arrivato, fa benissimo il suo lavoro. Sta semplicemente tirando un po’ di più la corda per ottenere di più. È una questione di numeri, di percentuali. Gli arabi vogliono mettere un’altra figurina nel loro album Panini… alla fine apriranno il portafoglio e se lo porteranno a casa".