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L'ANALISI - Stringara: "Lee Kang-In potrebbe infiammare i tifosi del Napoli, fa la differenza"
30.05.2025 11:34 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Paolo Stringara, allenatore ex Torino ed ex calciatore, tra le tante, di Inter e Bologna.

Mister, in base alla sua esperienza in Corea del Sud, ritiene che Lee Kang-in sia un giocatore adatto al calcio italiano e, in particolare, al Napoli di Conte? 

“Assolutamente sì. Lee Kang-In è un giocatore che potrebbe infiammare i tifosi del Napoli perché ha una tecnica e una velocità incredibili. Quest’anno ha trovato poco spazio al Paris Saint-Germain, ma parliamo di una squadra piena di grandi campioni. È uno di quei calciatori che, dal nulla, riesce a creare superiorità numerica: è il classico profilo che ci starebbe benissimo. Sì, potrebbe davvero fare la differenza".

Parlando della finale di Champions League, come vede l’Inter in questa sfida con il Psg? 

“Il PSG mi ricorda un po’ il Barcellona nel modo di interpretare il calcio. Però ha anche quattro, cinque giocatori che hanno giocato in Italia, e questo per me è un vantaggio. Conoscono certi aspetti, anche le ‘furbizie’ tipiche del nostro calcio, cosa che il Barcellona non aveva. Lì c’era molto talento, ma spesso anche troppa ingenuità. Il PSG, invece, mi sembra più esperto e più ‘scafato’. L’Inter non deve ripetere l’errore di un paio d’anni fa, quando sembrava la vittima sacrificale contro il Manchester City. Alla fine, quella non fu una partita a senso unico. Oggi non vedo una favorita: per me è una finale da 50 e 50. L’Inter ha il vantaggio di aver già giocato una finale recentemente, anche se persa, e ha tanti giocatori motivati, forse all’ultima possibilità di vincere una Champions. È una partita apertissima. Speriamo bene, per il calcio italiano".

Mister, secondo lei il vento è cambiato nel calcio italiano? 

“Sì, direi proprio di sì. Il vento è cambiato. All’inizio è vero: in Inghilterra e in Spagna arrivavano molti più soldi dai diritti televisivi, e noi italiani dovevamo arrangiarci, inventarci qualcosa. Ma noi italiani siamo maestri in questo: troviamo sempre un modo per uscirne, in stile ‘Io speriamo che me la cavo’. Col tempo, questi squilibri si sono un po’ riequilibrati, e adesso il calcio italiano sta tornando a essere importante, sicuramente più di quanto non lo fosse dieci anni fa. Siamo una nazione storicamente tra le migliori al mondo nel calcio, ma spesso ce ne dimentichiamo. Abbiamo allenatori che hanno guidato squadre come Ajax e Chelsea, a volte quasi sconosciuti qui da noi, ma all’estero sono molto apprezzati. Adesso Ancelotti andrà ad allenare il Brasile, primo italiano nella storia: è un segnale forte. È chiaro che bisogna fare i conti con i soldi, ma spero che piano piano il nostro calcio riesca ad attrarre nuovamente investimenti importanti, anche dal punto di vista economico".

Con Conte che ha scelto di restare al Napoli nonostante il pressing della Juventus, ritiene che De Laurentiis abbia modificato gli equilibri interni del nostro calcio? 

“Sì, assolutamente sì. Secondo me, chi oggi allena o gioca nel Napoli deve rendersi conto di chi ha di fronte. De Laurentiis è una persona molto intelligente, che due anni fa ha vinto uno scudetto bellissimo, e che quest’anno, pur dopo un’annata difficile, ha subito fatto un cambiamento importante riportando Conte a Napoli. È uno che capisce non solo di calcio, ma anche le dinamiche esterne, ed è molto sveglio.  Quindi sì, è vero: il Napoli sta tornando a essere quello che era ai tempi di Maradona, con un appeal enorme, anche a livello internazionale".

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L'ANALISI - Stringara: "Lee Kang-In potrebbe infiammare i tifosi del Napoli, fa la differenza"

di Napoli Magazine

30/05/2025 - 11:34

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Paolo Stringara, allenatore ex Torino ed ex calciatore, tra le tante, di Inter e Bologna.

Mister, in base alla sua esperienza in Corea del Sud, ritiene che Lee Kang-in sia un giocatore adatto al calcio italiano e, in particolare, al Napoli di Conte? 

“Assolutamente sì. Lee Kang-In è un giocatore che potrebbe infiammare i tifosi del Napoli perché ha una tecnica e una velocità incredibili. Quest’anno ha trovato poco spazio al Paris Saint-Germain, ma parliamo di una squadra piena di grandi campioni. È uno di quei calciatori che, dal nulla, riesce a creare superiorità numerica: è il classico profilo che ci starebbe benissimo. Sì, potrebbe davvero fare la differenza".

Parlando della finale di Champions League, come vede l’Inter in questa sfida con il Psg? 

“Il PSG mi ricorda un po’ il Barcellona nel modo di interpretare il calcio. Però ha anche quattro, cinque giocatori che hanno giocato in Italia, e questo per me è un vantaggio. Conoscono certi aspetti, anche le ‘furbizie’ tipiche del nostro calcio, cosa che il Barcellona non aveva. Lì c’era molto talento, ma spesso anche troppa ingenuità. Il PSG, invece, mi sembra più esperto e più ‘scafato’. L’Inter non deve ripetere l’errore di un paio d’anni fa, quando sembrava la vittima sacrificale contro il Manchester City. Alla fine, quella non fu una partita a senso unico. Oggi non vedo una favorita: per me è una finale da 50 e 50. L’Inter ha il vantaggio di aver già giocato una finale recentemente, anche se persa, e ha tanti giocatori motivati, forse all’ultima possibilità di vincere una Champions. È una partita apertissima. Speriamo bene, per il calcio italiano".

Mister, secondo lei il vento è cambiato nel calcio italiano? 

“Sì, direi proprio di sì. Il vento è cambiato. All’inizio è vero: in Inghilterra e in Spagna arrivavano molti più soldi dai diritti televisivi, e noi italiani dovevamo arrangiarci, inventarci qualcosa. Ma noi italiani siamo maestri in questo: troviamo sempre un modo per uscirne, in stile ‘Io speriamo che me la cavo’. Col tempo, questi squilibri si sono un po’ riequilibrati, e adesso il calcio italiano sta tornando a essere importante, sicuramente più di quanto non lo fosse dieci anni fa. Siamo una nazione storicamente tra le migliori al mondo nel calcio, ma spesso ce ne dimentichiamo. Abbiamo allenatori che hanno guidato squadre come Ajax e Chelsea, a volte quasi sconosciuti qui da noi, ma all’estero sono molto apprezzati. Adesso Ancelotti andrà ad allenare il Brasile, primo italiano nella storia: è un segnale forte. È chiaro che bisogna fare i conti con i soldi, ma spero che piano piano il nostro calcio riesca ad attrarre nuovamente investimenti importanti, anche dal punto di vista economico".

Con Conte che ha scelto di restare al Napoli nonostante il pressing della Juventus, ritiene che De Laurentiis abbia modificato gli equilibri interni del nostro calcio? 

“Sì, assolutamente sì. Secondo me, chi oggi allena o gioca nel Napoli deve rendersi conto di chi ha di fronte. De Laurentiis è una persona molto intelligente, che due anni fa ha vinto uno scudetto bellissimo, e che quest’anno, pur dopo un’annata difficile, ha subito fatto un cambiamento importante riportando Conte a Napoli. È uno che capisce non solo di calcio, ma anche le dinamiche esterne, ed è molto sveglio.  Quindi sì, è vero: il Napoli sta tornando a essere quello che era ai tempi di Maradona, con un appeal enorme, anche a livello internazionale".