A "1 Football Club", programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Luciano Marangon, ex difensore, fra le tante, di Napoli, Roma ed Inter:
Come sta vivendo questo finale di campionato, in attesa di una giornata che potrebbe decidere tutto?
"È stato un campionato combattuto. Il Napoli merita di essere dove si trova, ma anche l’Inter. Direi che, almeno sulla carta, le percentuali sono a favore del Napoli: direi 80% Napoli, 20% Inter. Poi però il calcio ci ha sempre insegnato che le sorprese sono dietro l’angolo. Se fosse una partita del campionato inglese, magari sì, esulterei già. Ma nel calcio italiano non mi fido, perché può succedere di tutto. Non mi fido, per tanti motivi. A volte ci sono legami tra società, situazioni che si trascinano da tempo. L’importante è che Conte, che ha grande esperienza, riesca a tenere la squadra isolata da tutto questo e che la affrontino come una partita qualsiasi, senza farsi condizionare da una tensione eccessiva. Anche perché parliamo di giocatori che hanno esperienza internazionale, sanno gestire certe pressioni. E ho grande fiducia in Conte: sa come preparare la squadra al massimo. Ci sono cose accadute in passato, intrecci di mercato, rapporti tra club, che non mi fanno stare sereno. Prendiamo il Cagliari: ormai non ha nulla da chiedere alla classifica, è una passerella per loro. Ma possono entrare in gioco tante dinamiche. Per questo dico che è fondamentale che i giocatori restino concentrati, lontani da certe chiacchiere. Conte deve essere bravo a tenerli fuori da tutto, come se avessero le cuffie e i paraocchi".
Ha mai vissuto una situazione simile, ai suoi tempi?
"Sì, con l’Hellas Verona, a due giornate dalla fine. Andavamo a giocare contro l’Atalanta, che aveva bisogno di un punto per salvarsi, e a noi bastava un punto per vincere lo scudetto. Devo dire che in campo, con gli sguardi, si capiscono certe cose… non ci sono accordi scritti, ma tra giocatori ci si intende. È così".
E proprio con quel Verona lei ha vinto uno scudetto storico, di cui si sono celebrati i quarant’anni da poco.
"Esatto, è stato bellissimo. Anche se, a dire la verità, potevano festeggiare un po’ prima. Sai, qualcuno nel frattempo è venuto a mancare: Claudio Garella, Ciccio Mascetti… grandi protagonisti di quella impresa. Sarebbe stato più bello se la città, e soprattutto la società, avessero celebrato prima questo traguardo. Non è stato un miracolo, è stata un’impresa storica e importante. Avremmo voluto viverla tutti insieme".
Il Napoli ha sicuramente acquistato uno dei migliori difensori della Serie A, Alessandro Buongiorno, che, però, è spesso mancato per infortunio. Per fortuna è salito in cattedra, Amir Rrahmani. Quanto ha dato questo ragazzo al Napoli in questa stagione?
"Ha dato tutto. Ma non solo lui: tutta la squadra, in tutti i reparti. Io li ho seguiti, anche perché una parte di me tifa Napoli, pur vivendo lontano. E ti dico che hanno dato davvero il massimo. Anzi, forse l’ambiente attorno non li ha nemmeno aiutati: i tifosi, come tutti, hanno sempre preteso troppo. Invece questi ragazzi meritano un grande applauso, perché hanno dimostrato professionalità fino all’ultima partita, e lo faranno anche venerdì. Quindi complimenti a Conte per come li ha messi in campo, ma soprattutto ai calciatori, che hanno dato tutto per la maglia e per i tifosi".
Ha introdotto il tema Conte: resterà sulla panchina del Napoli anche la prossima stagione?
"Dipende tutto dal presidente. È sempre stato così. Ha fatto andare via tutti, giocatori e allenatori, e non è mai riuscito a costruire un progetto duraturo con lo stesso tecnico. Eppure il Napoli avrebbe potuto essere la Juventus di qualche anno fa, portando a casa più titoli con Conte o con Spalletti. Non so… da esterno, faccio fatica a capire la personalità di questo presidente. Sicuramente non aiuta: è molto egoista, nel senso che vuole prendersi tutti i meriti e raramente riconosce il valore degli altri. Non li dà ai giocatori, non li dà agli allenatori. Anzi, spesso entra in polemica. Conte ha vissuto un anno difficile: non è stato supportato dalla società, che gli ha venduto Kvaratskhelia a gennaio, e nemmeno dall’ambiente. È vero, il tifoso pretende, e ha anche le sue ragioni, ma io ho visto cose strane, e non mi meraviglierei se Conte andasse via. Già scrivono che sarebbe in contatto con la Juventus e che starebbe organizzando il nuovo staff… quando cominciano a girare certe voci, un fondo di verità c’è sempre".