Domani sera, a Lisbona, non andrà in scena solo Benfica-Napoli. I riflettori dello stadio Da Luz illumineranno il primo confronto assoluto in una partita di Champions League tra due dei tecnici più vincenti e carismatici della storia recente: Antonio Conte e José Mourinho. Sebbene i due si siano già incrociati 7 volte in carriera (tra Serie A, Premier League ed FA Cup), non si sono mai sfidati sul palcoscenico continentale. Il bilancio sorride nettamente all'attuale allenatore azzurro: 4 vittorie per Conte, 1 pareggio (Atalanta-Inter del 2009) e 2 vittorie per lo Special One. Ma più che i numeri, a rendere elettrica questa sfida è la storia personale tra i due: un rapporto passato dall'odio sportivo feroce, fatto di insulti pesanti, fino alla distensione e al rispetto.
L'inizio della faida: l'orecchio di Mou e l'"umiliazione" Il primo vero round di questo duello rusticano risale all'ottobre 2016 allo Stamford Bridge. Il Chelsea di Conte demolisce il Manchester United di Mourinho per 4-0. Negli ultimi minuti, l'italiano aizza la folla per chiedere applausi. Al fischio finale, durante la stretta di mano, Mourinho si avvicina all'orecchio di Conte e gli sussurra una frase diventata celebre: "Non si esulta così sul 4-0. Puoi farlo sull'1-0, altrimenti è un'umiliazione per noi". Conte replicò seccamente davanti alle telecamere: "Sono stato un giocatore, so come ci si comporta. Non sbeffeggio nessuno". Era solo l'inizio.
La guerra verbale: "Pagliaccio", "Demenza senile" e il calcioscommesse Nei mesi successivi, la tensione salì alle stelle toccando vette di acrimonia raramente viste in Premier League.
"Tattica anti-calcio": nel marzo 2017, dopo un'altra sconfitta (in FA Cup) contro i Blues in cui Herrera fu espulso, i due si punzecchiano tutta la partita sino alla lite vera e propria con il quarto uomo che cercò di far da piacere. A fine match Mourinho accusò Conte. L'italiano rispose piccato: "Dallo United abbiamo preso solo calci".
La questione capelli: a luglio 2017, Conte avvisò il Chelsea di non ripetere la stagione disastrosa di Mourinho ("il decimo posto"). La replica del portoghese fu velenosa: "Non ho intenzione di perdere i miei capelli parlando di Antonio Conte".
Il punto più basso (Gennaio 2018): lo scontro divenne totale. Mourinho dichiarò di non aver bisogno di agitarsi come un "pagliaccio" in panchina per mostrare passione. Conte rispose accusandolo di soffrire di "demenza senile" (poi corretto in amnesia). Lo Special One sganciò allora la bomba definitiva: "Io non sarò mai squalificato per calcioscommesse".
La pace e l'abbraccio finale Come in ogni grande sceneggiatura, dopo la guerra arrivò la pace. L'ultimo atto della loro rivalità inglese andò in scena il 19 maggio 2018, nella finale di FA Cup vinta dal Chelsea di Conte per 1-0 (gol di Hazard). Prima e dopo quella partita, i due misero da parte le asce di guerra: ci furono scuse reciproche, una stretta di mano e un abbraccio che sancì la fine delle ostilità.
di Napoli Magazine
09/12/2025 - 18:04
Domani sera, a Lisbona, non andrà in scena solo Benfica-Napoli. I riflettori dello stadio Da Luz illumineranno il primo confronto assoluto in una partita di Champions League tra due dei tecnici più vincenti e carismatici della storia recente: Antonio Conte e José Mourinho. Sebbene i due si siano già incrociati 7 volte in carriera (tra Serie A, Premier League ed FA Cup), non si sono mai sfidati sul palcoscenico continentale. Il bilancio sorride nettamente all'attuale allenatore azzurro: 4 vittorie per Conte, 1 pareggio (Atalanta-Inter del 2009) e 2 vittorie per lo Special One. Ma più che i numeri, a rendere elettrica questa sfida è la storia personale tra i due: un rapporto passato dall'odio sportivo feroce, fatto di insulti pesanti, fino alla distensione e al rispetto.
L'inizio della faida: l'orecchio di Mou e l'"umiliazione" Il primo vero round di questo duello rusticano risale all'ottobre 2016 allo Stamford Bridge. Il Chelsea di Conte demolisce il Manchester United di Mourinho per 4-0. Negli ultimi minuti, l'italiano aizza la folla per chiedere applausi. Al fischio finale, durante la stretta di mano, Mourinho si avvicina all'orecchio di Conte e gli sussurra una frase diventata celebre: "Non si esulta così sul 4-0. Puoi farlo sull'1-0, altrimenti è un'umiliazione per noi". Conte replicò seccamente davanti alle telecamere: "Sono stato un giocatore, so come ci si comporta. Non sbeffeggio nessuno". Era solo l'inizio.
La guerra verbale: "Pagliaccio", "Demenza senile" e il calcioscommesse Nei mesi successivi, la tensione salì alle stelle toccando vette di acrimonia raramente viste in Premier League.
"Tattica anti-calcio": nel marzo 2017, dopo un'altra sconfitta (in FA Cup) contro i Blues in cui Herrera fu espulso, i due si punzecchiano tutta la partita sino alla lite vera e propria con il quarto uomo che cercò di far da piacere. A fine match Mourinho accusò Conte. L'italiano rispose piccato: "Dallo United abbiamo preso solo calci".
La questione capelli: a luglio 2017, Conte avvisò il Chelsea di non ripetere la stagione disastrosa di Mourinho ("il decimo posto"). La replica del portoghese fu velenosa: "Non ho intenzione di perdere i miei capelli parlando di Antonio Conte".
Il punto più basso (Gennaio 2018): lo scontro divenne totale. Mourinho dichiarò di non aver bisogno di agitarsi come un "pagliaccio" in panchina per mostrare passione. Conte rispose accusandolo di soffrire di "demenza senile" (poi corretto in amnesia). Lo Special One sganciò allora la bomba definitiva: "Io non sarò mai squalificato per calcioscommesse".
La pace e l'abbraccio finale Come in ogni grande sceneggiatura, dopo la guerra arrivò la pace. L'ultimo atto della loro rivalità inglese andò in scena il 19 maggio 2018, nella finale di FA Cup vinta dal Chelsea di Conte per 1-0 (gol di Hazard). Prima e dopo quella partita, i due misero da parte le asce di guerra: ci furono scuse reciproche, una stretta di mano e un abbraccio che sancì la fine delle ostilità.