Il Napoli va alla seconda sosta stagionale da primo in classifica, dopo aver difeso la vetta dall'assalto dell'Inter grazie all'1-1 di San Siro. Il mini tour de force della squadra di Antonio Conte si è dunque concluso con una bella vittoria sul Milan, una pesante sconfitta con l'Atalanta e un prezioso pareggio con i campioni d'Italia. Al "Meazza" i partenopei hanno comunque messo in mostra uno dei loro lati migliori, quello volenteroso e battagliero che rispecchia la mentalità e l'idea di calcio del loro allenatore.
La squadra ha disputato un ottimo primo tempo, compattandosi, concedendo pochissimo all'Inter, in particolare ai due attaccanti, e sfruttando bene gli uno contro uno che venivano a crearsi nella metà campo avversaria. Solo un'invenzione di Calhanoglu, e un Meret forse non impeccabile, le hanno impedito di chiudere in vantaggio i primi 45'.
Nella ripresa qualcosa è certamente mancato: Lukaku ha faticato moltissimo nei duelli con Acerbi e senza l'apporto del belga la squadra non è riuscita ad alzare il proprio baricentro, concedendo oggettivamente troppe occasioni, tra cui il rigore poi fallito da Calhanoglu che ha fatto imbestialire Conte.
A brillare, ancora una volta, è stata la coppia difensiva Buongiorno-Rrahmani (quest'ultimo premiato anche come migliore in campo), che ha praticamente annullato Lautaro e Thuram. In generale tutta la squadra ha fatto bene sul piano del sacrificio e della voglia di aiutare il compagno, sapendo soffrire quando ve ne era bisogno. La sensazione è però che le sia mancato un po' di coraggio, un po' di quella voglia di osare e di quella faccia tosta che chi ambisce ai traguardi più alti deve saper tirar fuori, specialmente negli scontri diretti. I cambi sono stati tardivi, quasi a non voler rischiare troppo, e nonostante questo ci è mancato poco che non fossero proprio i due subentrati (Ngonge e Simeone) a confezionare il gol vittoria.
Probabilmente, dopo la pesante lezione subita dall'Atalanta, in Conte e nei suoi ragazzi ha prevalso la voglia di non incappare nel secondo ko consecutivo, ma il potenziale per osare qualcosa in più la squadra lo ha e nei prossimi big match dovrà tirarlo fuori. Al rientro c'è la Roma, poi nel giro di un mese anche Lazio e Fiorentina, che adesso inseguono a un solo punto di distanza. Altre grandi chance per dimostrare di che pasta è fatto davvero questo Napoli.
di Napoli Magazine
11/11/2024 - 08:07
Il Napoli va alla seconda sosta stagionale da primo in classifica, dopo aver difeso la vetta dall'assalto dell'Inter grazie all'1-1 di San Siro. Il mini tour de force della squadra di Antonio Conte si è dunque concluso con una bella vittoria sul Milan, una pesante sconfitta con l'Atalanta e un prezioso pareggio con i campioni d'Italia. Al "Meazza" i partenopei hanno comunque messo in mostra uno dei loro lati migliori, quello volenteroso e battagliero che rispecchia la mentalità e l'idea di calcio del loro allenatore.
La squadra ha disputato un ottimo primo tempo, compattandosi, concedendo pochissimo all'Inter, in particolare ai due attaccanti, e sfruttando bene gli uno contro uno che venivano a crearsi nella metà campo avversaria. Solo un'invenzione di Calhanoglu, e un Meret forse non impeccabile, le hanno impedito di chiudere in vantaggio i primi 45'.
Nella ripresa qualcosa è certamente mancato: Lukaku ha faticato moltissimo nei duelli con Acerbi e senza l'apporto del belga la squadra non è riuscita ad alzare il proprio baricentro, concedendo oggettivamente troppe occasioni, tra cui il rigore poi fallito da Calhanoglu che ha fatto imbestialire Conte.
A brillare, ancora una volta, è stata la coppia difensiva Buongiorno-Rrahmani (quest'ultimo premiato anche come migliore in campo), che ha praticamente annullato Lautaro e Thuram. In generale tutta la squadra ha fatto bene sul piano del sacrificio e della voglia di aiutare il compagno, sapendo soffrire quando ve ne era bisogno. La sensazione è però che le sia mancato un po' di coraggio, un po' di quella voglia di osare e di quella faccia tosta che chi ambisce ai traguardi più alti deve saper tirar fuori, specialmente negli scontri diretti. I cambi sono stati tardivi, quasi a non voler rischiare troppo, e nonostante questo ci è mancato poco che non fossero proprio i due subentrati (Ngonge e Simeone) a confezionare il gol vittoria.
Probabilmente, dopo la pesante lezione subita dall'Atalanta, in Conte e nei suoi ragazzi ha prevalso la voglia di non incappare nel secondo ko consecutivo, ma il potenziale per osare qualcosa in più la squadra lo ha e nei prossimi big match dovrà tirarlo fuori. Al rientro c'è la Roma, poi nel giro di un mese anche Lazio e Fiorentina, che adesso inseguono a un solo punto di distanza. Altre grandi chance per dimostrare di che pasta è fatto davvero questo Napoli.