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ON AIR - Anellucci: "Lukaku e Nunez sono due giocatori diversi, ecco i motivi"
26.06.2025 12:26 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Da procuratore: perché si temporeggia tanto su un rinnovo? Perché non andare subito al sodo? E dunque, il rinnovo di contratto di Alex Meret sta diventando un vero “tormentone”. Quando un agente dice che ci saranno novità “nelle prossime settimane”, quanto c’è di vero?

“Dipende da quanto è lungo il naso dell’agente. Siamo molto bravi a dire bugie, quando servono. Io le chiamo bugie bianche, poi ci sono anche quelle nere… però credo che si stia tirando un po’ troppo la corda. Detto ciò, non penso ci siano dubbi sul fatto che Meret possa restare il portiere del Napoli anche nei prossimi anni.”

Due settimane fa tutti davano per fatto il passaggio di Vanja Milinkovic-Savic dal Torino al Napoli. Ma, da procuratore scaltro, non è che il nome di Savic sia stato usato proprio per spingere Meret ad accettare il rinnovo?

“È il vecchio trucco. Spesso si fa così: ‘guarda che sto andando su un altro portiere, deciditi’. È un gioco molto sottile, che ci può stare come no. Sono idee che vanno, vengono, si concretizzano o svaniscono in un attimo. In questo momento si possono fare tante mosse, anche solo per far parlare. Ricordiamo però che il mercato, ufficialmente, non è ancora iniziato.”

Cosa pensa invece dell’ipotesi Immobile-Bologna?

“È una pista percorribile. Penso che Ciro abbia voglia di restare in Italia e che sia disposto anche ad abbassarsi l’ingaggio, perché non credo che il Bologna possa permettersi uno stipendio come quello che percepisce ora. In Turchia ci sono offerte, ma credo che lui voglia ancora dare qualcosa al calcio italiano. E andare nei ‘paradisi degli elefanti’, come li chiamo io, non è mai bello per certi giocatori.”

Con lei non posso non parlare di management e di gestione societaria. In certi momenti sembra quasi che alcuni club abbiano cancellato la figura del dirigente. E questo, mi permetta, può costare molto caro.

“Assolutamente sì. All’interno di un club ci sono delle gerarchie da rispettare, e soprattutto bisogna dare spazio ai dirigenti bravi, quelli che sanno fare il proprio lavoro. Quando iniziai questo mestiere, 24-25 anni fa, c’erano dirigenti straordinari, direttori sportivi con la D maiuscola. Uno su tutti? Rino Foschi. Con loro si parlava di calcio vero, conoscevano tutto. Anche se gli portavi un giocatore che stava dall’altra parte del mondo, sapevano chi fosse. Era un piacere lavorare con loro, anche se poi magari il giocatore non si chiudeva, ma avevi comunque la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro.”

Era un’altra epoca…

“Sì, oggi è tutto più veloce, più semplice. Una volta si facevano le VHS, si riempiva la valigia di cassette, si volava, si incontravano i presidenti, i direttori, si lasciava il materiale… Oggi ci sono le piattaforme, tutto online. Io invece sono ancora uno di quelli che preferisce andare a vedere il giocatore dal vivo.”

Il mercato è ancora fermo, o forse è solo nella sua fase iniziale. Però ci sono due situazioni spinose, lontane dalla risoluzione: Osimhen e Vlahovic. Due attaccanti che erano top in Serie A, ma ora sono prigionieri dei loro contratti.

“Del caso Osimhen ne abbiamo parlato mille volte. Già dissi che questo sarebbe stato un problema ricorrente per il Napoli. E infatti è tornato, e tornerà ancora se non viene risolto in altro modo. La stessa situazione è quella di Vlahovic alla Juve. Il problema è che sono stati fatti contratti sproporzionati per giocatori normali. Per me sono giocatori normali, non vedo nulla di eccezionale in loro per giustificare certi stipendi. Ma nessuno ha puntato la pistola alla tempia dei club: se firmi un contratto, poi ne paghi le conseguenze.”

Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Restando sul tema, le chiedo: il Napoli si sta avvicinando a Darwin Núñez. Quanto dovrebbe valere oggi un attaccante del genere? E quale ingaggio sarebbe proporzionato nel contesto della Serie A?

“Guarda, è fuori da ogni logica. Non so quanto guadagni realmente Darwin Núñez al Liverpool, ma conosco la ‘bottega’ Liverpool: è molto, molto cara. Anche per quanto riguarda i salari. Quindi non so a quali parametri il Napoli potrebbe uniformarsi. È un’operazione costosissima. E se fossi l’agente del giocatore ci penserei mille volte prima di fare un passo simile.”

Perché?

“Perché se il Napoli, come sembra, ha già individuato in Lukaku il centravanti voluto da Conte, allora Núñez cosa verrebbe a fare? Non certo per fare la riserva. E prendere un giocatore così costoso per metterlo in panchina o in alternativa a Lukaku mi sembra illogico. A meno che Conte non voglia fare una rosa con doppie punte titolari per ogni ruolo, allora tanto di cappello. Ma resta un’operazione pesante.”

Le chiedo l’ultima: se davvero Núñez dovesse arrivare, secondo lei finirebbe per mettere in panchina Lukaku?

“Non lo so. Non ho la sfera magica. Sono due giocatori diversi, anche se strutturalmente sembrano simili. Núñez è un giocatore strutturato, ma di movimento. Lukaku no. Il gioco di Lukaku è completamente diverso. Pensa al Belgio: con De Bruyne che lo serve, lui è il terminale. Quindi non lo so, ripeto.”

Certo è che l’arrivo di Núñez potrebbe creare squilibri nello spogliatoio…

“Esatto. Nessuno ama sentirlo, ma bisogna dirlo. Se arriva un giocatore che guadagna il triplo rispetto a quelli che hanno vinto lo scudetto, e questi lo vedono arrivare senza aver vinto nulla… ecco che i malumori cominciano. Vanno dal proprio agente e dicono: ‘Perché lui sì e io no?’. Sono dinamiche che esistono. Non le sto inventando io.”

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26/06/2025 - 12:26

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente Fifa. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Da procuratore: perché si temporeggia tanto su un rinnovo? Perché non andare subito al sodo? E dunque, il rinnovo di contratto di Alex Meret sta diventando un vero “tormentone”. Quando un agente dice che ci saranno novità “nelle prossime settimane”, quanto c’è di vero?

“Dipende da quanto è lungo il naso dell’agente. Siamo molto bravi a dire bugie, quando servono. Io le chiamo bugie bianche, poi ci sono anche quelle nere… però credo che si stia tirando un po’ troppo la corda. Detto ciò, non penso ci siano dubbi sul fatto che Meret possa restare il portiere del Napoli anche nei prossimi anni.”

Due settimane fa tutti davano per fatto il passaggio di Vanja Milinkovic-Savic dal Torino al Napoli. Ma, da procuratore scaltro, non è che il nome di Savic sia stato usato proprio per spingere Meret ad accettare il rinnovo?

“È il vecchio trucco. Spesso si fa così: ‘guarda che sto andando su un altro portiere, deciditi’. È un gioco molto sottile, che ci può stare come no. Sono idee che vanno, vengono, si concretizzano o svaniscono in un attimo. In questo momento si possono fare tante mosse, anche solo per far parlare. Ricordiamo però che il mercato, ufficialmente, non è ancora iniziato.”

Cosa pensa invece dell’ipotesi Immobile-Bologna?

“È una pista percorribile. Penso che Ciro abbia voglia di restare in Italia e che sia disposto anche ad abbassarsi l’ingaggio, perché non credo che il Bologna possa permettersi uno stipendio come quello che percepisce ora. In Turchia ci sono offerte, ma credo che lui voglia ancora dare qualcosa al calcio italiano. E andare nei ‘paradisi degli elefanti’, come li chiamo io, non è mai bello per certi giocatori.”

Con lei non posso non parlare di management e di gestione societaria. In certi momenti sembra quasi che alcuni club abbiano cancellato la figura del dirigente. E questo, mi permetta, può costare molto caro.

“Assolutamente sì. All’interno di un club ci sono delle gerarchie da rispettare, e soprattutto bisogna dare spazio ai dirigenti bravi, quelli che sanno fare il proprio lavoro. Quando iniziai questo mestiere, 24-25 anni fa, c’erano dirigenti straordinari, direttori sportivi con la D maiuscola. Uno su tutti? Rino Foschi. Con loro si parlava di calcio vero, conoscevano tutto. Anche se gli portavi un giocatore che stava dall’altra parte del mondo, sapevano chi fosse. Era un piacere lavorare con loro, anche se poi magari il giocatore non si chiudeva, ma avevi comunque la soddisfazione di aver fatto un buon lavoro.”

Era un’altra epoca…

“Sì, oggi è tutto più veloce, più semplice. Una volta si facevano le VHS, si riempiva la valigia di cassette, si volava, si incontravano i presidenti, i direttori, si lasciava il materiale… Oggi ci sono le piattaforme, tutto online. Io invece sono ancora uno di quelli che preferisce andare a vedere il giocatore dal vivo.”

Il mercato è ancora fermo, o forse è solo nella sua fase iniziale. Però ci sono due situazioni spinose, lontane dalla risoluzione: Osimhen e Vlahovic. Due attaccanti che erano top in Serie A, ma ora sono prigionieri dei loro contratti.

“Del caso Osimhen ne abbiamo parlato mille volte. Già dissi che questo sarebbe stato un problema ricorrente per il Napoli. E infatti è tornato, e tornerà ancora se non viene risolto in altro modo. La stessa situazione è quella di Vlahovic alla Juve. Il problema è che sono stati fatti contratti sproporzionati per giocatori normali. Per me sono giocatori normali, non vedo nulla di eccezionale in loro per giustificare certi stipendi. Ma nessuno ha puntato la pistola alla tempia dei club: se firmi un contratto, poi ne paghi le conseguenze.”

Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Restando sul tema, le chiedo: il Napoli si sta avvicinando a Darwin Núñez. Quanto dovrebbe valere oggi un attaccante del genere? E quale ingaggio sarebbe proporzionato nel contesto della Serie A?

“Guarda, è fuori da ogni logica. Non so quanto guadagni realmente Darwin Núñez al Liverpool, ma conosco la ‘bottega’ Liverpool: è molto, molto cara. Anche per quanto riguarda i salari. Quindi non so a quali parametri il Napoli potrebbe uniformarsi. È un’operazione costosissima. E se fossi l’agente del giocatore ci penserei mille volte prima di fare un passo simile.”

Perché?

“Perché se il Napoli, come sembra, ha già individuato in Lukaku il centravanti voluto da Conte, allora Núñez cosa verrebbe a fare? Non certo per fare la riserva. E prendere un giocatore così costoso per metterlo in panchina o in alternativa a Lukaku mi sembra illogico. A meno che Conte non voglia fare una rosa con doppie punte titolari per ogni ruolo, allora tanto di cappello. Ma resta un’operazione pesante.”

Le chiedo l’ultima: se davvero Núñez dovesse arrivare, secondo lei finirebbe per mettere in panchina Lukaku?

“Non lo so. Non ho la sfera magica. Sono due giocatori diversi, anche se strutturalmente sembrano simili. Núñez è un giocatore strutturato, ma di movimento. Lukaku no. Il gioco di Lukaku è completamente diverso. Pensa al Belgio: con De Bruyne che lo serve, lui è il terminale. Quindi non lo so, ripeto.”

Certo è che l’arrivo di Núñez potrebbe creare squilibri nello spogliatoio…

“Esatto. Nessuno ama sentirlo, ma bisogna dirlo. Se arriva un giocatore che guadagna il triplo rispetto a quelli che hanno vinto lo scudetto, e questi lo vedono arrivare senza aver vinto nulla… ecco che i malumori cominciano. Vanno dal proprio agente e dicono: ‘Perché lui sì e io no?’. Sono dinamiche che esistono. Non le sto inventando io.”