"Ieri ho spento la tv negli ultimi quindici minuti, era troppa l’ansia - ha detto l’ex difensore Massimo Brambati a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live - e forte la tensione. Non sono napoletano o tifoso azzurro, ma quando i miei cari amici lavorano da una parte io divento il loro totale sostenitore. Sono amico stretto di Stellini ma anche di Conte, che è un numero uno. E ho tifato per lui e per loro anche in Inghilterra. Ho sentito Cristian che è dispiaciuto che venerdì non ci sarà in panchina Antonio, perché anche per lui ovviamente è il condottiero dello staff oltre che della squadra. Ho respinto il suo invito per venerdì dopo che mi aveva invitato anche per altre gare, da vivere allo stadio, per questioni di scaramanzia. Ho detto però, sempre a Stellini, che stavolta il Napoli deve subito aggredire l’avversario, nello specifico il Cagliari, perché non si può sbagliare. Pronti-via e occorre segnare subito, per evitare di incartarsi e di far crescere l’ansia. Gli azzurri devono scendere in campo come se fosse la finale di Coppa del Mondo, e la giocano per di più in casa! Stellini posso dire che era d’accordo con me. Il Napoli va solo elogiato, onestamente a inizio anno non pensavo che potesse vincere lo scudetto. La grande favorita era l’Inter, poi c’erano altre squadre ambiziose. Pensavo e speravo che il Napoli, con Conte, avrebbe conquistato la qualificazione in Champions. Poi, strada facendo, si è creata questa grandissima possibilità. Ha ragione Conte a dire che ora l’osso il Napoli lo ha in bocca e non intende mollarlo per niente al mondo. Infine vorrei dire che questa contemporaneità ha restituito al calcio un pathos pazzesco, quello romantico di un tempo".
di Napoli Magazine
19/05/2025 - 18:31
"Ieri ho spento la tv negli ultimi quindici minuti, era troppa l’ansia - ha detto l’ex difensore Massimo Brambati a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live - e forte la tensione. Non sono napoletano o tifoso azzurro, ma quando i miei cari amici lavorano da una parte io divento il loro totale sostenitore. Sono amico stretto di Stellini ma anche di Conte, che è un numero uno. E ho tifato per lui e per loro anche in Inghilterra. Ho sentito Cristian che è dispiaciuto che venerdì non ci sarà in panchina Antonio, perché anche per lui ovviamente è il condottiero dello staff oltre che della squadra. Ho respinto il suo invito per venerdì dopo che mi aveva invitato anche per altre gare, da vivere allo stadio, per questioni di scaramanzia. Ho detto però, sempre a Stellini, che stavolta il Napoli deve subito aggredire l’avversario, nello specifico il Cagliari, perché non si può sbagliare. Pronti-via e occorre segnare subito, per evitare di incartarsi e di far crescere l’ansia. Gli azzurri devono scendere in campo come se fosse la finale di Coppa del Mondo, e la giocano per di più in casa! Stellini posso dire che era d’accordo con me. Il Napoli va solo elogiato, onestamente a inizio anno non pensavo che potesse vincere lo scudetto. La grande favorita era l’Inter, poi c’erano altre squadre ambiziose. Pensavo e speravo che il Napoli, con Conte, avrebbe conquistato la qualificazione in Champions. Poi, strada facendo, si è creata questa grandissima possibilità. Ha ragione Conte a dire che ora l’osso il Napoli lo ha in bocca e non intende mollarlo per niente al mondo. Infine vorrei dire che questa contemporaneità ha restituito al calcio un pathos pazzesco, quello romantico di un tempo".