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ON AIR - Durante: "Natan ha qualità, Conte è un allenatore con un curriculum importante"
18.07.2024 13:13 di Napoli Magazine

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Sabatino Durante, agente FIFA:

 

Spagna vincitrice meritatamente all’Europeo tedesco?

“E’ la squadra che ha vinto tutte le partite, giocando un ottimo calcio. Certo, ci sono anche episodi favorevoli. Il calcio di rigore non concesso alla Germania qualche problema nella valutazione ce lo crea, così come il fallo da espulsione su Rabiot. Servono qualità, impegno e un po’ di sorte, come nella nostra vittoria di tre anni fa. È una vittoria giusta per una squadra che ha proposto gioco in tutte le partite, mentre Inghilterra e Francia si sono viste soltanto a sprazzi”.

È giusta la separazione tra Juve e Rabiot?

“Se io dovessi scegliere tra Rabiot e Douglas Luiz, sceglierei tutta la vita il francese. In Italia riteniamo ancora di essere dei fenomeni, ma i risultati ci dicono il contrario. È come quella ragazza che a vent’anni se la tira tanto e a sessant’anni si sorprende se non la pensa più nessuno. Il calcio è dinamico e non si può vivere di ricordi. Quando giudichiamo pensiamo sempre ‘ma è da Napoli? È da Milan?’, ma che vuol dire? Oggi, i giocatori vogliono andare in Premier, o al Real e al Barca. Le nostre squadre non hanno appeal. Vent’anni fa, in Brasile, vedevo soltanto maglie di Inter e Milan. Oggi, vedo le maglie del Paris e del City. In Argentina ancora vedo le maglie azzurre di Maradona”.

Lo scarso appeal del nostro calcio è da attribuire soltanto ad un aspetto economico?

“Nel calcio i soldi sono importanti, così come le competenze. Se le due cose si sposano, viene fuori un campionato importante come quello inglese. Il nostro calcio è antico sotto tutti gli aspetti, dalle strutture al merchandising, passando per la produzione televisiva. Sotto quest’ultimo punto di vista, siamo ai livelli del campionato argentino. Siamo molto indietro, e lo dico con dispiacere. Essere relegati in terza categoria è triste”.

I nostri giovani non riescono ad approdare nei club di livello e, in generale, se vi riescono non trovano spazio, anche perché chiusi dai calciatori stranieri.

“Sul discorso degli stranieri vorrei mettere un punto fermo. Anzitutto, il protezionismo non ha mai fatto qualità. Abbiamo abbandonato completamente i settori giovanili, e non produciamo talenti italiani. Occorre dapprima dare spazio ai nostri settori giovanili, dove produrre talenti in concorrenza anche con gli stranieri. Una società deve cercare di fare il meglio e se lo fai con dieci stranieri o con dieci italiani non c’è differenza. In Italia manca una legge, come in Germania dove c’è l’obbligo di investire il 10% delle risorse nel club stesso e nel settore giovanile. Ricordo quando volevamo acquistare Milan Rapaic al Perugia. Avevo soltanto 600000 dollari a disposizione, ma il presidente dell’Hajduk chiedeva 5 milioni. Andai da Gaucci e dissi ‘non se ne fa niente’. All’incontro con il ragazzo, vestito tutto Dolce e Gabbana, mi disse ‘sei il dirigente del club italiano? Vengo con te’. Non avevamo i 5 milioni, ma il calciatore era affascinato dall’Italia”.

Era davvero così difficile capire che Natan non sarebbe stato all’altezza della situazione?

“E’ sempre difficile dare delle pagelle. Secondo me, è un ragazzo che ha delle qualità. Buttarlo nella mischia, però, avrebbe comportato il rischio di bruciarlo. Peccato sia stato coinvolto in una stagione deficitaria. Non è così scarso come si crede, se gli si dà la possibilità di esprimersi in una squadra meno ambiziosa, può diventare un Toloi. Ricordo quando mi dissero che avrebbero portato Campagnaro in Italia. Mi misi a ridere, stoppava la palla con la punta… Eppure, è stato un giocatore fondamentale per il Napoli e per l’Inter”.

Con l’arrivo di Antonio Conte, il mercato del Napoli sembra essere cambiato drasticamente.

“E’ un allenatore dal curriculum importante, ha allenato in Inghilterra ed è stato Commissario Tecnico. Molti giocatori, parlando con Conte, possono convincersi. Con lui, inoltre, non si va sulle scommesse ma su calciatori che ritiene all’altezza. Alla fine, i risultati li porta a casa”.

All’Europeo c’è stato un giocatore che era vicino a vestire l’azzurro molti anni fa…

“Luka Modric. Era il vecchio direttore sportivo che lo voleva a tutti i costi. Parlo di Pierpaolo Marino. Gli dissi ‘non è cosa da Napoli, è da Real Madrid’. Invece, lo facemmo al Tottenham, da cui poi andò al Real. Marino ha l’occhio lungo… Eravamo già in dirittura d’arrivo con il Tottenham. C’era anche il Chelsea, ma avrebbe rischiato di perdersi in una squadra di stelle come i Blues. È stata una scelta rischiosa, il valore che garantiva il Chelsea era doppio”.

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18/07/2024 - 13:13

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Sabatino Durante, agente FIFA:

 

Spagna vincitrice meritatamente all’Europeo tedesco?

“E’ la squadra che ha vinto tutte le partite, giocando un ottimo calcio. Certo, ci sono anche episodi favorevoli. Il calcio di rigore non concesso alla Germania qualche problema nella valutazione ce lo crea, così come il fallo da espulsione su Rabiot. Servono qualità, impegno e un po’ di sorte, come nella nostra vittoria di tre anni fa. È una vittoria giusta per una squadra che ha proposto gioco in tutte le partite, mentre Inghilterra e Francia si sono viste soltanto a sprazzi”.

È giusta la separazione tra Juve e Rabiot?

“Se io dovessi scegliere tra Rabiot e Douglas Luiz, sceglierei tutta la vita il francese. In Italia riteniamo ancora di essere dei fenomeni, ma i risultati ci dicono il contrario. È come quella ragazza che a vent’anni se la tira tanto e a sessant’anni si sorprende se non la pensa più nessuno. Il calcio è dinamico e non si può vivere di ricordi. Quando giudichiamo pensiamo sempre ‘ma è da Napoli? È da Milan?’, ma che vuol dire? Oggi, i giocatori vogliono andare in Premier, o al Real e al Barca. Le nostre squadre non hanno appeal. Vent’anni fa, in Brasile, vedevo soltanto maglie di Inter e Milan. Oggi, vedo le maglie del Paris e del City. In Argentina ancora vedo le maglie azzurre di Maradona”.

Lo scarso appeal del nostro calcio è da attribuire soltanto ad un aspetto economico?

“Nel calcio i soldi sono importanti, così come le competenze. Se le due cose si sposano, viene fuori un campionato importante come quello inglese. Il nostro calcio è antico sotto tutti gli aspetti, dalle strutture al merchandising, passando per la produzione televisiva. Sotto quest’ultimo punto di vista, siamo ai livelli del campionato argentino. Siamo molto indietro, e lo dico con dispiacere. Essere relegati in terza categoria è triste”.

I nostri giovani non riescono ad approdare nei club di livello e, in generale, se vi riescono non trovano spazio, anche perché chiusi dai calciatori stranieri.

“Sul discorso degli stranieri vorrei mettere un punto fermo. Anzitutto, il protezionismo non ha mai fatto qualità. Abbiamo abbandonato completamente i settori giovanili, e non produciamo talenti italiani. Occorre dapprima dare spazio ai nostri settori giovanili, dove produrre talenti in concorrenza anche con gli stranieri. Una società deve cercare di fare il meglio e se lo fai con dieci stranieri o con dieci italiani non c’è differenza. In Italia manca una legge, come in Germania dove c’è l’obbligo di investire il 10% delle risorse nel club stesso e nel settore giovanile. Ricordo quando volevamo acquistare Milan Rapaic al Perugia. Avevo soltanto 600000 dollari a disposizione, ma il presidente dell’Hajduk chiedeva 5 milioni. Andai da Gaucci e dissi ‘non se ne fa niente’. All’incontro con il ragazzo, vestito tutto Dolce e Gabbana, mi disse ‘sei il dirigente del club italiano? Vengo con te’. Non avevamo i 5 milioni, ma il calciatore era affascinato dall’Italia”.

Era davvero così difficile capire che Natan non sarebbe stato all’altezza della situazione?

“E’ sempre difficile dare delle pagelle. Secondo me, è un ragazzo che ha delle qualità. Buttarlo nella mischia, però, avrebbe comportato il rischio di bruciarlo. Peccato sia stato coinvolto in una stagione deficitaria. Non è così scarso come si crede, se gli si dà la possibilità di esprimersi in una squadra meno ambiziosa, può diventare un Toloi. Ricordo quando mi dissero che avrebbero portato Campagnaro in Italia. Mi misi a ridere, stoppava la palla con la punta… Eppure, è stato un giocatore fondamentale per il Napoli e per l’Inter”.

Con l’arrivo di Antonio Conte, il mercato del Napoli sembra essere cambiato drasticamente.

“E’ un allenatore dal curriculum importante, ha allenato in Inghilterra ed è stato Commissario Tecnico. Molti giocatori, parlando con Conte, possono convincersi. Con lui, inoltre, non si va sulle scommesse ma su calciatori che ritiene all’altezza. Alla fine, i risultati li porta a casa”.

All’Europeo c’è stato un giocatore che era vicino a vestire l’azzurro molti anni fa…

“Luka Modric. Era il vecchio direttore sportivo che lo voleva a tutti i costi. Parlo di Pierpaolo Marino. Gli dissi ‘non è cosa da Napoli, è da Real Madrid’. Invece, lo facemmo al Tottenham, da cui poi andò al Real. Marino ha l’occhio lungo… Eravamo già in dirittura d’arrivo con il Tottenham. C’era anche il Chelsea, ma avrebbe rischiato di perdersi in una squadra di stelle come i Blues. È stata una scelta rischiosa, il valore che garantiva il Chelsea era doppio”.