A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Jacomuzzi, presidente dell’Aioc ed ex capo degli osservatori della Roma, nonché ex direttore sportivo del Napoli:
Possiamo già fare un bilancio di questa nuova edizione della Champions League?
“Questa nuova formula, che prevede un girone unico, ha visto l’Inter rispettare il pronostico e qualificarsi agli ottavi di finale, mentre le altre italiane hanno avuto un percorso più altalenante, ma no, non mi piace, perché si specula troppo sui risultati e sulle posizioni di classifica. Prima era più attraente e più avvincente. Però, evidentemente, le televisioni e tutto il resto hanno la loro forza, e non c’è niente da fare. Secondo me, questa scelta è dovuta soprattutto ai diritti televisivi. Giocare due partite in più nel girone, aggiungere gli spareggi per accedere agli ottavi… più partite significano più soldi per le TV. Ma questo non ha mantenuto lo stesso standard qualitativo delle edizioni precedenti. Questa mattina mi sono messo a controllare i risultati di alcune squadre, soprattutto quelle tedesche, e ho notato punteggi strani, come un 5-1 o un 6-0. Molte squadre hanno schierato giovani che hanno bisogno di fare esperienza. Il problema è che chi è già qualificato fa giocare le seconde linee, danneggiando lo spettacolo. Alla lunga, questo toglie interesse alla competizione".
Il Napoli è primo in classifica, l’Inter potrebbe agganciarlo vincendo il recupero con la Fiorentina, mentre le altre squadre si sono un po’ staccate. Ci avviamo verso una corsa a due per lo scudetto?
"Sì, non c’è dubbio. Napoli e Inter sono attrezzate e hanno due allenatori esperti, che sanno come gestire la squadra nel lungo periodo. Le altre, invece, fanno esperimenti, acquistano giocatori a fine carriera o pescano all’estero invece di valorizzare i giovani italiani. Questo penalizza il nostro calcio".
àIl Napoli sembra aver puntato su un giovane di prospettiva, Pietro Comuzzo della Fiorentina.
“Esattamente. È un giocatore che stanno valutando e potrebbe essere un grande investimento, non solo per il Napoli ma per tutto il calcio italiano. Se non abbiamo ricambi, non possiamo sperare che le nostre nazionali restino competitive. Finché a livello giovanile arriviamo sempre tra i primi, significa che qualcosa di buono c’è, ma serve fiducia nei giovani. Seguendo questa linea, il Napoli sembra essere diventato un serbatoio per la Nazionale italiana. Ha portato una ventata nuova, e non possiamo negarlo. Alla fine, chi decide sono gli allenatori, d’accordo con la società. Sono loro che scelgono di investire sui giovani, e questi investimenti possono dare frutti importanti".
Parlando di mercato, cosa possono fare le squadre per rinforzarsi in questi ultimi giorni di trattative?
"Purtroppo, poco o nulla. Il problema è sempre la programmazione. Una volta gli osservatori andavano a scoprire talenti nei campetti di provincia, oggi si va in paesi dove i giocatori costano meno, come la Polonia o la Slovacchia. Ma in Italia abbiamo giocatori di talento, solo che vengono ignorati. Spesso si preferisce acquistare all’estero perché costa meno, ma poi ci sono anche le commissioni per gli intermediari, gli agenti, gli avvocati… Ad esempio, il Manchester United ha chiesto al Napoli 65 milioni per Garnacho, di cui 10 solo di commissioni. Questo ci fa capire quanto incidano le spese extra e che emorragia economica ci sia nel calcio. Ma, a livello tecnico, Garnacho vale davvero certe cifre? Ha tutte le qualità per diventare un top player, su questo non si discute, ma il problema è il rischio economico di spendere 60-70 milioni per un giocatore così giovane. Le valutazioni economiche di oggi sono esagerate, come sempre. Ma se parliamo solo dal punto di vista tecnico, un italiano con le sue qualità non lo troviamo. Quindi, se hai la possibilità di prenderlo, è giusto farlo, io la farei questa pazzia".
di Napoli Magazine
30/01/2025 - 11:33
A "1 Football Club", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Carlo Jacomuzzi, presidente dell’Aioc ed ex capo degli osservatori della Roma, nonché ex direttore sportivo del Napoli:
Possiamo già fare un bilancio di questa nuova edizione della Champions League?
“Questa nuova formula, che prevede un girone unico, ha visto l’Inter rispettare il pronostico e qualificarsi agli ottavi di finale, mentre le altre italiane hanno avuto un percorso più altalenante, ma no, non mi piace, perché si specula troppo sui risultati e sulle posizioni di classifica. Prima era più attraente e più avvincente. Però, evidentemente, le televisioni e tutto il resto hanno la loro forza, e non c’è niente da fare. Secondo me, questa scelta è dovuta soprattutto ai diritti televisivi. Giocare due partite in più nel girone, aggiungere gli spareggi per accedere agli ottavi… più partite significano più soldi per le TV. Ma questo non ha mantenuto lo stesso standard qualitativo delle edizioni precedenti. Questa mattina mi sono messo a controllare i risultati di alcune squadre, soprattutto quelle tedesche, e ho notato punteggi strani, come un 5-1 o un 6-0. Molte squadre hanno schierato giovani che hanno bisogno di fare esperienza. Il problema è che chi è già qualificato fa giocare le seconde linee, danneggiando lo spettacolo. Alla lunga, questo toglie interesse alla competizione".
Il Napoli è primo in classifica, l’Inter potrebbe agganciarlo vincendo il recupero con la Fiorentina, mentre le altre squadre si sono un po’ staccate. Ci avviamo verso una corsa a due per lo scudetto?
"Sì, non c’è dubbio. Napoli e Inter sono attrezzate e hanno due allenatori esperti, che sanno come gestire la squadra nel lungo periodo. Le altre, invece, fanno esperimenti, acquistano giocatori a fine carriera o pescano all’estero invece di valorizzare i giovani italiani. Questo penalizza il nostro calcio".
àIl Napoli sembra aver puntato su un giovane di prospettiva, Pietro Comuzzo della Fiorentina.
“Esattamente. È un giocatore che stanno valutando e potrebbe essere un grande investimento, non solo per il Napoli ma per tutto il calcio italiano. Se non abbiamo ricambi, non possiamo sperare che le nostre nazionali restino competitive. Finché a livello giovanile arriviamo sempre tra i primi, significa che qualcosa di buono c’è, ma serve fiducia nei giovani. Seguendo questa linea, il Napoli sembra essere diventato un serbatoio per la Nazionale italiana. Ha portato una ventata nuova, e non possiamo negarlo. Alla fine, chi decide sono gli allenatori, d’accordo con la società. Sono loro che scelgono di investire sui giovani, e questi investimenti possono dare frutti importanti".
Parlando di mercato, cosa possono fare le squadre per rinforzarsi in questi ultimi giorni di trattative?
"Purtroppo, poco o nulla. Il problema è sempre la programmazione. Una volta gli osservatori andavano a scoprire talenti nei campetti di provincia, oggi si va in paesi dove i giocatori costano meno, come la Polonia o la Slovacchia. Ma in Italia abbiamo giocatori di talento, solo che vengono ignorati. Spesso si preferisce acquistare all’estero perché costa meno, ma poi ci sono anche le commissioni per gli intermediari, gli agenti, gli avvocati… Ad esempio, il Manchester United ha chiesto al Napoli 65 milioni per Garnacho, di cui 10 solo di commissioni. Questo ci fa capire quanto incidano le spese extra e che emorragia economica ci sia nel calcio. Ma, a livello tecnico, Garnacho vale davvero certe cifre? Ha tutte le qualità per diventare un top player, su questo non si discute, ma il problema è il rischio economico di spendere 60-70 milioni per un giocatore così giovane. Le valutazioni economiche di oggi sono esagerate, come sempre. Ma se parliamo solo dal punto di vista tecnico, un italiano con le sue qualità non lo troviamo. Quindi, se hai la possibilità di prenderlo, è giusto farlo, io la farei questa pazzia".